Se il San Marino dovesse vincere questa sera lo scudetto (il secondo della sua storia) nell'appassionante gara7 con Nettuno, su quest'impresa ci sarebbero – forti – le firme di due giocatori: Tiago Da Silva e Jairo Ramos. Un giovane talento del monte di lancio e un vecchio drago della battuta.
Da Silva ieri sera non ha mai concesso al Nettuno di prendere fuoco inchiodandolo a 2 miseri punticini (7-2 il punteggio finale) attraverso una magistrale "partita completa": altri 9 inning di grande solidità mentale, da dominatore, esattamente come nella notte dell'1 settembre in gara3. Anche allora Tiago resse superbamente 9 inning, e anche allora il Nettuno non seppe andare oltre i 2 punti. Quella performance di Da Silva, nella prima delle tre partite giocate allo Steno Borghese di Nettuno, ebbe il grande merito di riportare sorriso e coraggio sul volto – di colpo impallidito – di un San Marino che clamorosamente aveva perso sul proprio campo le prime due sfide della serie. Tiago Da Silva permise ai "Titano Bombers" di recuperare l'identità perduta. I micidiali "cambi di velocità", che l'italobrasiliano alterna con intelligenza alla "palla veloce", sono lanci decisamente indigesti ad un Nettuno che in attacco comincia a dare segni di stanchezza: non ha più la mazza di Olmo Rosario e da quattro partite ha perso l'efficacia di un Vinicio Sparagna che era stato fondamentale nel round robin ma che ora sta sempre più ingrigendosi.
Due "complete game" di Da Silva nello spazio di nove giorni. Ieri sera il suo braccio di ferro ha sopportato quasi centosessanta lanci. Senza un attimo di cedimento. Tiago sempre in totale controllo, dei nervi e della situazione. Ha espresso al meglio la sua tecnica, ha imposto la sua forte personalità. Perfetta anche la strategia usata: inizialmente ha lavorato di più con il "cambio", con lanci "off road", poi nella seconda parte dell'incontro Tiago ha utilizzato maggiormente la spalla veloce con la quale ha spesso mandato a vuoto i battitori – disorientati – del Nettuno. Una dote importante di Da Silva è il rilascio della palla, che avviene da punti diversi. Inoltre, la capacità di variare location. E la naturalezza nel trovare la zona dello strike: sono stati ben 110 i lanci strike sui 158 effettuati. Enorme controllo, ma anche un resistenza mostruosa. Due "complete", due vittorie. L'uomo della provvidenza. E Tiago, in verità, avrebbe potuto essere il pitcher vincente anche di gara1 se… lo staff tecnico del San Marino non avesse avuto quella bella pensata di toglierlo nel corso del sesto inning. Con 82 lanci nel braccio, che per Tiago è ancora roba da ridere… Quando lo chiamarono giù dal mound, il punteggio era sul 7 a 3 per i Titani. E dunque Da Silva in quel momento era il "vincente". Ma sapete tutti come andarono poi le cose: quel disastroso rilievo di Cubillan mise le ali ai nettunesi. I quali, in piena esaltazione, si produssero in un vertiginoso recupero vincendo la partita 12-11 al dodicesimo inning!
Da Silva è il lanciatore che ha tenuto in vita il San Marino dopo quei due clamorosi knock-down d'inizio serie. E ieri sera Da Silva ha firmato l'aggancio del San Marino sul 3-3 respingendo indietro il Nettuno ch'era ad una vittoria dal titolo. E allora, sarà lo spareggio di stasera a decretare la squadra campione d'Italia per la stagione 2011.
Sul monte di lancio per ben tre volte da partente, Tiago Da Silva ha lanciato 23 inning. Imbattuto nei playoff (4 partite vinte e nessuna persa fra round robin e Italian Series), dopo una regular season da 7-1. Totale-carriera, in quattro anni di massima serie, 36 gare vinte. E appena 13 le sconfitte. Niente male, decisamente niente male, per un ragazzo di San Paolo del Brasile che era arrivato diciannovenne in Italia. Chiamato dai Rangers Redipuglia. Poi il trasferimento in Romagna: ottimo interbase e anche forte battitore con la casacca dei Marina Waves di Marina di Ravenna, in serie A2. E lì lo pescarono i dirigenti del San Marino.
Diventato cittadino italiano per matrimonio nel marzo 2008, Tiago Da Silva è da considerare il più importante investimento realizzato in questi anni dal Club del Titano. E con felicissima intuizione è stato indirizzato esclusivamente verso il ruolo di pitcher. Addio box di battuta. Addio assistenze spettacolari e doppi giochi difensivi, dal cuore degli interni. In compenso, è cresciuto un grande lanciatore: il numero uno in questi anni nel baseball italiano. Già campione d'Italia nel 2008 – nella sua stagione da rookie in IBL. Nella serie – anche allora – contro Nettuno.
L'altro uomo della provvidenza per San Marino è Jairo Ramos. Il gran maestro della battuta. Il più clutch dei giocatori in circolazione nella Italian Baseball League. Nei momenti decisivi, nei momenti delicati, nei momenti importanti, lui lascia il segno. Quarant'anni compiuti il 21 luglio scorso, una vita sui diamanti. Una vita passata a fabbricare battute valide. E homerun.
Venezuelano di La Guaira, una carriera professionale cominciata nel 1991 con Medicine Hat Blue Jays, Jairo Ramos è in Italia dal 1998. Dodici stagioni a Grosseto (due scudetti, una coppa dei campioni, due coppe italia, una supercoppa italiana), una stagione a Bologna, l'anno scorso (vincendo la coppa dei campioni) e dal 2011 "battitore designato" del San Marino. Voluto sul Titano dal general manager Mauro Mazzotti, già suo allenatore in Maremma.
Ebbene, Jairo all'età di quarant'anni sta firmando il suo "capolavoro". Producendo statistiche che hanno dell'impressionante. In questa serie finale per lo scudetto l'uomo di La Guaira – già da tempo in possesso del passaporto italiano – sta facendo registrare una media-battuta di 700. Sì, proprio così: settecento. Con 14 battute valide su 20 turni nel box. Spaventoso! Non ricordo qualcosa di simile da quando esiste questa formula. Batte d'intelligenza quando occorre la valida sicura, quella che fa avanzare un compagno in posizione-punto o lo manda a casabase. Batte di potenza quando occorre impressionare e intimidire gli avversari con un fuoricampo. E' l'incubo di ogni lanciatore del Nettuno, che infatti lo hanno già passato 9 volte in base su ball (più due "colpiti"). Comunque vada a finire questa serie, la prodigiosa performance di Jairo Ramos Gizzi è destinata alla storia.
Il Nettuno in gara6, allo stadio sammarinese di Serravalle, non ha giocato da… Nettuno. Mi riferisco all'attacco. Non si è mosso sulle basi con la consueta aggressività. ha lasciato corridori in seconda e terza base al quinto inning. Aveva aperto il suo sesto attacco mettendo in base Kelli Ramos e Sanna (prima e seconda occupate, sero out), andando poi a subìre tre strikeout consecutivi! Per quanto riguarda il monte di lancio… la coperta era corta, inevitabilmente corta, troppo corta. Io, comunque, avrei usato Masin come "partente".
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