Scrivere un articolo "impersonale" su Giannetto Landi mi risulterebbe praticamente impossibile.
L'ho conosciuto ai tempi del Sala Baganza, quando dalla squadra Juniores passai a quella iscritta al campionato di serie B. Splendido gruppo, quello del Sala, di ragazzi cresciuti insieme, molto amici tra loro, ma bravissimi ad accogliere e far sentire uno di loro anche chi arrivava in punta di piedi. Grande amicizia, tanta allegria, amore per il baseball. Giannetto in quel gruppo ci stava alla perfezione. Era il massaggiatore, ma soprattutto era un amico dei giocatori e della società. Quasi un confessore, a volte. Quando magari, più che un massaggio serviva una parola di supporto o una battuta. Persona unica, dai valori sani, di grandissima umanità e infinita generosità verso tutti. Sempre un sorriso, anche quando, a lui, la vita magari non sorrideva. Un altro ricordo di Giannetto è per me legato alla qualificazione olimpica di softball del 1999, organizzata al Quadrifoglio di Parma. Il presidente Aldo Notari aveva affidato la gestione del punto ristoro ad una società creata ad hoc dalla mia e da un'altra famiglia. Giannetto, che oltre ad essere un bravo massaggiatore era un ottimo cuoco, ci offrì il suo contributo. Che divenne fondamentale dal secondo giorno della manifestazione, quando in seguito a diversità di vedute, nella gestione del bar rimase solo la mia famiglia. Per cinque giorni fisso nel sotto tribuna di uno dei quattro campi a cucinare. Dal pulire l'insalata a cuocere le salsicce, Giannetto era instancabile e si faceva in quattro per fornire il suo apporto. Che non era solo manuale. I suoi consigli erano sempre preziosi, come il suo supporto morale nei momenti in cui un po' di sconforto sembrava prendere il soppravvento. Dico solo che una sera se non l'abbiamo obbligato ad andare a casa, poco ci è mancato. Tanta era la sua abnegazione, la sua generosità! Senza di lui non saremmo mai riusciti a concludere in modo degno il compito che ci era stato assegnato. Giustamente un piccolo riconoscimento economico c'era stato, ma lui non l'ha di sicuro fatto con quello scopo, ci avrebbe aiutati in ogni caso.
Qualche anno dopo l'ho ritrovato alla Crocetta. Io collaboravo come coach nelle giovanili della società di San Pancrazio, lui era, manco a dirlo, il massaggiatore della prima squadra. Anche li aveva ovviamente trovato il modo di farsi amare dai pochi che ancora non lo conoscevano. Un anno, credo fosse il 2007, Giannetto decise che quello sarebbe stato il suo ultimo campionato. Così, verso fine stagione, Andrea Picelli mi chiese se potevo scrivere un articolo su di lui per l'ultimo numero stagionale del giornalino della società, distribuito in occasione delle gare interne. Ovviamente mi mostrai non solo disponibile, ma soprattutto onorato. Ricordo che lui ne fu felice. E mi ringraziò, con il solito sorriso che più espressivo non si può. Io lo ricorderò così: con un sorriso e la battuta pronta, rigorosamente in dialetto!
Il baseball di Parma perde uno dei suoi figli migliori! Ciao, Giannetto, ci mancherai tanto!
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