Il Rimini vince la Coppa Italia con autorevolezza

Sconfitto il Nettuno per 10-3 in una finale che risarcisce i tifosi romagnoli dell'amarezza per l'epilogo del campionato

La stagione IBL 2016 si è chiusa con la vittoria in Coppa Italia di un Rimini volitivo su un Nettuno ieri in difficoltà sul monte. Le due squadre non hanno di certo snobbato la competizione, dopo aver regolato i conti il giorno prima, rispettivamente, con il Padova e il San Marino.
Il primo inninig dà subito l'idea di ciò che sarà la partita. Ricardo Hernández concede la base al lead-off nettunese Andrea Sellaroli, poi spinto in seconda dal bunt di Fondin, e successivamente in terza da Imperiali che viene eliminato in prima per il secondo out. E in terza resterà Sellaroli, perché Mazzanti viene eliminato con il primo dei tre strikeout che ssubià in una serata per lui davvero storta. Nella parte bassa dell'inning il lanciatore nettunese Eulogio de la Cruz comincia in maniera speculare: base su ball a Desimoni, bunt di Retrosi, ma, a differenza del suo collega riminese, De la Cruz è indeciso se tentare l'eliminazione in prima o in seconda. E tutti e due i riminesi giungono salvi. Poi di nuovo base su ball a Flores e poi ci pensa Mayora a spedire a casa Retrosi con una lunga volata di sacrificio. 1-0 per i padroni di casa, ma De la Cruz chiude lasciando al piatto Ramos e permettendo a Celli solo una rimbalzante su cui si avventa Sellaroli per il terzo out.
È tutta qui la chiave della partita: due squadre aggressive (alla fine saranno ben 24 le valide della partita, nove per il Nettuno, quindici per il Rimini) ma con un diverso comportamento sul monte, con un Hernández (vincente) capace di tenere a bada le mazze nettunesi per cinque inning (3 H, 4 BB, 6 SO), e un De la Cruz impreciso, indeciso e "cosido a batazos" -come si dice in spagnolo- (8 h, 2 BB, 2 SO), seguito da rilievi altrettanto poco efficaci.
Le mazze adriatiche affondano la difesa tirrenica fra il terzo e il quinto inning. La terza ripresa si apre con cinque valide consecutive e un sacrifice fly dei primi sei battitori del line-up riminese. I punti saranno solo quattro perché ci mette una pezza Torres che coglie rubando Ramos, mentre De la Cruz ottiene il suo secondo e ultimo K della serata su Bertagnon. Nel mezzo, paura per Sellaroli, colpito in volto dalla pallina mentre tenta la presa in tuffo sulla valida di Desimoni.
Sul fronte opposto, nel quarto inning il Nettuno tenta la rincorsa, complice un momento di debolezza di Hernández, che concede tre basi su ball, un colpito e soprattutto un singolo di Torres e un doppio di Giannetti, ma la difesa riminese riesce a chiudere comunque con un out a casa con due tagli dall'esterno (eliminato Torres sul doppio di Giannetti) e due prese al volo. Il Nettuno chiude l'inning con due soli punti e le basi cariche, ma il suo calvario continua nella parte bassa del quarto, perché il manager D'Auria ripropone inaspettatamente De la Cruz sul monte, che subisce subito un singolo di Di Fabio. Arriva finalmente il cambio. Entra Andreozzi ma la musica non cambia: tre basi su ball inframmezzate da eliminazioni al volo che fruttano al Rimini altri due punti.
E se nella quinta ripresa Hernández liquida facilmente la parte alta del line-up nettunese (Fondin rimbalzante, Imperiali al volo, Mazzanti al piatto), Andreozzi non arresta la deriva del Nettuno: base a Bertagnon, un lancio pazzo, singoli di Zappone e Desimoni. Nuova sstituzione e adesso è il turno di Rodney Rodríguez, che entra a basi cariche, concede due altri singoli (Retrosi e Mayora) e non può evitare che il Rimini segni tre volte prima di chiudere l'inning (K su Flores e Baccelli -subentrato a Ramos- out su pop-up).
Al sesto anche il Rimini fa partire i rilievi. Ma Padrón risveglia l'attacco nettunese, anche se i tre singoli di Torres, Giannetti e Maldonado portano a casa solo un punto perché la difesa fa buona guardia e chiude l'inning con un doppio gioco e uno strikeout (Mercuri). Troppo poco perché i tirrenici possano sperare in una rimonta.
Allo stesso tempo, l'attacco riminese frena e non segnerà più fino alla fine della partita, grazie al lavoro in successione di Iuri Morellini (entrato al settimo: 1 BB, poi lancio pazzo, singolo di Mayora e tre eliminazioni al volo) e Valerio Simone (ottavo inning: Zappone salvo su errore di Mercuri, Di Fabio out unassisted in prima, il pinch hitter Bannini al volo in foul, base a Retrosi, singolo di Flores, Mayora eliminato al volo).
Il Nettuno ci prova fino alla fine, ma il ritardo da colmare è già enorme e i singoli di Fondin e Imperiali su Padrón (settimo), e di Maldonado su Cubillan (ottavo), non portano frutto. Al nono lo stesso Cubillan liquida Sellaroli e Fondin (eliminati al volo) e Imperiali (rimbalzante facile su Zappone) e il Rimini vince la Coppa.
Un partita quasi a senso unico, dunque, con un Rimini autorevole che avrebbe anche potuto segnare di più (15 uomini lasciati in base), giocata davanti a circa 250 spettatori che riescono così ad addolcire il ricordo amaro della polemica finale di campionato. Un pubblico che comunque non rinuncia alle battute contro i direttori di gara. Al quinto inning dagli spalti si alza una voce: "Arbitro, a Bologna piove. Che facciamo, la finiamo qui?". Un pubblico pronto persino a difendere gli avversari dalla "protervia" arbitrale: quando l'umpire di casa base Macchiavelli espelle il nettunese Masin per una parola di troppo sull'ultimo strikeout (looking) di Mazzanti, la stessa voce grida "Ma basta! Ma lasciali giocare!"
Un clima sereno all'insegna del fair play che pone fine a una serata e a una stagione da ricordare per tanti motivi.

Informazioni su Luigi Giuliani 103 Articoli
Un vita spezzata in tre: venticinque anni a Roma (lanciatore e ricevitore in serie C), venticinque anni in Spagna (con il Sant Andreu, il Barcelona e il Sabadell, squadra di cui è stato anche tecnico, e come docente di Letteratura Comparata presso le università Autónoma de Barcelona e Extremadura), per approdare poi in terra umbra (come professore associato di Letteratura Spagnola presso l'Università di Perugia). Due grandi passioni: il baseball e la letteratura (se avesse scelto il calcio e l'odontoiatria adesso sarebbe ricco, ma è molto meglio così...).

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