Quando Vasquez batte su Olmedo per il ventisettesimo out della strepitosa partita di Carlos Richetti, manca ancora mezzora alla mezzanotte ovvero al compleanno dello stesso pitcher dei Pirati, vero asso nella manica nella cavalcata che ha portato la squadra di "Pepita" Munoz a conquistare la quarta finale scudetto consecutiva. Miglior regalo a se stesso per le 32 candeline e a compagni e tifosi, Richetti davvero non poteva farlo. Centoventi lanci, 4 sole valide concesse al line-up dei Titani e soprattutto un solo punto, quello che al 4° inning aveva rimesso in corsa San Marino per una vittoria che avrebbe riaperto tutto in ottica finale scudetto. Invece se ne vanno nel cassetto tutti gli astrusi calcoli per stabilire il TQB in caso di arrivo alla pari: l'ultima giornata del girone playoff metterà in campo sei gare "amichevoli", cosa mai successa in precedenza.
E 12 anni dopo, Rimini torna a fare tripletta ai danni dei vicini Titani, ormai da tempo passati dal rango di "cugini poveri" a quello di presenza fin troppo ingombrante, specialmente in occasione delle partite decisive della stagione. Era l'estate del 2003 quando un certo Dave Nilsson, con un fuoricampo per partita, contribuiva allo sweep dei Pirati a Serravalle. La tripletta del 2015 invece, oltre all'effige trionfale di Richetti, viene griffata da una squadra concentrata e decisa a non fallire l'occasione e da un attacco finalmente cinico, a tal punto da segnare i 2 punti decisivi con appena 3 valide sull'ottimo Berg, apparso ben altro pitcher rispetto a quello disastroso della gara d'esordio proprio allo Stadio dei Pirati un mese e mezzo fa.
Al primo affondo Rimini va a segno: Romero si guadagna la base e il "treno" di Mazzanti (reduce dal super fuoricampo di gara2) passa sopra il guantone teso di Vasquez spingendo a punto il compagno (1-0). Ce ne sarebbe ancora se una gran presa in tuffo di Ermini non togliesse a Zileri la valida del raddoppio. Richetti confeziona tre inning da dominatore assoluto con appena 35 lanci in totale e al 3° i Pirati avrebbero anche l'occasione per allungare ma con gli uomini agli angoli (doppio al centro di Olmedo, palla mancata e altra walk a Romero) stavolta Mazzanti non trova l'acuto giusto. Il 4° è l'inning del pari T&A. Duran trova la prima valida su Richetti con uno dei suoi doppi in anticipo, poi ci pensa Santora (ex dal dente avvelenato) con la valida al centro a fare 1-1. Si ricomincia e il duello Richetti-Berg fila via sui binari di un equilibrio quasi assoluto, equilibrio che però si spezza al 6° e sarà la "rottura" definitiva. Stavolta però Berg c'entra poco, o comunque la difesa non lo aiuta: Olmedo si prende la base, sulla battuta da doppio gioco di Romero c'è solo l'out in seconda, poi Albanese sbaglia l'assistenza sulla rubata di Romero che arriva in terza. E qui ci si mette Berg con il lancio pazzo che vale il 2-1. Una sorta di "autogol" baseballistico ma Rimini merita di stare davanti. Il terzo doppio gioco difensivo al 7° fa capire che Richetti andrà avanti ancora e infatti il partente non molla nonostante il numero dei lanci sembrerebbe consigliare il contrario. All'8° ci prova Chiarini a guastare la festa ma il suo singolo a destra resta isolato. E' la ripresa in cui, sulla gran battuta in foul di Imperiali, Macaluso si procura un brutto guaio al polpaccio che lo costringe a uscire a braccia. Per il bravo Paul la stagione è a serio rischio.
L'ultima ripresa comincia con l'out in diamante di Albanese, poi lo stoico Richetti fa fuori anche lo spauracchio Duran (al volo in foul da Mazzanti) prima che il solito Santora aggiunga pepe al finale (valida a destra). Il pathos in tribuna diventa esplosione di gioia quando dalla mazza di Vasquez esce una innocua rimbalzante che Olmedo trasforma nel comodo ultimo out. Rimini è in finale per la quarta volta di fila: da venerdì 4 settembre sarà rivincita scudetto con la Fortitudo Bologna, probabilmente con una faccia nuova sul monte di lancio.
Commenta per primo