Sono due lanciatori, il partente Jeremy Hellickson dei Tampa Bay Rays per la American League e il closer Craig Kimbrel degli Atlanta Braves per la National League, i vincitori del prestigioso "Rookie of the Year".
Nel 2011 il ventiquattrenne Hellickson ha ottenuto una media PGL di 2.95, 117 strike-out, 13 vittorie e 10 sconfitte in 29 partenze ed è il secondo giocatore dei Tampa Bay Rays a ricevere questa onorificenza dopo Evan Longoria nel 2008.
Nella NL si è imposto invece il ventitreenne Kimbrel che ha ottenuto il record di salvezze in MLB per un rookie (ben 46) in aggiunta ai 127 strike-out in 77 inning lanciati con una media PGL di 2.10 nel corso della stagione. Le 46 salvezze, in particolare, ha consentito a Kimbrel di essere il decimo giocatore nella storia della NL ad essere eletto all'unanimità "Rookie of the Year". L'ultimo era stato Alber Pujols nel 2001. Kimbrel è il settimo giocatore dei Braves a ricevere questo premio, il primo dopo Rafael Furcal nel 2000. Da notare che al secondo posto nella classifica dei migliori esordienti della NL si è piazzato il compagno di squadra Freddie Freeman (non accadeva dal 1989 con i Chicago Cubs), mentre al quarto posto troviamo Wilson Ramos, il catcher dei Nationals rapito circa una settimana fa in Venezuela e liberato da un commando che ha fatto irruzione nel nascondiglio dove era detenuto.
LA STORIA – Il "Rookie of the Year", nato nel 1940 ed assegnato dalla Baseball Writers Association of America, era inizialmente rivolto solo ai giocatori delle franchigie di Chicago (si chiamava "J. Louis Comiskey Memorial" in onore del presidente dei White Sox), ed è diventato un premio nazionale solo nel 1947. Nel biennio successivo venne assegnato ad un solo esordiente per tutta la Major ed i vincitori furono il prima base dei Brooklyn Dodgers, Jackie Robinson, primo afroamericano a giocare in Major, e l'interbase Alvin Dark dei Boston Braves, entrambi provenienti da franchigie della NL. Dal 1949 vennero selezionati un giocatore per ogni lega così come avviene oggi. Dei 128 giocatori premiati, 14 sono diventati nel tempo Hall of Fame (5 della American League e 9 della National League). Solo in due casi nella storia del "Rookie of the Year" la votazione si è conclusa con un ex-aequo: Butch Metzger e Pat Zachry della National League nel 1976 e John Castino e Alfredo Griffin della American League nel 1979. La franchighia che ha espresso i migliori esordienti è stata quella dei Dodgers. Tra Brooklyn e Los Angeles sono stati 16 i premi ottenuti, il doppio degli Yankees che con 8 giocatori detiene il record della American League. Gli esterni Fred Lynn (Boston Red Sox, 1975) e Ichiro Suzuki (Seattle Mariners, 2001) sono gli unici due giocatori che sono stati nominati Rookie of the Year e Most Valuable Player (MVP) nello stesso anno. Il lanciatore dei Los Angeles Dodgers, Fernando Valenzuela, è l'unico giocatore ad aver vinto il "Rookie of the Year" e il "Cy Young Award" nello stesso anno (1981). I giocatori più "anziani" ad aver vinto il titolo di migliori esordienti sono stati Sam Jethroe (esterno dei Boston Braves, 1950) e Kazuhiro Sasaki (lanciatore dei Seattle Mariners, 2000). Entrambi 32enni, il primo aveva 33 giorni più del secondo al momento dell'assegnazione del premio.
Determinare chi può essere definito "esordiente" ha scatenato da sempre molte polemiche. La regola, inizialmente molto discrezionale, ha cominciato a delinearsi secondo canoni ben definiti nel 1957, quando venne stabilito che per "rookie" si intende un atleta con meno di 75 turni nel box di battuta o 45 inning lanciati. Questo limite è stato successivamente modificato a 90 turni e 45 inning lanciati, oppure 45 giorni di presenza nel roster prima del 1 settembre dell'anno precedente. L'attuale standard è di 130 turni nel box di battuta, 50 inning lanciati o 45 giorni nel roster attivo di un club di Major League. Le discussioni riguardano principalmente quei giocatori che provengono da campionati importanti, come ad esempio quello nipponico, e vengono considerati esordienti al pari dei giovani provenienti dalle Minors. Ad accreditare questo principio però c'è chi dice che anche in passato venivano considerati come "rookie" atleti provenienti dalla Negro League, campionato di valore equivalente alla MLB tanto quanto quello nipponico attuale.
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