Domani, a Salsomaggiore, per il baseball e il softball italiani inizia il dopo-Fraccari. Di che colore sarà? Rosa(eo), "giallo", verde (speranza), nero? Classica domanda, mal posta, senza risposta.
Oggi, a tutti, piacerebbe sapere a chi il dopo-Fraccari sarà affidato: un quesito altrettanto stupido.
A sentire i diretti interessati, chi direttamente chi per interposta persona, sarebbero tutti sul filo della maggioranza assoluta. Tradotto in numeri, vorrebbe dire che su un ipotetico 100, fra società atleti e tecnici, dovrebbero votare in 150. Cosa ovviamente impossibile anche per chi non è molto amico della matematica. Ovvio, comunque, che alla vigilia sia così. Soprattutto in elezioni in cui l'esito è il meno pronosticabile da quando Dalla Noce riuscì a scalzare dal trono Notari nel 2001. E questa volta non c'è nessuno da abbattere.
Con tre candidati sulla porta, io una mia idea me la sono fatta, per quel che può valere.
1) Lo zoccolo "fraccariano" esiste, ed è con Fochi. Quanto questo – lo zoccolo intendo – sia duro lo sapremo solo col primo spoglio dei voti, domani. I numeri che otterrà la lista-Fochi, in positivo o in negativo, penso saranno una sorpresa, per molti.
2) Il ballottaggio è inevitabile: al primo turno non vedo qualcuno che possa raccogliere il cinquanta per cento più uno.
3) Al secondo giro come potrebbe andare? Altra bella domanda.
Per quanto con una comune genealogia antifraccariana, non riesco a vedere un "Fochi-mai", all'insegna del cambiamento, che metta assieme LaCremona e CangeUp, nel caso uno di questi due gruppi fosse quello out.
Potrebbe esserci un pro-Antolini, contro Marcon, da una certa parte di "fochiani", ma l'esatto contrario per l'altra fetta.
Discorsi senza senso? Probabile.
E' molto facile che una parte di chi "perde" se ne vada subito a casa. Non ci sono precedenti di ballottaggi a cui far riferimento, ma giova ricordare come nelle elezioni federali – sostanzialmente sempre, salvo qualche sporadico caso personale – i consiglieri sono stati eletti con un numero di votanti ampiamente inferiore a quelli del presidente.
Chi resterà a rivotare dovrà decidere il suo personale "minore dei mali", con ordini di scuderia che però – secondo me – varranno molto meno. Saranno voti sparsi, ma non per questo quantitativamente scarsi, che possono cambiare la scala di valori uscita dal primo turno, nel cercar di arrivare sempre a quel cinquanta per cento più uno dei voti presenti in assemblea.
…O no?
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