In barba al terrorismo meteorologico, il terzo turno di Ibl non ha subito contrattempi a causa del maltempo. Sul Titano però ha grandinato lo stesso, anche se la nuvola si è concentrata esclusivamente sul dug-out sammarinese. Rimini vince la serie 3-0 e francamente nessuno se lo sarebbe aspettato, non tanto per il valore dei campioni d’Italia, quanto per il debutto un po’ “particolare” in quel di Padova e soprattutto per lo stato di forma apparente degli uomini di Bindi, lanciati da cinque successi nelle prime 6 gare stagionali. Ma le assenze di Ermini, Imperiali e Santora hanno finito per pesare, per non parlare dell’imprevisto (da fuori) forfait di Germano, tenuto a riposo precauzionale a quanto pare per un principio di tendinite al gomito.
Detto questo, il Rimini di Munoz si è dimostrato squadra compatta, grintosa e concentrata, portando via l’intera posta in palio con pieno merito. Di fatto l’incertezza ha regnato sovrana solo in una gara2 in cui neroarancioni e titani hanno fatto a gara a chi regalava di più all’avversario, come se nessuno volesse vincere quella partita. Invece il momento positivo da una parte e negativo dall’altra è emerso anche dal tie-break, formula solitamente indigesta ai Pirati. Probabilmente i campioni d’Italia non faranno quasi mai sfracelli in attacco ma monte e difesa (un errore in tre partite) hanno fatto vedere di che pasta sono fatti. Candelario one-man show in gara1, Richetti, Corradini e un super Rivera solidissimi nella partita dei pitcher Asi, Hernandez e Cubillan praticamente intoccabili in una gara3 durata lo spazio di una ripresa, la prima. E nel line-up (in difficoltà oltre misura contro un Galeotti peraltro non nella sua miglior serata) ecco tornare a brillare la stella di Jairo Ramos, un’autentica sentenza contro gli ex compagni di squadra (7/11 e 6 pbc), un bombardiere che nonostante i 45 anni ha tutta l’intenzione di riscattare l’ultima stagione, con numeri che non potevano rispecchiare la sua formidabile carriera.
Sulla T&A hanno pesato le assenze, come detto. Ma ci sono anche altri aspetti da rivedere. Il monte ha proposto un Quevedo assai meno brillante rispetto alla dominante versione padovana del 2015 e soprattutto un Fracchiolla imbarazzante (molto bene invece Florian). La difesa si è disunita in gara1 mentre nel box ci sono mazze pesanti ancora molto indietro (Mazzuca su tutti). Considerazioni di fine aprile, sia chiaro.
Intanto nella combriccola di testa emerge il giovane Parma di Gibo Gerali e magari non in tanti ci avrebbero scommesso. Al “Nino Cavalli” contro Padova ci si giocava qualcosa in termini di classifica e credibilità futura: ebbene i ducali hanno dimostrato che per la lotta playoff ci sono anche loro. Questo Parma è un’altra cosa nel box rispetto a quello di un anno fa e ha trovato in Uviedo un’importante risorsa sul mound straniero quanto preziose lo sono la crescita di Pomponi e Petralia tra gli Asi. Unica nota stonata Josè Sanchez, ancora molto lontano dal pitcher di due anni fa.
Piccolo passo indietro per Padova dopo le brillanti prove al cospetto delle finaliste 2015 ma i ragazzi di Aluffi saranno lì a combattere fino all’ultimo per confermare la post-season, questo sembra scontato.
Tiene il passo anche Nettuno. Dopo aver portato via una partita dal Titano nel week-end d’esordio, la compagine di D’Auria non si è concessa distrazioni nonostante il “Borghese” a porte chiuse (si spera francamente per l’ultima volta) conquistando contro Novara quella tripletta necessaria per competere con le altre pretendenti ai playoff. Peppe Mazzanti (che meriterebbe di giocare con un personalissimo scudetto cucito sulla sua casacca) ha di fatto ricominciato da dove aveva finito lo scorso settembre: semplicemente devastante nel box. Box in cui probabilmente Nettuno deve ancora crescere a livello di squadra ma intanto D’Auria può sorridere per un monte che può dare fastidio a chiunque, con Estrada punto fermo, la coppia Andreozzi-Simone destinata a fare bene per finire con gli intercambiabili De La Cruz-Rodriguez. Per Novara altra esperienza da mettere nel bagaglio nella stagione del ritorno in IBL ma soprattutto ancora una volta piemontesi lì a vendere cara la pelle in almeno due partite su tre.
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