Contenimento dei costi societari. E' questo il "must" secondo Riccardo Fraccari, in un momento in cui "c'è un tornado economico e non si possono ipotizzare grosse proposte di sponsorizzazione". Il presidente della FIBS ha analizzato i diversi campionati e la più concreta strada da percorrere per affrontare l'attuale congiuntura è quella di ridurre le spese. "In IBL, secondo le stime, il 60{cbc9c2ecb3177d6eb29d8a0f1892b37a09d3821fbc1c8c94ee92bf433c23e560} dei costi è relativo ad atleti e tecnici, il 12{cbc9c2ecb3177d6eb29d8a0f1892b37a09d3821fbc1c8c94ee92bf433c23e560} se ne va in trasferte e il 7{cbc9c2ecb3177d6eb29d8a0f1892b37a09d3821fbc1c8c94ee92bf433c23e560} in tasse gara. Nelle altre serie, la situazione è diversa, dove l'incidenza dei costi di trasferta e delle tasse gara è più rilevante". Fraccari insiste inoltre sulla sensibilizzazione delle società per migliorare il prodotto baseball e softball e sulla ristrutturazione dei campionati, con un aumento del numero delle squadre: dalla IBL alla ISL (per il softball previste 16 squadre in 2 gironi da 8 più la riduzione ad una sola giocatrice straniera), ma anche il blocco delle retrocessioni in serie B per avere 30 squadre totali, divise in 3 gironi da 10, sempre con l'obiettivo di ridurre i costi. Sono soltanto alcune delle indicazioni di Fraccari che ha già pronta la relazione – intitolata "La forza delle cose fatte" – che presenterà sabato al Centro Congressi di Salsomaggiore durante la 34esima Assemblea Nazionale Ordinaria. In questa intervista esclusiva per Baseball.it il presidente FIBS (dopo Nino Micali e Claudio Carnevale) risponde ad una lunga serie di domande sull'attuale situazione del baseball italiano e non solo.
Presidente, partiamo dagli eventi più recenti: il trionfo europeo. Quale impatto potrebbe avere sul nostro baseball questa bella e netta vittoria sugli olandesi?
Questo splendido risultato della nostra nazionale, che si è riconfermata Campione d'Europa, non è certamente un caso ma il risultato di un progetto chiaro, portato avanti con determinazione e che passa attraverso lo sviluppo di un patrimonio atletico italiano e della tutela della nostra scuola. L'atleta è stato al centro dei nostri programmi e per questo abbiamo realizzato il progetto dell'Accademia e introdotto la normativa degli ASI. Ricordiamo che l'MVP, Avagnina, è un atleta di scuola italiana, così come il miglior lanciatore, Panerati, che proviene dall'Accademia, o Vaglio e così via. Dobbiamo continuare su questa strada. Ovviamente i ritorni saranno non solo tecnici. Come ha evidenziato il magazine "Sport Week", siamo lo sport di squadra più titolato in Italia, sia dal punto di vista della Nazionale che di Club in Coppa Campioni, e questo conta dal punto di vista dei contributi CONI. L'auspicio è che questo straordinario risultato metta tutti d'accordo sulla bontà del progetto che abbiamo portato avanti con Marco Mazzieri dal 2007 e che dia un altro indizio a chi non ha ancora capito che il campionato italiano è il migliore d'Europa, molto competitivo. Gli olandesi avevano in campo 10 giocatori che militano nelle Minor Leagues, noi solo 3.
Di recente, c'è stata anche la storica qualificazione della Spagna al WBC…
E questo dimostra ancora una volta la bontà del nostro livello tecnico. Il manager è italiano, un terzo dei giocatori milita nella IBL, ma a parte ciò avere una terza squadra europea che disputerà il World Baseball Classic sposterà sempre di più l'attenzione del mondo professionistico, e quindi della MLB, verso l'Europa, con ovvie ricadute positive in tutti i sensi.
La federazione europea quest'anno non ha certo brillato, anzi quasi un disastro… che vie d'uscita ci sono per far crescere il baseball continentale?
Condivido pienamente questa valutazione e come FIBS, unitamente alle squadre coinvolte nella Coppa dei Campioni, abbiamo, con forza, detto la nostra opinione. La Confederazione Europea deve far parte a tutti gli effetti di un progetto più ampio di sviluppo globale. Con tutto il rispetto degli altri Paesi, non è pensabile che Italia e Olanda non siano coinvolti nell'Esecutivo della CEB, non per gestire potere ma per portare idee e contributi allo sviluppo del baseball europeo.
Veniamo all'Italia, argomento franchigie: qual è il suoi giudizio in merito all'attuazione del progetto? È ancora valido?
Leggo testualmente in una nota dell'Adn-kronos del 25 settembre che Petrucci si complimenta con la pallavolo che da quest'anno farà un campionato di Serie A senza retrocessioni. Noi è già da qualche anno. E' una dimostrazione che abbiamo intrapreso la strada giusta se altri sport oggi ci seguono. Il progetto franchigie è l'unico che permette di fare il massimo per lo sviluppo dei migliori talenti e una programmazione alle società. Probabilmente occorre ancora un po' di tempo per qualche realtà per dare corretta attuazione a questo progetto.
Resta "in sospeso" l'accordo MLB su cui in tanti chiedono: a che punto siamo? Non ci sono più speranze o c'è altro?
Rispetto a quando, nel 2008, l'accordo di partecipazione della MLB alla IBL sembrava vicino, è cambiato tutto. Nel 2008 gli Stati Uniti entrarono in una pesantissima crisi economica, che frenò molti progetti. Successivamente, la visione internazionale è radicalmente cambiata. Oggi la MLB sta rivalutando la sua linea d'azione. Ma il dialogo è costante e la MLB è ben presente in Italia. E' partito il progetto con l'Australia, anche perché favorito dal fatto che le stagioni sono invertite. Oggi si guarda con molta attenzione ad un progetto che coinvolga anche il resto dell'Europa con un campionato post-season.
Ma la Major League cosa intende concretamente fare per il baseball in Europa?
La MLB International ha sede in Europa, a Londra. Ma ha deleghe solamente per la promozione e lo sviluppo. Una linea di azione diretta, con un intervento di partnership commerciale lo può decidere solo New York. Credo comunque che con i nuovi rapporti tra MLB e IBAF, con il fatto che il Classic è adesso il Mondiale IBAF, con la presenza di 7 paesi europei nel Classic e nel qualifier, con la campagna avviata per il rientro nel programma olimpico, l'impegno della MLB sarà sempre più consistente.
E poi c'era anche il famoso progetto dello stadio a Roma: Marino, Tor Vergata, Fiumicino… ma si farà mai?
Purtroppo questo non dipende da noi. La FIBS non è proprietaria di terreni. Ricordo che addirittura il sindaco Alemanno partecipò a un Esecutivo della IBAF tenutosi a Roma e presentò già la delibera e la localizzazione dello stadio, e poi? Tutte le volte che mi incontro con la MLB mi chiedono sempre a che punto siamo. Loro sono pronti a portare squadre professionistiche in Italia se ci fosse l'impianto e la nostra burocrazia come al solito ci fa perdere treni importanti. In Olanda stanno lavorando per questo. Penso che in questo momento le Amministrazioni locali siano affaccendate in altro.
Quindici giorni fa vi siete riuniti per la riforma dei campionati. Ma quale dovrebbe essere l'idea condivisa da portare avanti? Allargamento a 12 squadre, 10 o…?
Certamente il progetto della federazione è di allargare il campionato e coinvolgere le grandi città, ovviamente se ci sono le società che aderiscono, sia per dare più valore al movimento sia per una riduzione dei costi. Lo scorso mese di giugno è stato proposto un campionato a 12 squadre. Il progetto è stato discusso, ma non c'è unità d'intenti, ci sono pareri favorevoli e altri meno. Si discute se fare due o tre partite etc. A mio avviso, tenendo conto della situazione economica del Paese dobbiamo comunque analizzare tutte le possibilità per abbassare i costi societari, e non solo nella IBL. Così come sulle varie ipotesi di campionato a 10 o sul mantenimento dello status quo. Abbiamo deciso di affidarci a una concertazione a tutto campo con le società e proseguiamo su questa linea, anche se naturalmente questo comporta tempi più dilatati, rispetto a quello che succederebbe con una decisione univoca che viene dal vertice.
E quali città coinvolgere o che sono già pronte?
Reggio Emilia e Ronchi dei Legionari si sono espresse in questo senso anche alla riunione del 30 settembre. Dipende ovviamente dagli impegni che richiediamo. Roma invece mi sembra si sia chiamata fuori.
Torino è morta, Milano in coma, c'è una situazione difficile a Grosseto. Cosa ha in mente e cosa potrebbe la Federazione per cercare di dare una mano alle società?
La Federazione non ha certo la bacchetta magica né può sostituirsi alle Amministrazioni Comunali o alle società. Vorrei fare un distinguo. Torino deve fare i conti con una realtà economica locale in grave crisi che coinvolge tutta la società civile e non solo la realtà sportiva. Fabbriche che chiudono, persone che non hanno lavoro, mentre Milano ha problemi legati all'impiantistica, sui quali la Federazione può intervenire fino a un certo punto. Possiamo, come stiamo facendo, essere accanto a queste realtà individuando assieme di percorsi, come abbiamo discusso nell'incontro avuto a Torino, ma non vorrei che il ruolo della FIBS e del suo Presidente fossero sopravvalutati, perché non è che io possa dettare gli interventi ad un sindaco eletto dai cittadini di una metropoli. Grosseto è una realtà che ha visto una conduzione societaria che ha portato il club maremmano in una crisi economica e finanziaria e che, naturalmente, ha bisogno di tempo per tornare competitiva. Ma vedo che la società si sta rinforzando. Grosseto a mio avviso deve ritrovare un'unità e una collaborazione fra le diverse componenti e puntare sempre di più su atleti del loro vivaio, ricostruendo così il legame fondamentale con la città. Per fortuna c'è una amministrazione comunale sensibile. Al di là comunque di queste realtà credo che dobbiamo considerare con molta preoccupazione ed attenzione la grave situazione economica che stiamo attraversando e che ovviamente si riflette sul mondo dello sport in maniera pesante. Per questo il Consiglio Federale da mesi sta facendo un'attenta analisi su come e con quali risorse abbattere i costi societari. Ovviamente le considerazioni sono diverse da campionato a campionato. In alcuni, il costo preponderante riguarda il costo atleti e tecnici, in altri le trasferte e tasse gare etc. Per questo abbiamo individuato interventi diversi e differenziati a seconda delle diverse realtà, incluso un'analisi della attuale struttura dei campionati. Per evitare della facile demagogia e fare facili proclami abbiamo anche individuato le risorse da destinare a questi interventi, come ad esempio quelle derivanti dal World Baseball Classic 2013 e dalla ricaduta della riconferma del titolo europeo in Olanda. Fino a che non avremo un miglioramento della situazione economica del Paese credo molto realisticamente che questi interventi, assieme alla incentivazione di una attività giovanile di qualità, siano gli obiettivi fondamentali del prossimo anno.
Non crede che sia arrivato il momento di far partire una vera lega? La Federazione farebbe un passo indietro per cercare di far uscire allo scoperto l'effettiva capacità e volontà dei club…
La Federazione ha tutto l'interesse a far nascere una Lega che gestisca il campionato di vertice con una sua struttura, guidata da un Commissioner. Se ad oggi non è nata non è certo perché la federazione non abbia voluto, ma semplicemente perché le società non hanno ritenuto o non hanno potuto farlo. Il punto è che per far nascere una Lega non basta dirlo, serve un progetto, soprattutto serve una vera idea di condivisione di un progetto da parte delle società che andranno a costituire la Lega e servono delle risorse disponibili. Se posso permettermi, trovo curioso che si chieda alla Federazione di intervenire per aiutare le società e, subito dopo, di fare un passo indietro per favorire la nascita della Lega. La Federazione, da parte sua, è pronta a sedersi e a discutere come fare il massimo possibile per far partire la Lega e questo l‘ho ripetuto più volte alle società.
Un'ultima battuta in tema elezioni: non teme l'incompatibilità tra Presidenza mondiale e italiana? In passato questa situazione alla fine non giovò ad Aldo Notari…
Innanzitutto penso che il mio caso e di Notari, che era Presidente italiano, Europeo e Mondiale, siano due posizioni non paragonabili. Non lo sono né dal punto di vista dell'approccio al problema, con tutto il rispetto per Aldo Notari e la sua memoria, e nemmeno per il momento storico. Nel concreto: con il gruppo che mi sostiene da quando sono stato eletto, abbiamo discusso a lungo, nell'ultimo anno, e siamo giunti alla conclusione che un mio ultimo mandato fosse la soluzione migliore per preparare un cambio della guardia nel segno della continuità, così come abbiamo deciso assieme che sarebbe stato positivo per il nostro movimento una mia candidatura alla presidenza mondiale. Ovviamente, noi crediamo molto in quello che abbiamo fatto e in quello che abbiamo in progetto di fare e abbiamo grande rispetto del movimento. Con ampio anticipo, abbiamo annunciato la mia candidatura ad un nuovo mandato e prima delle elezioni ho chiarito che non mi ricandiderò. Se saremo riconfermati, e secondo lo stesso stile, presenteremo l'idea del futuro che abbiamo al movimento prima della scadenza del prossimo mandato. Dubito sempre molto di coloro che spuntano prima delle elezioni o si tesserano un mese prima per poter candidarsi. Mi chiedo sempre: ma prima dov'erano? Non abbiamo mai chiuso la porta a nessuno, anzi la spalanchiamo a chi concretamente vuol dare il proprio contributo al movimento, ma nel rispetto del lavoro svolto da tutti coloro che fino ad ora hanno portato avanti il baseball e il softball, giorno per giorno, con tanto sacrificio e mi riferisco anche a tutti i dirigenti che da anni sono in trincea assumendosi impegni sempre più gravosi.
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