La differenza sostanziale tra un exploit estemporaneo e una riconferma convincente al vertice si estrinseca spesso, oltre che nella continuità di risultati, anche nell'impatto e negli effetti esercitati sull'immaginario collettivo da determinati fenomeni. Pensiamo ad esempio alla grande disparità di suggestioni ispirate dall'universo romantico, eppur fugace delle stelle cadenti, contrapposta alle commistioni policromatiche offerte dal magico scenario delle comete. Mentre nel primo caso la flebile fonte luminosa si affievolisce rapidamente, concedendoci giusto il tempo di un brivido oculare da trasformare in desiderio furtivo da imbastire al volo, la splendida sublimazione delle palle di "neve sporca" nella chioma delle comete al pari della forza esercitata da radiazioni e venti solari che ne fa risplendere le code infinite richiama scie di trionfi, successi, imprese da ammirare, anche senza l'ausilio di binocolo o telescopio.
Non abbiamo dovuto consultare gli astrofisici più accreditati in materia qualche giorno fa sul terreno del "Leoni" di Casteldebole per testimoniare in prima persona il passaggio dei Lampi Milano da possibile/presunta meteora a cometa radiosa. Una stella arricchita da un'elevata concentrazione di immaginazione e fervida creatività, propria dei piccoli edificatori di grandi sogni, alla base di quelle imprese significative che da due stagioni ormai drappeggiano e si stringono intorno all'incredibil coda ionizzata meneghina. Sul diamante emiliano, la logica, l'aritmetica, la statistica e il buon senso hanno stretto un altro patto segreto che ha consentito una volta di più alla storia di muoversi controcorrente.
Il Leoni ha infatti sancito la riconferma inequivocabile e contro pronostico dei Lampi Milano al vertice del baseball per ciechi al termine del secondo epilogo di campionato tutto milanese in altrettante stagioni che ha opposto i "Giurleo Boys" ai cugini Thunder's 5. Ennesimo episodio di una saga accesa ed appassionante, che nel giugno 2013 ci aveva già regalato una prima entusiasmante finale stracittadina che aveva sancito il primo scudetto dei Lampi. Secondo titolo consecutivo quindi per i "Giurleo Boys", se vogliamo ancora più inatteso e insperato rispetto al tricolore conquistato dodici mesi fa, favorito solo in parte da quella chimica sfacciata ed incosciente che aveva cementato il coraggio e la determinazione dei Lampi nel 2013. "Giurleo Boys" per altro notevolmente indeboliti quest'anno sotto il profilo squisitamente tecnico dopo le partenze di Oliveri e Trefolello, tornati a Firenze, penalizzati inoltre dal rendimento a corrente alternata di qualche pedina all'interno del proprio roster, causa frequente di black-out mentali e cali di concentrazione che hanno spesso minato la psicologia dei milanesi in regular season come in semifinale.
Lampi opposti ancora una volta alla tradizione dei Thunder's Five, 6 titoli nelle ultime 10 stagioni, ribattezzati quest'anno "L'Armata Rossi", guidati in dug-out dall'esperienza di un'autentica icona del battiecorri meneghino come lo skipper Dario Rossi. Rinnovato quindi in diamante l'affascinante contrasto di stile tra il "power-ball" muscolare dei Tuoni e lo "small-ball" accorto ed ordinato predicato dallo skipper dei Lampi, Fabio "Mago Giurlì" Giurleo: alchimista sopraffino nell'ancorare l'ottimo materiale umano ed atletico a sua disposizione intorno ad una difesa ordinata, impermeabile, concentrata ad eseguire il proprio gioco legato all'esecuzione dei fondamentali di un baseball che lascia davvero poco all'improvvisazione, sostenuto da un attacco fluido e redditizio, in cui i 5, 6 tasselli intercambiabili all'interno del line up sono in grado di garantire una buona produzione offensiva. Tuoni infine assetati di "vendetta" e di titoli dopo un'astinenza da trionfi che si protrae ormai da tre stagioni, bruciati sul filo di lana dai cugini Lampi lo scorso anno, piegati nettamente dalla Fiorentina nel 2012.
Pubblico davvero folto al playball, schierato in gran parte a sostegno degli sfavoriti Lampi. Si gioca con la nuova formula prevista sulla distanza delle tre gare con disputa di tie break in caso di successo alternato tra le finaliste. Alta tensione già in avvio di primo match, elemento che gioca subito un brutto scherzo ai Tuoni, sorpresi dalla serenità filosofica degli avversari che rintuzzano immediatamente uno svantaggio di due lunghezze già nella parte bassa della loro prima ripresa offensiva e sommergono letteralmente i cugini con una raffica di valide, trascinati dal binomio Dieng-Vasquez. I Lampi scavano un solco significativo dopo due inning, portandosi sorprendentemente a condurre per 10-2 dopo mezzora di partita, nell'entusiasmo generale sugli spalti, mentre nervosismo, sconcerto ed una giustificabile incredulità serpeggiano intorno al dug-out di skipper Rossi. I Tuoni sfiorano il tracollo prima di abbozzare una timida reazione nell'alta del terzo, che si materializza in 3 punti a referto, propiziati dalle valide a segno per il solito immenso Sarwar Ghulam (6 su 7 nel box, 1 fuoricampo, 4 punti battuti a casa), protagonista della scossa che accende i compagni ed iscrive ufficialmente i Thunder's 5 a questa finale. Nella parte centrale del match, Vasquez soffre un leggero strappo alla gamba sinistra che ne limita significativamente mobilità e reattività in campo. Ne approfittano immediatamente i Tuoni segnando 4 punti tra alta del quinto e il sesto inning che riavvicinano minacciosamente l'Armata Rossi sull'11-9 dopo 6 riprese. Risalita Thunder's propiziata dal grande cuore di Capitan Francesco "El Presidente" Cusati (4 su 7 nel box, 3 punti battuti a casa), spalleggiato dal lead-off Fabio "Littorina de Trastevere" Scali (4 su 8, 1 punto battuto a casa), Dedaj (3 su 8, 1 punto battuto a casa), suggellata dall'homerun di Ghulam. La difesa Lampi stringe i denti nell'alta del settimo ed ultimo attacco Thunders, limitando i danni ad un solo punto concesso. Esplode la gioia dei "Giurleo Boys" al terzo out registrato da Dieng che chiude il match sull'11-10 e regala ai Lampi un notevole vantaggio psicologico in vista di gara-2. Tuoni comunque ammirevoli, fermati ad un passo dalla clamorosa rimonta, migliori al piatto sul piano statistico per quanto discontinui e condizionati da un eccessivo nervosismo iniziale contro una formazione Lampi rimaneggiata, comunque lucida e compatta nei momenti decisivi. Scorrendo il box score dei "Giurleo Boys",Dieng sugli scudi (4 su 6, 3 punti battuti a casa), sostenuto da Capitan Maurizio "Metronomo" Scarso (4 su 6, 2 punti battuti a casa), da un Vasquez commovente e più forte del dolore (1 su 6, 3 punti battuti a casa), Claudio "Pianista" Levantini (2 su 6, 1 punto battuto a casa) e da un ottimo Matteo Comi in crescita esponenziale nel ruolo di DH (3 su 6, 2 punti battuti a casa). Da sottolineare inoltre la prova maiuscola e senza sbavature di Ilaria Granata, fedelissima al proprio motto in postseason, "Quando conta, io ci sono".
Tuoni con le spalle al muro in avvio di secondo match, disperatamente aggrappati all'aforismo reso celebre da coach Tomjanovic nel basket NBA: "Mai sottovalutare il cuore di un campione". Approccio rabbioso alla gara per gli atleti di skipper Rossi, evidentemente sciolti nel box come in difesa da un senso d'urgenza dettato dalla situazione e dal grande orgoglio insito nel DNA di una franchigia che ha dominato la scena AIBXC per quasi un decennio. Il secondo atto di finale si trasforma presto in una fantastica corale Thunder's, poderosa, armoniosa, cinica,sottraendo qualsiasi forma di suspence e pathos al match. Tuoni già avanti 6-1 in chiusura di prima ripresa, 9-2 dopo due inning, in grado di archiviare la pratica in meno di un'ora per manifesta superiorità dopo 5 riprese con l'eloquente punteggio di 14-3. "Armata Rossi" infiammata dalla prova balisticha superlativa di un Ghulam in versione one-man show (5 su 6, 2 HR, 7 punti battuti a casa), sostenuto dal DH Dedaj (4 su 6, 2 punti battuti a casa), Nesossi (3 su 6, 2 punti battuti a casa) e Scali (4 su 6, 1 punto battuto a casa). Tra i Lampi, in evidente calo difensivo e orfani di Vasquez, Dieng è ancora l'ultimo a mollare (1 su 3, 2 punti battuti a casa).
Finale 2014 affidata quindi al terno al lotto davvero crudele del tie break, giocato nel tardo pomeriggio, in un clima di tensione incredibile. Pubblico rapito, estasiato, incantato da uno spettacolo comunque avvincente, meno appassionante ed emozionante tuttavia rispetto ai colpi di scena regalati dall'epilogo 2012, in virtù dell'andamento totalmente asimmetrico, a senso unico alternato dei due match di questa finale.
Tie break quindi: al piatto gli sluggers delle due squadre. Partono i Lampi con Dieng nel box che approfitta di un'interferenza chiamata all'assistente vedente Thunder in seconda per realizzare il primo punto dei "Giurleo Boys". La giostra Lampi si chiude con 3 punti a referto, battuti da Levantini e Scarso. I Tuoni si affidano alla potenza devastante di Ghulam che cerca subito uno swing decisivo che avrebbe regalato l'immediato pareggio ai Tuoni. Sfortunatamente, la "legnata" dell'ottimo clean up pakistano si perde nell'aria rarefatta di Casteldebole, atterrando in esterno, ben oltre i limiti consentiti dal regolamento. E' un sanguinosissimo "Infly out". Due giù quindi, basi cariche, tensione alle stelle in diamante. Si presenta nel box per i T5 Ivan Nesossi, che batte valido. Prima dell'arrivo di Nesossi in seconda, la voce del capoarbitro Amurri squarcia improvvisamente il silenzio tombale e carico di suspance: "Out a casa"! Game Over! Lampi Campioni d'Italia 2014. Si scatena il delirio sul monte, nei pressi di terza base e sulle tribune.
I Lampi, definiti lo scorso anno "Quei brutti anatroccoli trasformati inconsapevolmente in cigni", bissano l'impresa, si cuciono un secondo scudetto sul petto, passando, attraverso un processo molto più consapevole, da meteore a stelle comete. Esplode la gioia sfrenata dei "Giurleo Boys" nel dopo partita, simboleggiata anche quest'anno dalle evoluzioni artistiche racchiuse nella "Danza Tribale inscenata da Matteo "Bedeo" Briglia e Matteo "Mezzofondista col cappello" Comi sulla terra rossa dell'interbase, seguita da un trenino contagioso che coinvolge l'intera squadra lungo il Leoni. I Tuoni si abbandonano a lunghi momenti di smarrimento, rabbia, amarezza comprensibile, esemplificati dagli sguardi vitrei nel vuoto di giocatori e tecnici.
Come per la Finale 2013, ha trionfato la serenità e la coesione dei Lampi, squadra sostanzialmente compatta nei momenti più delicati del match, sostenuta da una lucidità e da una grinta dettate dall'oggettiva inferiorità tecnica rispetto agli avversari, compensata ancora una volta da una forza mentale e psicologica incredibile. Merito di skipper Giurleo, letteralmente stravolto dall'emozione a fine partita, decisamente più commosso rispetto all'anno scorso. Davvero toccanti le dichiarazioni dello skipper "Alchimista" a Baseball.it: "Questi ragazzi riescono a darmi soddisfazioni immense… Dovranno però pensare a dotare la squadra di un defibrillatore in vista della stagione 2015: penso che le mie coronarie non potranno reggere uno stress simile anche la prossima stagione".
Interessanti le parole di Capitan Scarso: "Non riesco ancora a crederci, ha chiosato uno stralunato "Metronomo" nel club house tricolore. "E pensare che quest'anno non ci avrei scommesso un centesimo sulla riconferma. Non vedevo oggettivamente quella chimica di squadra, quel sacrificio, quella consapevolezza, pur nell'incoscienza, che ci aveva fatto volare nel 2013. Eppure…."
Eppure, Capitano Lampi che conquista il terzo scudetto in carriera, mentre i senatori Vasquez e Levantini si forgiano del quarto titolo assoluto. Secondo trionfo invece per Comi, Briglia, Granata, Scotton, Buelloni, Chiapello, Dieng, come per gli allenatori ed assistenti Giurleo, Molon, Giovinetti, Napolitano, Pagani, Paradiso, Zappa e Burato. Lampi che possono quindi ancora alzare gli occhi al cielo, rispecchiarsi nella scia della propria cometa e, in caso di serate nuvolose, godersi in estasi totale uno splendido temporale estivo in cui, come è giusto che sia, le leggi della fisica saranno pienamente rispettate: prima i Lampi, fulgidi, seguiti a debita distanza dal borbottio sommesso dei Tuoni.
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