Il pensiero del Ct azzurro Mazzieri da Hoofddorp a Guadalajara 

Archiviati i campionati Europei, il manager grossetano parla del presente e del futuro, con un occhio al World Classic 2017 che potrebbe segnare la fine della sua straordinaria avventura con l'Italia

«L'Europeo di Hoofddorp sarà il trampolino di lancio per un grande World Classic». Marco Mazzieri, manager della nazionale italiana, guarda avanti e in attesa di avere risposte dalla federazione per il futuro, pensa al Mondiale professionistico che si giocherà a marzo 2017, con l'Italia impegnata nella prima fase a Guadalajara, in Messico.
«Il mio impegno – sottolinea Mazzieri – si è esaurito nello scorso weekend, poi fino al 31 dicembre rimarrò a disposizione della federazione».
Il consiglio federale le ha assegnato il compito di guidare la squadra per il Classic. Come si è mosso per l'evento più importante?
«Ho fatto alcuni viaggi negli Stati Uniti per parlare con i giocatori che hanno i requisiti per indossare la maglia azzurra. Ho trovato un grande entusiasmo ed una gran voglia di provare questa esperienza».
Merito dello straordinario torneo del 2013: dopo aver superato la prima fase l'Italia ha sfiorato l'impresa, arrivando a tre out dalle vittoria con la Repubblica Dominicana e dalla qualificazione in semifinale.
«I nomi che hanno dato il loro ok sono altisonanti: Colabello, Cervelli, Butera, Napoli, Descalzo, Biagini, Venditte, Zunino. Ed altri che si aggregheranno da qui alla fine del'anno. Mi preme sottolineare che nello staff ho inserito due grandi stelle della Major league, Nick Punto e Frank Catalanotto».
Difficilmente l'Italia avrà Rizzo, stella della squadra di tre anni fa: il prima base dei Cubs, in corsa per il titolo di Mvp, è diventato uno dei top player ed è corteggiato dagli Stati Uniti, che lo vogliono a tutti i costi nel loro team. Merito di Mazzieri, che ha scommesso su di lui.
Come sarà il resto del roster?
«Sarà quello che ha disputato un grande Europeo in Olanda, con l'aggiunta di Alessandro Maestri. Non dimentichiamoci che tra i ventitré giocatori a mia disposizione c'erano otto che hanno frequentato l'Accademia e quattro che hanno fatto la trafila delle nazionali giovanili. E questa è una grande vittoria per il nostro baseball».
«Sono contento dell'atteggiamento dei ragazzi – aggiunge il Ct grossetano – e dell'impegno dimostrato in ogni occasione. Ancora non so dove abbiamo trovato le forze sabato mattina, dopo una gara con l'Olanda finita tardissimo, per battere la Repubblica Ceca, che ha schierato il miglior lanciatore, Schneider. Non ho niente da rimproverare ai miei, che mi hanno seguito sempre con attenzione e ribadisco: abbiamo fatto il miglior raduno di sempre a Tirrenia, per la qualità degli allenamenti».
«Abbiamo avuto il miglior attacco e la miglior difesa con due soli errori, ma abbiamo finito con la terza media pgl, dietro alle squadre, Olanda e Spagna, che poi sono andate in finale. Avevano qualcosa più di noi. Non dimentichiamo che non avevamo Maestri, impegnato in Giappone, e Nielsen negatoci dai Cardinals. La scelta di Lugo? Ho visto che il giovedì prima della consegna della lista aveva perso garauno dei playoff e se avesse perso gara2 avrebbe finito. Il ragazzo era motivatissimo e ci avrebbe fatto fare un salto di qualità per due incontri. Alla fine purtroppo è andato avanti nei playoff e non ha avuto più senso farlo venire».
Di cosa si rammarica? «Sono contento di quello che abbiamo fatto. Non siamo purtroppo riusciti a gestire la situazione in alcuni momenti che contano. Dopo aver rimontato dall'1-2 al 3-2 con la Spagna, ad esempio, non siamo riusciti ad allungare con basi piene ed un out, anche per una grande giocata del loro interbase. Devo ammetterlo: ci siamo trovati di fronte due grandi squadre. La Spagna ha alcuni buoni battitori come Beltre, Ochoa, Guillorme ed un monte di lancio solidissimo, con Cruz, Noguera, Perez. L'Olanda, anche se aveva meno stelle del Premier 12, è stata una grandissima squadra. E noi abbiamo giocato con loro alla pari».
Mazzieri, parliamo dei singoli?
«Preferisco non fare differenze, ma Jairo Ramos a 45 anni è stato incredibile: nelle partite che contano fa la differenza e questo è successo dovunque è andato. Ma tutti sono stati splendidi: Tiago, Alex, Desimoni, il debuttante Poma. Mi vengono poi i brividi a pensare alle parole di Oberto: "Noi diamo sempre il 100{a220ebdc001e1ff08c66fbffe580af98442aab6d4a0d136dcea7eb88d12468e0}, ma per te siamo disposti a dare il 200{a220ebdc001e1ff08c66fbffe580af98442aab6d4a0d136dcea7eb88d12468e0}».
Mazzieri si vuole soffermare sull'esclusione di Paolino Ambrosino: «E' stata sofferta, è vero che ci lega una bella amicizia, ma con il mio staff ho deciso di prendere chi stava meglio in quel momento».

Come ha visto il livello dell'Europeo? «Direi che è arrivato il momento di fare un torneo a otto squadre: ci sono sei formazioni competitive, Italia, Spagna, Olanda, Rep. Ceca, Francia, Germania (che ha schierato Schueller dei Dodgers), il miglior prospetto in assoluto, ma anche il Belgio ha fatto bene e con una nuova formula si alzerebbe ulteriormente il livello».

Negli ultimi giorni il nome di Marco Mazzieri è salito alla ribalta della cronaca nazionale e sono venute fuori le idee di due dei tre candidati alla presidenza Fibs. Massimo Fochi lo vorrebbe in un ruolo diverso da quello di allenatore, per Andrea Marcon potrebbe essere la figura giusta per la sua idea di manager, che deve essere anche direttore tecnico delle squadre nazionali, comprese le giovanili.
«Ora mi prendo dieci giorni di riposo – dice Mazzieri – poi comincerò a pensare al mio futuro. Certo che piacerebbe non disperdere questo lavoro ed un progetto che ha dato tanti frutti, non solo nei risultati. Diciamo che in questi dieci anni si è visto un baseball più professionale. Mi si sono aperte tante porte ed ho vissuto da vicino il baseball di alto livello».
Tornerà a lavorare per i club? «Escludo nel modo più assoluto un ritorno in IBL. Se posso mi piacerebbe rivitalizzare l'ambiente di Grosseto, non come tecnico, ma come convogliatore di persone che vogliono far partire questo sport, che in Maremma ha tanti ragazzi che fanno attività».
Per concludere, qual è stata la cosa più bella di questa esperienza nella nazionale maggiore?
«Il rapporto con i giocatori. Le vittorie passano, le emozioni rimangono nel cuore di chi le ha vissute. E grazie a loro sono stati dieci anni straordinari».

Informazioni su Maurizio Caldarelli 460 Articoli
Giornalista del quotidiano "Il Tirreno" di Grosseto, collabora anche con la Gazzetta dello Sport.

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