La prima sfida in terra americana sarà quella di domenica notte (ore 20 locali di San Diego) al Petco Park tra Padres e Los Angeles Dogers. Le squadre della National League hanno l'arduo compito di cercare di strappare ai Boston Red Sox il titolo di campioni. Ma quali squadre si presentano ai box di partenza con le armi bene affilate? E quali invece si apprestano a competere ben sapendo di non essere all'altezza del compito? Cominciamo il nostro excursus in National League proprio dalla divisione dove giocano le squadre di Los Angeles e Phoenix.
WEST DIVISION – Alla luce luce della campagna acquisti e di ciò che si è visto durante la preparazione pre campionato, sicuramente la squadra che parte favorita è proprio quella californiana. I Dodgers hanno un monte di lancio davvero impressionante capitanato dal vincintore del Cy Young Award della scorsa stagione, Kershaw. A cui fanno compagnia Greinke, Ryu, Haren e Maholm. Il temibile closer Jensen completa il quadro. Per quanto riguarda i battitori, il prossimo rientro da infortunio dell'all-star Matt Kemp provoca un positivo sovraffolamento nell'outfield dei Dodgers. Oltre a lui, infatti, altri tre giocatori di calibro – Crawford, Either e Puig – si trovano a contendere un posto da titolare. Mister Mattingly avrà un bel da fare a tener buone le sue scalpitanti stelle. Al folto gruppo di campioni si uniscono l'interbase Ramirez e il prima base Gonzalez. Davvero una squadra temibile che ha tutte le carte in regola per ripetersi in testa alla propria divisione. In una ideale classifica virtuale, subito dopo – per quanto visto finora – vanno collocati i Giants. Gruppo solido che si basa sui soliti nomi noti – Sandoval, Posey, Cain, Bumgarner, Romo e Lincecum – cui vanno aggiunti gli acquisti di esperienza come Hudson e Morse e un certo numero di gregari di qualità come Pagan, Pence e Belt (da tenere d'occhio per un eventuale exploit).
A seguire, un numero di squadre di pari livello, a cominciare dai Diamondbacks. La formazione di Phoenix è guidata dal prima base stella emergente Goldsmith (autore l'anno scorso di una stagione eccellente) ma purtroppo impoverita dall'nfortunio al giovane lanciatore Corbin (operazione al gomito per lui e stagione finita) che certamente peserà.
Poi i Rockies, che dopo l'addio del prima base Helton, cercano di ritrovare una direzione affidandosi ai propri pezzi da novanta: l'interbase Tulowitzky e l'esterno Gonzalez.
Chiudono il gruppo i soliti Padres con una squadra fatta di veterani un po' bolliti e in cerca di rilancio, come l'esterno Quentin e il lanciatore Johnson (infotunato anche quest'anno) e qualche giovane di belle speranze come Medica e Ross.
CENTRAL DIVISION – Ben più incerta la situazione nel girone centrale dove ben tre squadre si giocano la vetta della classifica. A nostro avviso quella con più frecce nella propria faretra è la formazione di Saint Louis. I Cardinals hanno un monte di lancio competitivo che mescola l'esperienza di Wainwright al talento di Wacha. E, nonostante non abbia fatto acquisti particolarmente rilevanti durante la pausa invernale – se si esclude l'arrivo dell'interbase Peralta – può vantare diversi giovani talentuosi come il prima base Adams, il seconda base Wong e il lanciatore Miller. Squadra equilibrata, guidata con sapienza dal manager Metheney e che vanta dietro il piatto il ricevitore migliore della MLB, Molina.
Pirates e Reds si equivalgono, ma utilizzano ricette differenti per essere competitive con i vice campioni di Saint Louis. La compagine di Pittsburgh ha dalla sua un numero impressionante di giovani giocatori – Marte, Cole, Alvarez, Walker – a cui vanno aggiunti l'MVP dello scorso anno, McCutchen, e il ritrovato lanciatore Liriano. Con qualche aiuto dalle leghe minori, chissà che non sia questa la volta buona.
I Reds, invece, puntano su un gruppo coeso, sul prima base Votto e su un monte di lancio che sulla carta potrebbe essere il migliore del campionato, ma che deve fare i conti con numerosi infortuni: Bailey, Latos, Cueto e Chapman rischiano di essere fuori almeno per i primi mesi del campionato. Da tenere d'occhio l'esterno centro Hamilton, capace di stabilire nelle leghe minori il record di rubate di tutti i tempi (155). Riuscirà ad arrivare in base a sufficienza per mettere in fila cifre simili anche in MLB?
I Brewers, sono nel bel mezzo di una crisi di identità, per molti versi simile a quella che sta passando il loro giocatore simbolo Braun, sospeso l'anno scorso per doping. Riuscirà l'esterno a restaurare la propria fama di temibile battitore o finirà per rivelarsi un penoso bluff come è accaduto ad altri giocatori che hanno subito la stessa sorte?
Chiudono la classifica virtuale i Cubs colti da questo inizio di stagione quasi di sorpresa e nel bel mezzo di un processo di ricostruzione che parte dalle fondamenta. Molti i giovani talenti, l'interbase Baez su tutti, ma forse ancora troppo acerbi per debuttare in massima serie. Anno di transizione per Chicago. Come dal 1908 a questa parte, d'altronde.
EAST DIVISION – Concludiamo questa rapida panormaica della National League con il girone che forse presenta più incognite. I Braves e i Nationals hanno certamente squadre di livello superiore alle altre. I primi con Freeman, Simmons, Kimbrel, Hayward e Teheran vantano giovani dal futuro brillantissimo. Tutti messi sotto contratto a suon di milioni per gli anni a venire. Ma gli infortuni dei lanciatori Beachy e Medlen e la partenza del catcher McCann, sono boatoste che poche squadre possono affrontare senza contraccolpi. La società di Atlanta, però, è una di queste e certamente, anche stavolta, troverà risorse inattese nelle proprie affiliate di triplo e doppio A.
I Nationals, al contrario, sembrano avere affilato bene tutte le loro lame e per la prima volta si preparano ad iniziare la stagione con la formazione tipo al completo. Harper, Strasburg e i due Zimmerman (uno con due enne l'altro no) godono di buona salute e paiono pronti a riprendersi la vetta del girone dopo una stagione sfortunata.
Dietro a queste due squadre c'è una palude. I Mets puntano sui giovani e sul solito Wright. Molti nomi interessanti nelle leghe monori, specie tra i lanciatori, ma difficile che esordiscano prima dell'All-Star Game. I Phillies sembrano – almeno sulla carta – l'ombra della inarrestabile macchina da guerra di qualche anno fa e il declino degli ex MVP Rollins e Howard (e il peso dei loro contratti milionari) pare troppo anche per le spalle dei sempre solidi Utley e Lee.
Incognita Marlins. Come sempre. Monte ingaggi tra i più bassi delle MLB eppure diversi motivi di interesse spingono a tenerli d'occhio. Primo tra tutti il fenomenale lanciatore Fernandez. A lui vanno aggiunti il bombardiere Stanton e un manipolo di ragazzi che verranno gettati nella mischia fin da inizio stagione. Chissà che alcuni di loro non ci stupiscano. D'altronde, per la squadra di Miami, non sarebbe la prima volta.
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