Borghese pronto per aprile? In teoria è già tardi…

La situazione del terreno di gioco necessita di un intervento radicale e soprattutto immediato. Altrimenti c'è l'ipotesi della rizollatura, molto costosa

Della situazione drammatica dello Steno Borghese se ne sta ampiamente parlando. La decisione dell'amministrazione comunale di Nettuno in merito alla gestione diretta è affare di pochi giorni, ma ad una settimana esatta dall'annunciata ripresa degli allenamenti da parte del Nettuno Baseball City (prevista per il 9 gennaio) è bene capire quale è la reale situazione del terreno di gioco, e quali sono i tempi di intervento previsti.

Lo abbiamo fatto con Marco Bianchi, della Bianchi Tappeti Erbosi, che da 30 anni cura impianti di questo tipo in tutta Italia (tra cui anche i delicatissimi green dei campi da golf). La situazione, manco a dirlo, è complessa per non dire proprio compromessa.

Con il freddo che sta facendo adesso e che è previsto anche per i prossimi giorni, è molto difficile che si riesca a ripristinare un campo che sia adeguato all'Ibl entro il mese di aprile”, ci dice, “l'erba per terreni di questo tipo, la Poa e la Festuca Rubra che rappresentano la soluzione ideale, hanno bisogno di tempo per attecchire e le temperature annunciate poi non aiutano. Comunque solo dopo aver tagliato totalmente a zero, scarificato, sabbiato e concimato. Non solo, la radice e dunque l'erba stessa si espandono gradualmente e dunque nel periodo di semina non vanno calpestate. Teoricamente con l'aiuto del concime organico e con un telo si accelererebbe questo processo, ma comunque dando per scontato che sul campo non ci si debba scendere per un bel pezzo”.

Altrimenti? Ora come ora sul terreno del Borghese hanno attecchito le classiche “erbacce spontanee”, alte anche un metro, che qualche grattacapo lo danno inevitabilmente, il simbolo dell'incuria che c'è stata negli scorsi mesi.

Altrimenti andrebbe rizollato, soluzione pratica e veloce certo, ma per fare questo occorrono non meno di 70.000 euro”.

Una cifra molto alta, a cui andrebbe aggiunta poi anche quella relativa al diamante. Non c'è praticamente più la terra rossa, sono di fatto sparite le corsie ai lati e anche il cerchio che circonda il piatto di casa base è infestato da arbusti spontanei.

Si può anche tagliare così come è, sabbiare in modo da appiattire le radici degli arbusti e giocare su quel che c'è”, conclude Bianchi. La classica soluzione in “extrema ratio”, a patto poi che un campo così sia da considerarsi idoneo alla massima serie. Senza dimenticare la cura successiva, visto che servono interventi di cura costanti e competenze specifiche per non far sì che ogni inverno ci si trovi di fronte ad una situazione simile. Poi andrà anche affrontato il discorso relativo alla struttura (tribune, spogliatoi…), e pure lì di lavoro da fare ce n'è tanto. Basti pensare che le due ali laterali degli spalti lo scorso anno furono tenute chiuse in quanto inagibili, e da allora non è cambiato nulla…

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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