I "big leaguers" ancora una volta nel vecchio continente. Dopo l'edizione inaugurale dello European Tour nel 2010 svoltasi in Olanda e Belgio e quella del 2011 in Olanda, Repubblica Ceca (Praga) e Italia (Parma), quest'anno i clinic hanno fatto ancora tappa nei Paesi Bassi, a Rotterdam, e a Londra (nella capitale britannica BBC e ESPN già pronte a seguire i giocatori pro della Major come istruttori per i prospetti inglesi). L'idea dello European Tour è del lanciatore olandese Rick van den Hurk dei Pittsburgh Pirates che nell'edizione 2012 è stato supportato dal connazionale Roger Bernadina (Washington Nationals), da Chris Dickerson (NY Yankees) e Jeremy Guthrie (KC Royals) e dal terza base sanremese Alex Liddi (Seattle Mariners).
Liddi, dopo il terzo clinic a Rotterdam, ha incontrato Stefano Iannelli, un dodicenne italo-olandese che gioca nella società di baseball "The Saints". Stefano ha papà italiano (Luigi, 49 anni) e mamma olandese (Carina, 47). Da qualche settimana il ragazzo (in possesso del doppio passaporto) è uno dei membri dell'Accademia degli Unicorns di Rotterdam. Se lavorerà bene nella prima accademia olandese di baseball fondata da Robert Eenhoorn, raggiungendo un livello tecnico superiore, Stefano potrebbe trovarsi nella situazione di poter scegliere tra due convocazioni, quella della nazionale italiana e della squadra arancione d'Olanda. Suo papà Luigi è nato a Roma e giocava a baseball nella Lazio: ricorda ancora con grande rispetto il massimo rappresentante della sua prima societa, il grande Giulio Glorioso. Laura, sorella maggiore di Stefano, gioca a softball nello stesso club "The Saints" ed è gà stata convocata nella pre-selezione nazionale delle cadette: inoltre la quindicenne fa parte della selezione regionale dell'Olanda del Sud con il team Blue Angels che quest'anno ha partecipato con due squadre al torneo "Under 16" di Arezzo (Tuscany Series). Anche Rosalie, la sorella più piccola di Stefano, gioca nei Saints di Rotterdam come catcher e prima base.
Stefano Iannelli è nato a Rotterdam nel 2000 e preferisce la posizione di interbase oppure seconda base. Qualcuno gli ha suggerito anche il ruolo di lanciatore, ma Stefano ha ancora bisogno di un po' d'incorraggiamento e maturità. Ma c'è dell'altro: Stefano era al massimo dell'entusiasmo ed onorato quando è stato il batboy degli azzurri di Mazzieri, campioni d'Europa in carica, durante la prima gara contro l'Olanda, durante il recente torneo continentale giocato a Rotterdam. Prima e durante il match, vinto dagli azzurri 4-3, Stefano ha dialogato con Mazzieri e diversi altri giocatori nel dug-out. Dopo la gara gli è stata regalata una palla firmata dal coach Mazzieri che conserva gelosamente nella sua camera. Stefano è stato anche batboy della nazionale spagnola ed ha così potuto incontrato un altro allenatore italiano, Mauro Mazzotti, recentemente incoronato miglior coach europeo del 2012. Il padre di Stefano non ha potuto vederlo dal vivo come batboy nello stadio di Rotterdam, perché si trovava a Roma dove Otello, il nonnno 88enne, era in ospedale per accertamenti ed analisi mediche. Grazie a RAI Sport 2, i due Iannelli a Roma si sono potuti godere la gara Italia-Olanda in TV con tante immagini di Stefano in azione come batboy.
"Se riesco ad arrivare al massimo livello qui in Olanda – dice Stefano – voglio giocare a Rotterdam per il Neptunus, ma nella Hoofdklasse mi piacciono anche l'UVV di Utrecht e i Pioniers di Hoofddorp, dove stanno per costruire un grande stadio di baseball per ospitare gare ufficiali di Major". Il padre Luigi, che vive e lavora in Olanda con la sua famiglia da molti anni: è un dirigente che si occupa di Amministrazione e Finanza ma con l'hobby di fare anche il dirigente di baseball nel club locale dei Saints. Luigi aggiunge che se Stefano sceglierà di intraprendere una carriera sportiva in Italia, potrebbe essere Nettuno la sua destinazione. Laggiù in riva al Tirreno la famiglia dispone di una casa estiva "dove spesso durante le vacanze abbiamo passato delle bellissime serate di baseball. "Invece – conclude Stefan – se non arrivo alla Hoofdklasse, voglio occuparmi di Sport Management, perché un lavoro a tempo pieno dietro un computer mi sembra terribile. Per i prossimi 5 anni però frequenterò il liceo Wolfert Tweetalig a Rotterdam dove parlo inglese e olandese".
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