Il saluto di Grifantini: "Voglio tornare ancora!"

Il lanciatore italo-americano del Cariparma è rientrato ieri in California. Un bilancio dei quattro anni trascorsi in Italia, sospeso tra la malinconia per la partenza e la speranza del ritorno l'anno prossimo

Quando leggerà queste righe Marco Grifantini sarà già dall'altra parte dell'oceano, nella sua California. Parma sarà lontana migliaia e migliaia di kilometri, ma forse solo fisicamente. Perché a giudicare dal suo sguardo quasi malinconico dell'ultima serata parmigiana, la città ducale rimarrà ben fissa nella sua mente e nel suo cuore. Parma e l'Italia: durante la nostra ultima chiacchierata dal vivo del 2012, Marco indossa la felpa azzurra ufficiale della nostra nazionale. "Aver indossato la maglia azzurra e aver anche vinto due europei – ha spiega con un filo di emozione – è per me un punto d'orgoglio. E' la chiusura di un cerchio per la mia famiglia: mio nonno dall'Italia era emigrato negli Stati Uniti e io dopo tanti anni sono venuto a giocare e ad indossare la maglia della nazionale! Anche se qualcuno dice che non sono un vero italiano, io mi sento non come un vero italiano, ma sono italiano!"
Ovviamente spera di poterla indossare ancora. Quando gli chiedo se siamo al momento degli addii, come qualche voce malandrina vuole sostenere, oppure se ci vedremo ancora, lui risponde così: "Spero di tornare per giocare ancora. Io amo l'Italia e Parma, quindi voglio tornare. Vediamo!"
Sicuramente, a meno di clamorose esclusioni, farà parte del gruppo azzurro che sosterrà lo spring traininig in Arizona in vista del World Baseball Classic, poi ci sarà da valutare la situazione di Parma, al momento incerta. Sicuramente si può fare un bilancio dei quattro anni intensi che Marco ha speso nella città ducale. Quattro anni, tanto tempo, ma anche tante emozioni:" Tanti splendidi ricordi che mi porto dentro! Tanti anni, ma non sono troppi per me. Voglio continuare a tornare e continuare a giocare il più a lungo che posso. Aiutare Parma, aiutare la gente a sentire il baseball nello stesso modo in cui lo sento io"
Quando è arrivato a Parma nel 2009 sembrava un ragazzo timido, è entrato in punta di piedi, ma in breve tempo ha dimostrato tutto il suo valore, fino a diventare un campione: "Si, ho imparato tanto in Italia. Prima di tutto come rapportarsi con la cultura italiana. Che è completamente differente a quella americana. Ma anche come giocatore di baseball, come persona. Sono contento perché è stata una splendida esperienza per me!" Gli ricordo il giorno del suo esordio nell'aprile del 2009 in un sabato pomeriggio al vecchio Europeo contro il Bologna. Un inizio perfetto, poi l'infortunio all'inguine che aveva fatto temere il peggio. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta…"E' passato tanto tempo da allora – esclama sorridendo – E' stato difficile, ma è stato un percorso molto positivo. Non saprei cos'altro dire: sono soddisfatto di aver dato una mano alla squadra, anche alla nazionale per vincere i due europei. E voglio continuare a farlo".
Proprio la nazionale merita un capitolo a parte: "Vedere il gruppo crescere di anno in anno, sentirsi sempre più uniti, come una squadra di club, è stato un grande segnale per la crescita del baseball italiano. Solo quattro anni fa quando sono arrivato non lo avrei potuto nemmeno immaginare".
Tornando al Parma che vinse lo scudetto nel 2010 e che nel 2011 arrivò ad un passo dalla serie finale e perse solo all'ultimo atto con San Marino il titolo europeo:"A Parma c'è sempre stato un gruppo molto unito. Io penso che la cosa migliore per me a Parma sia stata il modo in cui siamo riusciti ad essere tutti uniti come amici e anche come giocatori".
Quest'anno però non è andata molto bene: "Credo che fossimo una squadra veramente molto giovane. Era sempre una squadra unita, ma ci sono stati molti cambiamenti, poi molti infortuni, però le basi per il futuro sono buone. Ci sono tanti bravi giovani e i giocatori più anziani hanno acquisito maggior esperienza per aiutarli a crescere. Quindi penso che il futuro sarà molto buono per il Parma baseball". Anche se pare che in società ci siano dei problemi economici:" Io spero il meglio per Parma. E' il primo posto in cui sono stato fuori dagli USA, è il posto in cui sono stato amato. Gli auguro di superare i problemi e di continuare a giocare, continuare a vincere! Voglio continuare a vedere Parma in futuro ancora in IBL, ai massimi livelli"
In conclusione dell'intervista gli chiedo di lasciare un messaggio ai compagni e alla gente di Parma: "Continuate a giocare più duro che potete, continuate a lavorare più duro che potete, vi voglio bene!" Poi torna in mezzo ai suoi amici, ma il sorriso è abbozzato, lo sguardo leggermente malinconico. Eravamo abituati a salutarci con il sorriso,certi di rivederci nel giro di due tre mesi, quest'anno ancora non si sa. Lui ha dimostrato di volerlo, staremo a vedere se sarà possibile. Per ora, in bocca al lupo Campione!

Informazioni su Matteo Desimoni 337 Articoli
Nato a Parma l'8 febbraio 1978, laureato all'Università di Parma in Scienze della comunicazione, con tesi di laurea "La comunicazione in una società sportiva: il caso dell'A.S.D. Baseball Parma", collaboratore della "Gazzetta di Parma", iscritto all'ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti, dal settembre 2009. Ha collaborato nel 2005 anche con "L'informazione di Parma". Dal luglio 2009 a fine agosto 2011 ha ricoperto l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa della società A.S.D. Baseball Parma. E' l'ideatore e direttore responsabile del periodico gratuito "Baseballtime" distribuito sui campi da baseball della provincia di Parma. Ha iniziato la carriera da giocatore a 8 anni, nel 1986 nelle giovanili dell'Aran Group, poi ha militato in diverse squadre della provincia di Parma e debuttato in serie B con il Sala Baganza e in serie A2 con la Farma Crocetta nel 1998. Dal 2002 al 2008 ha allenato le giovanili di Crocetta e Junior Parma.

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