Barry Larkin ha raggiunto un gran bel risultato. Con la guida dell’ex interbase dei Reds l’inesperta ma talentuosa squadra nazionale del Brasile ha, infatti, superato Panama col punteggio di 1-0 conquistandosi il diritto di disputare la fase finale del World Baseball Classic nel marzo 2013. Il fatto che Larkin sia riuscito a portare così lontano una nazione che è classificata al ventiseiesimo posto del ranking mondiale, è senza dubbio un’altra conferma della natura vincente di questo giocatore. Come se non bastassero le 12 partecipazioni agli All Star Game, i tre Gold Gloves, i nove Silver Slugger Award e l’Mvp Award del 1995.
Fra tutti i successi ottenuti, però, quello di lunedì scorso al Rod Carew Stadium di Panama City è forse il più inatteso. Panama, la squadra che si contendeva col Brasile l’accesso alla fase finale, era sulla carta ben più quotata. Composta di giocatori che sono regolarmente titolari in MLB come Carlos Ruiz, Ruben Tejada, Carlos Lee, la formazione centroamericana è stata sconfitta per ben due volte dai brasiliani che hanno in rosa un solo Major Leaguer, il giovane Yan Gomes. L’infielder-catcher, che solo di recente ha debuttato coi Toronto Blue Jays diventando il primo giocatore “carioca” a militare nel massimo campionato U.S.A., ha rovinato la giornata dei suoi colleghi panamensi segnando l’unico punto della partita. Ancor meglio di lui ha fatto il lanciatore Rafael Fernandes che ha lasciato gli avversari a secco di punti per ben sei inning. Una strepitosa e storica vittoria, dunque, che di certo farà bella figura nel palmarès di mister Larkin.
Certo resta da domandarsi cosa abbia spinto l’Hall of Famer a imbarcarsi in questa avventura. Forse il fatto che sua figlia faccia la cantante col nome di Cymcole e abbia lanciato da poco un singolo dance dal titolo “Bring on the Nite” proprio in Brasile, può aver avuto qualche peso in questa decisione singolare. Noi, però, che siamo dei romantici e non badiamo al gossip, preferiamo pensare che il buon Larkin abbia avuto ancora una volta voglia di interpretare il ruolo dell’underdog, come quando nelle World Series del 1990, assieme ai suoi compagni di squadra dei Reds, sconfisse i favoritissimi Oakland Athletics di Mark McGwire, Jose Canseco, e Rickey Henderson.
Certo è che adesso comincia il bello, perché il Brasile dovrà vedersela con i pesi massimi Giappone, Cuba e, ovviamente Stati Uniti. Chissà che mister Larkin non abbia voglia di togliersi qualche altra soddisfazione e lasciarci ancora una volta a bocca aperta. Sarebbe bello, infatti, per noi appassionati italiani poter seguire e tifare il Brasile che per una volta non partirà da favorito in una competizione mondiale.
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