Parma, tra grinta ed esperienza dopo il primo turno 

Sulla pagina Facebook della società dure critiche alla squadra. Alcune riflessioni sulla situazione del gruppo e sul progetto giovani della società. Che deve proseguire senza mal di pancia improvvisi

A Parma qualcuno non ha ancora capito che i tempi del cav. Donzelli e di Calisto Tanzi, di Mario Salvarani e della Germal, ma anche della Cariparma sono finiti da un pezzo. Ovviamente auguriamo alla società di poterli al più presto rinverdire e di ottenere gli stessi, se non maggiori, successi. Al momento, però sono finiti. E sarebbe carino che tutti scendessero definitivamente con i piedi per terra. E devo dire che gran parte degli appassionati e dei tifosi lo ha già fatto. Evidentemente non tutti però. Pare che ci sia ancora qualcuno che crede di aver a che fare con una squadra di fuoriclasse. Non è così. Parma ha la squadra più giovane del campionato. E' l'unica squadra del campionato che sui 10 giocatori schierati in campo (perché c'è anche il battitore designato..) ne ha 8 o addirittura 9 (nella partita del lanciatore ASI) italiani. Della squadra titolare che ha vinto lo scudetto nel 2010 sono rimasti i soli Desimoni e Sambucci. Uno ha 26 anni, l'altro 25 per intenderci. E a parte Scalera che in quel periodo era infortunato e Tagliavini che giocava a Reggio, tutti i giocatori presenti oggi nel roster quell'anno giocavano nelle giovanili o nelle serie inferiori.
Infine, dulcis in fundo, delle quattro squadre qualificate alla seconda fase (per chi non lo ha ancora assimilato, quest'anno i play-off li fanno solo le due finaliste…) è l'unica con la rosa quasi interamente composta da giocatori che non fanno del baseball la loro attività principale. Ossia che studiano o lavorano e alla sera, se possono, vanno ad allenarsi. Le altre tre squadre sono invece composte per l'80-90 {8f32ef77258d52ad595d667c0f67cfebc828b9bed1b23e8e0b2784027556346a} da giocatori "semi" professionisti. Semi perché il professionismo in Italia non è riconosciuto, ma per questi giocatori il baseball è la professione principale.
Nonostante questo, Parma è l'unica dell'IBL che fa allenamento tutti i giorni. Già queste cose dovrebbero bastare per rendere l'idea della differenza che c'è tra il gruppo di Munoz e le altre.
A proposito delle tre sfide contro Bologna ho letto, sul gruppo Facebook della società dichiarazioni secondo le quali questa squadra non saprebbe soffrire, mancherebbe di grinta nei momenti topici e non avrebbe fame di vittorie.
A sostegno di questa tesi è stato portato un esempio, secondo me, alquanto fuori luogo: ai mondiali di calcio del 1982 l'Italia sarebbe stata meno forte del Brasile (opinabile), ma ha vinto lo stesso perché, secondo chi l'ha scritto, avrebbe avuto più grinta.
Bene. Premesso che il baseball è completamente diverso dal calcio e che nel nostro sport la grinta e la fame di vittorie non bastano se non sono accompagnate da qualità e caratteristiche irrinunciabili come talento, esperienza, potenza, capacità di leggere e interpretare le singole situazioni, non mi risulta che nella nazionale di calcio campione del mondo nel 1982 ci fossero giocatori debuttanti, ma fior di campioni con alle spalle scudetti vinti e tante partite giocate in Coppa dei Campioni e in campionati del Mondo ed europei. Non sarà stata la squadra più forte, ma per sette undicesimi facevano parte del club (la Juventus) che nel giro di quattro anni avrebbe poi vinto 3 scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa e una coppa Intercontinentale.
Il Parma baseball, invece, va detto chiaro, è molto meno forte del Bologna. Per vincere avrebbe dovuto essere perfetto. E non lo è stato. La dimostrazione della differenza tra le due squadre è che nemmeno Bologna è stata perfetta. Semplicemente è più forte e soprattutto più esperta.
Se mai c'è da arrabbiarsi perché un giocatore dell'esperienza di Desimoni (10' stagione in IBL, due titoli europei e un World Classic con la nazionale azzurra) in un momento topico invece di tirare al taglio tira "dietro al corridore" e permette ad un avversario di guadagnare una base in più. Perché nell'azione successiva commette una stupidaggine uguale, con l'aggravante dell'errore di tiro e permette alla squadra avversaria di segnare un punto in più. C'è da arrabbiarsi perché un giocatore come Scalera, che di anni in IBL ne ha comunque 9, in situazione di corridore in terza e un out, con la sua squadra in vantaggio 2-0 al terzo, prende una lenta rimbalzante a metà della terra rossa e invece di fare l'out facile in prima cerca di prendere, senza riuscirci, il punto a casa! C'è da arrabbiarsi se un giocatore come Sambucci (che per altro è solo da elogiare per come ha giocato in battuta e in difesa, nonostante un infortunio che gli ha impedito di allenarsi fino a mercoledì), "solo" cinque stagioni in IBL, e diverse presenze in nazionale, dopo aver portato la squadra sul 2-0 con il lanciatore avversario in difficoltà, ruba la terza sul lancio con due out. Nonostante il "manuale" dica "MAI il terzo out in terza!"
Questi sono errori mentali, sui quali è giusto arrabbiarsi, che hanno inevitabilmente affossato la squadra nella partita di venerdì. Ed è giusto arrabbiarsi proprio perché a commetterli sono stati giocatori dai quali ci si aspetta di più. Non si possono tollerare. Poi è chiaro che se i giocatori più esperti commettono leggerezze di questo genere e la squadra va sotto, poi fa fatica a reagire. Non è questione di aver fame di vittorie. Chi non ha fame di vittorie non fa una partita con l'intensità del Parma di giovedì sera, non arriva quasi a rimontare una partita nella quale ha subito 9 punti al primo inning. Un giocatore che non sa soffrire non va in campo nonostante un infortunio e gioca una partita strepitosa con prese in tuffo, doppi giochi e quant'altro.
Quello di Parma è un bel progetto, interessante, ma al tempo stesso difficile. Bisogna avere la forza di portarlo avanti e di difenderlo anche quando i risultati non arrivano. Si era detto che questo era l'anno zero e l'obiettivo era la qualificazione alla seconda fase per poter programmare meglio la prossima stagione. La squadra l'ha centrato anche in modo sufficiente. Adesso potrà togliersi belle soddisfazioni vincendo anche qualche partita di prestigio, ma alla distanza è chiaro che le differenze emergeranno. Senza che ci si debba strappare i capelli. Un aiuto in più lo potrà dare, eccome, un giocatore come Camilo. Ma i miracoli non li può fare nemmeno lui. A proposito: al limite, ma proprio al limite, più che interrogarsi sulla fame di vittoria di giocatori di 20 anni, sarebbe più utile interrogarsi sul perché Parma riesce a portare in Italia il suo ultimo straniero venti giorni dopo le altre…

Informazioni su Matteo Desimoni 337 Articoli
Nato a Parma l'8 febbraio 1978, laureato all'Università di Parma in Scienze della comunicazione, con tesi di laurea "La comunicazione in una società sportiva: il caso dell'A.S.D. Baseball Parma", collaboratore della "Gazzetta di Parma", iscritto all'ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti, dal settembre 2009. Ha collaborato nel 2005 anche con "L'informazione di Parma". Dal luglio 2009 a fine agosto 2011 ha ricoperto l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa della società A.S.D. Baseball Parma. E' l'ideatore e direttore responsabile del periodico gratuito "Baseballtime" distribuito sui campi da baseball della provincia di Parma. Ha iniziato la carriera da giocatore a 8 anni, nel 1986 nelle giovanili dell'Aran Group, poi ha militato in diverse squadre della provincia di Parma e debuttato in serie B con il Sala Baganza e in serie A2 con la Farma Crocetta nel 1998. Dal 2002 al 2008 ha allenato le giovanili di Crocetta e Junior Parma.

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