Inutile negarlo, quello che sta trascorrendo la Rimini del batti e corri è un mese di giugno tutt'altro che sereno. L'ultimo fulmine, dopo la beffa europea in finale di Coppa Campioni con l'Amsterdam e l'incendio che ha colpito alcuni locali dell'azienda di famiglia del "Pres" Zangheri, è targato Alexis Candelario. L'Mvp della finale scudetto 2015 nonché pitcher numero uno dello staff di lanciatori a disposizione di Pepita Munoz anche per il 2016, se n'è andato. Fulmine a ciel sereno o qualcosa covava già sotto la cenere? Difficile avere certezze. L'unica cosa sicura è che dopo la splendida stagione in IBL ma soprattutto dopo le super prestazioni invernali nella liga venezuelana con la casacca dei Tiburones de la Guaira, su Candelario si erano posate le attenzioni del Triplo A messicano tanto che la sua foto era già stata inserita a febbraio nel roster delle Aguilas di Veracruz. Il "Pres" Zangheri però si era già premunito dopo lo scudetto 2015 facendo firmare a Candelario un contratto per il 2016 e in virtù di quell'accordo siglato, il pitcher di San Pedro de Macoris era puntualmente sbarcato a Rimini onorando parola e pezzo di carta autografato.
Nel frattempo le offerte provenienti dall'altra parte dell'oceano (assolutamente fuori portata per il mercato italiano) hanno continuato a tentare Candelario finchè non si è arrivati alla clamorosa fuga, se così vogliamo chiamarla, nella notte tra domenica e lunedì, probabilmente non a caso maturata dopo la conclusione della Coppa Campioni. Finita quella con l'esito ben noto a tutti gli appassionati del batti e corri riminesi e non, ecco che la più che probabile offerta "irrinunciabile" deve aver fatto breccia convincendo Candelario a lasciare in braghe di tela i Pirati. Non ci vorrà molto a capire cosa avrà fatto cambiare idea al forte pitcher dominicano, questione di giorni se non addirittura di ore. Sta di fatto che per Rimini si apre adesso il problema, non da poco, di sostituire in tempi brevi il suo pitcher simbolo, per avere la possibilità di difendere fino in fondo il tricolore che così bella mostra di sé fa sulle casacche neroarancioni.
A quanto pare la società si è messa immediatamente in moto e non è nemmeno detto che chi arriverà sarà un pitcher inferiore, almeno sulla carta, a Candelario. Di certo Pepita Munoz dovrà inventarsi qualcosa per l'imminente derby di campionato con San Marino, dopodiché la sosta per l'All Star Game arriva a proposito in casa riminese e potrebbe rivelarsi foriera di novità sul monte di lancio.
Per ora si potrebbe liquidare la questione con una simpatica cabala. A Rimini le "fughe" di assi stranieri non rappresentano certo una novità e tutto sommato il resto della stagione in quei casi non è che sia finito in modo così disastroso. A memoria partiamo dal 1990 con il super bomber terza base "marine" Greg Jelks che piantò tutti in asso alla fine del girone di andata e comunque Rimini arrivò a giocarsi lo scudetto in gara7 con Nettuno. Qualche anno più tardi, era il 1998, un grande pitcher come Kerry Knox preferì i soldi di Taiwan ma con il sostituto Matt Apana, i Pirati arrivarono ancora in finale scudetto contro Nettuno mentre nel 2003 toccò a uno dei più grandi stranieri mai sbarcati in Romagna, l'ex asso dei Milwaukee Brewers Dave Nilsson, abbandonare la nave a pochi giorni dall'inizio della Coppa Campioni, anche in quel caso giocata a Rimini (guarda le coincidenze). Allora Rimini non arrivò alla finale (fuori in gara7 di semifinale con Modena) ma nel 2006 i Pirati di Mike Romano vinsero addirittura lo scudetto contro Grosseto dopo essere stati "abbandonati" dal terza base Lou Lucca, scappato per i dollari messicani.
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