Mike Conforto, la guida di Oregon State verso il titolo

Scatta la fase finale del campionato NCAA. Tra le squadre favorite figurano proprio i Beavers trascinati da uno dei migliori giocatori universitari dell'anno. Un esterno sinistro e slugger mancino di chiare origini italiche

Chiusa la regular season e i tornei delle varie conference, è stato stilato il "tabellone a 64", non senza le consuete sorprese. Come l'esclusione di Central Florida e West Virginia dal torneo Ncaa che scatta oggi con la disputa di 16 concentramenti ("Regionals") da 4 squadre ciascuno, le cui vincitrici si affronteranno fra loro in 8 "Super Regional" – miniserie al meglio delle 3 partite – che determineranno le 8 partecipanti alle College World Series, in programma come tradizione vuole ad Omaha nel Nebraska, sul diamante del Td Ameritrade Park dal 14 al 25 giugno.
Fra le otto (numero magico a livello Ncaa) teste di serie oltre a Virginia, Florida ed Indiana c'è soprattutto Oregon State – prima nel ranking di fine regular season secondo il sito specializzato Baseball America – che cercherà in tutti i modi di mantenere il titolo nazionale all'interno della Pac 12 conference per il terzo anno in fila dopo il successo di UCLA nel 2013 e di Arizona nel 2012. Per realizzare ciò si affiderà senz'altro al suo giocatore-simbolo, il potente esterno sinistro di chiare origini italiane Michael Conforto, leader di squadra nei punti battuti a casa (55) e detentore del record assoluto in questa categoria nella storia di Oregon State (175). Al centro del lineup dei Beavers, Conforto ha mostrato le sue qualità in battuta (.364 la sua media nel box con 7 fuoricampo e .518 di percentuale arrivi in base) portandolo all'attenzione degli scouts della Major League che predicono per lui un grande avvenire, però come terza base.
Le sconfitte inaspettate delle ultime settimane contro Washington ed Usc non sembrano preoccupare più di tanto il manager Pat Casey: Oregon State avrà come più probabili antagoniste Virginia (a lungo detentrice della leadership nel ranking Ncaa in questa stagione), Florida (vincitrice della regular season nella temibile Southeastern conference), Indiana (prima squadra della Big 10 ad ottenere una delle prime 8 teste di serie nel torneo finale), Florida State, Lsu e perché no la sorpresa più grande di questo 2014 ovvero Louisiana Lafayette che dopo la vittoria nella sua conference la Sun Belt ha ottenuto lo scorso fine settimana il numero 1 nella classifica nazionale.
Tanti i temi d'interesse della vigilia come ad esempio la 42esima presenza consecutiva di Miami, storica fucina di talenti (ricordiamo fra tutti Alex Rodriguez ), pronta a rinverdire i fasti del passato dopo alcune stagioni difficili. Prima apparizione assoluta invece per Kennesaw State e Sacramento State, mentre sarà presente per il secondo anno Jackson State che ha superato alla grande lo shock di un mese fa quando durante una trasferta il pullman della squadra ha preso fuoco, per fortuna nessun ferito ma tutto il materiale del team è andato distrutto.
Fra le sfide più interessanti dei Regionals segnaliamo quella fra Nebraska (allenata da Darin Erstad ex-Los Angeles Angels) e la grande favorita di inizio anno California State Fullerton. A seguire una incertissima Georgia Tech-Washington, proseguendo con il derby fra Texas e Texas A & M e senza dimenticare Oregon-Clemson che si affronteranno sul diamante di casa della favorita Vanderbilt nel Nashville Regional di cui fa parte anche Xavier, vittoriosa nel torneo della Big East conference nei confronti di Creighton (ex-squadra del nostro Federico Castagnini).
Nel gruppo delle possibili outsiders mettiamo Cal Poly, autrice di un 2014 fantastico (45 vittorie complessive), Kentucky del fortissimo lanciatore/prima base A.J. Reed – fresco di nomina a giocatore dell'anno nella blasonata Southestern conference – e Mississippi State, sfortunata finalista nel 2013.

Informazioni su Andrea Palmia 160 Articoli
Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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