Fine andata e UnipolSai padrona anche della prima metà del girone di semifinale, così come era stato della prima fase. Dopo la sconfitta per 1 a 0 di giovedì a Bologna, Munoz si è adeguato alle scelte di Nanni a proposito dei lanciatori, giocando ASI contro ASI gara-due a Rimini, e ha vinto con tre punti senza valide al 7°. Poi gli è mancato Parise nel recupero di ieri. Tre homer in tre inning (Liverziani, Sambucci, Suarez da tre), per un totale di cinque punti entrati su palle finite oltre la recinzione non sono cosa che puoi offrire su un piatto d'argento a una squadra come quella bolognese. Anche se dopo anche hai una coppia di rilievi come quella formata da Escalona e Moreno, non te ne fai nulla. Però da un attacco che nelle prime due giornate della seconda fase era sembrato un palmo sopra, ci si aspettava qualcosa di più. Anche contro il gran Rivero in versione domenicale e diurna al Falchi, per quanto quello dei pirati resti il line up con la miglior media, dopo nove gare. Il fatto è che forse il monte di lancio della Fortitudo (1.83 il pgl, contro il 3,29 della T&A, il 3.36 del Rimini e 6.75 del Padova) sta dando un giro a tutti.
Certo che il San Marino, con quella sconfitta dopo sei supplementari, con tre valide in meno realizzate dall'avversaria, ha perso una grossa occasione. Quando si sono affrontati i pitcher italiani infatti non c'è stata partita: 18 valide a 5, 17 punti segnati, 7 su fuoricampo (tre con quello di Santora, quattro con quello di Chiarini). E ieri è stata brava la T&A a sfruttare un brutto terzo inning di Lopez (quattro delle sue sei valide subite – doppio di Duran, singoli di Mazzuca e Ramos – sono venute lì), e soprattutto a non pagare tre errori difensivi, venuti in situazioni non decisive. Ovviamente più Teran e Cubillan (4.2 riprese giovedì) in pedana, come cambi di Berg. Una sconfitta in meno, per gli uomini di Bindi, potrebbe pesare quando si faranno i conti alla fine.
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