Da tifoso (prima partita vista nel '72) a radiocronista negli anni '80, da consigliere a Presidente della Fortitudo Bologna. Sessantuno anni, più della metà tra una pausa e l'altra trascorsi nella società biancoblu che ha tenuto alto il baseball sotto le due Torri. La European Cup è stata l'ultima fatica per Stefano Michelini, lo staff e la squadra. Se lo gode, giustamente, quel trionfo continentale. E proprio partendo dal recente successo che il numero uno felsineo traccia per Baseball.it un bilancio della stagione dell'Unipol. Con un occhio alla situazione del nostro baseball…
"Una grande soddisfazione la European Cup, non è stato per niente facile conquistarla – ammette Michelini – dura la qualificazione, poi in finale la sfida con il Nettuno. Vincere contro una grande formazione, sul campo avversario, con un pubblico straordinario, è stato tutto davvero molto soddisfacente".
Non ci siamo fatti mancare niente. C'è scappato anche il giallo delle date della European Cup…
"Quello che è successo con il calendario di Coppa Campioni non esiste. La CEB in primis ma anche le federazioni devono coordinarsi e coordinare i propri campionati per trovare prima gli spazi, occorre programmare, muoversi in anticipo. Che immagine possiamo dare altrimenti, incapaci di trovare una data per il massimo evento continentale per club. Un segnala d'allarme grave da cui ripartire…"
E con G.G. Sato cosa è successo esattamente?
"Non è stato solo un episodio dell'ultimo mese. Non era il giocatore di un tempo, si diceva stanco. Abbiamo aspettato fino all'ultimo, poi non abbiamo potuto passare sotto silenzio gli ultimi eventi. E' venuta fuori solo la realtà, nulla di nascosto, tutto trasparante".
Che giudizio assegna al rendimento della squadra in campionato?
"E' chiaro che c'è delusione per i playoff, ma se ricordo da dove siamo partiti la considero una buonissima stagione. La squadra non era considerata tra le favorite ma abbiamo fatto una grandissima regular season, poi abbiamo avuto due settimane di blackout. Quando arrivi primo in regular season è normale sperare di raggiungere la finale, ma occorre verificare sempre se ci sono le condizioni. Ritengo la Coppa un ulteriore merito dello staff tecnico, da Nanni a Radaelli e agli altri, dei ragazzi che hanno resettato e reagito, metabolizzando la sconfitta e rialzando la testa. Il gruppo c'è eccome…"
Presidente, detto sinceramente: la formula IBL la convince?
"Occorre ripensarla, trovando dei correttivi. Questa formula non funziona soprattutto per la IBL2. Il progetto franchigie non ha portato i risultati sperati. La proposta di aumentare il numero delle squadre partecipanti potrebbe essere interessante, ma dovrebbe essere un allargamento che deve arricchire e non impoverire. E' fondamentale comunque che le squadre intenzionate a fare la IBL abbiamo un progetto per starci stabilmente, è un campionato importante non tanto così… Se piazze importanti come ad esempio Roma facessero il salto, dovremmo solo accogliere questo fatto con entusiasmo, sarebbe un fatto straordinario per il movimento. Occorre però discutere come cambiare la IBL trovando tutti insieme come migliorarla. Due partite nella stessa giornata, ad esempio, secondo me non vanno bene. Il campionato deve essere una vetrina, occorre renderlo più appeal. Con alcune società stiamo provando ad elaborare un'idea da proporre anche alle altre e alla federazione".
Ma secondo lei com'è l'attuale livello tecnico del nostro campionato?
"Direi che si gioca un buon baseball. Il problema è che il nostro campionato è semiclandestino, nessuno sa quando giochiamo e dove. Il nostro mondo ne parla ma ci chiudiamo nelle nostre cose, a livello locale, è qualcosa, ma non basta. Eppoi alcuni stadi, compreso il Falchi, non sono particolarmente accoglienti. Francamente, di iniziative ne facciamo sempre, a Bologna c'è riscontro, ma il pubblico che viene a vederci è sempre quello… nella nostra città c'è tanta gente che è stata in tribuna e che conosce il baseball ma non viene. Io una ricetta davvero non ce l'ho".
Eppure eravate partiti molto bene…
"E' vero, dal 2003 abbiamo messo in pista una Fortitudo competitiva. Abbiamo vinto, l'interesse è ripartito, ma non è bastato per richiamare altro pubblico. Si è fermato ad un buon livello, ora stentiamo a ripartire".
La tanto discussa creazione della Lega delle società potrebbe cambiare lo stato delle cose?
"Se ne parla da tempo ma non so se potrà mai realizzarsi. Occorre un sostanziale cambio di mentalità. Se non metabolizziamo che abbiamo stessi interessi, che la partita è l'ultimo atto di un progetto comune, se non ci mettiamo in testa questo non si progredisce e il nostro baseball resta al palo. Il diamante è l'ultimo aspetto, si arriva lì per giocare l'uno contro l'altro ma dobbiamo arrivarci con una comunione di intenti. Non c'è dubbio che dobbiamo tutti partire da una base comune".
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