Los Angeles Dodgers (91-71) – Al primo anno completo da manager Dave Roberts ha guidato i suoi Dodgers alle Championship Series, perse poi 4-2 contro quelli che di li a poco si sarebbero laureati campioni: i Chicago Cubs. Davvero niente male, ma per migliorare le prestazioni della scorsa stagione LA dovrebbe arrivare alle World Series. Molto ci si aspetta dalla crescita di alcuni elementi del roster 2016 come l'esterno Yasiel Puig, lo scorso anno così incostante da essere spedito a rigenerarsi nel Triplo A nel mese di agosto, quando venne acquistato Josh Reddick che adesso, da free-agent, ha scelto Houston ed ha lasciato il roster. Richiamato in prima squadra a settembre, è tornato a splendere con ottime prestazioni anche offensive che lasciano ben sperare. Ad allentare la pressione su Puig, sulle spalle del quale forse troppo prematuramente sono state caricate le responsabilità del potenziale offensivo, potrebbe contribuire la crescita del giovane interbase Corey Seager, fresco vincitore del NL Rookie of the Year che ha chiuso il 2016 con .308 di media battuta e 26 fuoricampo. I riacquisti del closer Kenley Jansen, del partente Rich Hill e del terza base Justin Turner garantiscono continuità al roster che perde l'esterno sinistro Howie Kendrick, scambiato con i Phillies per il prima base/esterno Darin Ruf (.240, 35 fuoricampo, 96 punti battuti a casa dal 2012), e l'utility player Darnell Sweeney (.176 media battuta, 3 fuoricampo, 11 punti battuti a casa nelle 37 gare in MLB del 2015). Per dar man forte al monte di lancio arriva dai free-agent il rilievo ex-Giants Sergio Romo (32-26, 2.58 media PGL, 498 strike-out in 439.2 inning lanciati). Per il 29enne californiano, che in passato ha esperienze anche come partente, è stato scambiato il catcher Carlos Ruiz. Per provare a sistemare la seconda base, forse il punto più debole di questo roster, è stato ceduto Micah Johnson ai Braves per un giocatore da definire, ed acquistato da Tampa Logan Forsythe (.255 media battuta, 55 fuoricampo, 203 punti battuti a casa dal 2011), in cambio del lanciatore Jose DeLeon. Dagli Athletics è stato preso l'esterno centro Brett Eibner (.193 media battuta, 36 valide, 6 fuoricampo, 22 punti battuti a casa nelle sue prime 70 partite da "pro" tra Kansas e Oakland), in cambio di un prospetto. Fondamentalmente la struttura del roster consente ai Dodgers di essere tra i pretendenti alla vittoria della Division, e sarebbe la quinta consecutiva, ma i Giants, che già lo scorso anno hanno conteso la leadership a LA, hanno ridotto ancora il gap.
San Francisco Giants (87-75) – E' l'unica squadra ad aver vinto 3 titoli negli ultimi 7 anni, ma solo in due occasioni è arrivata alle post-season vincendo la Division. Anche lo scorso anno i Giants hanno strappato il biglietto ai play-off tramite la Wild Card, salvo poi essere eliminati dai Cubs alle Division Series. Eppure nella prima parte della stagione sono stati i padroni incontrastati della West, salvo poi cedere il passo ai Dodgers nella seconda metà. Il roster mantiene l'ossatura ben salda con i partenti Madison Bumgarner e Johnny Cueto, i catcher Buster Posey, il prima base Brandon Belt e l'interbase Brandon Crawford pronti a trascinare il resto della squadra. In più, individuato nella mancanza di un closer degno di questo nome il puntio debole della scorsa stagione, i "Gigantes" si sono accaparrati le prestazioni di Mark Melancon (21-18, 2.60 media PGL, 407 strike-out in 447.0 inning lanciati). Prelevato dal mercato free-agent, il 31 enne ex National è costato immensamente meno di Chapman o Jansen (ha firmato un quadriennale da 62 milioni di dollari), ma garantisce altrettanta solidità. Sempre dagli svincolati è stato pescato il catcher ex Rockies Nick Hundley (.250 media battuta, 72 fuoricampo, 305 punti battuti a casa dal 2008). Per ora il mercato termina qui, ma è più che sufficiente. La ricetta per il successo di Bruce Bochy rimane la stessa: pioggia di valide, difesa forte, partenti dominanti, con Matt Cain promosso nello spot numero 5, e bullpen solido. San Francisco potrebbe sfatare il mito che la vuole protagonista negli anni pari (World Series vinte nel 2010, 2012 e 2014), e fare del 2017 la sua stagione.
Colorado Rockies (75-87) – Se dovessimo indicare un "underdog" per il 2017 questi sarebbero proprio i Rockies. Nolan Arenado, leader della classifica dei fuoricampo e dei punti battuti a casa per due anni consecutivi (2015 e 2016), primo terza base nella storia della MLB a realizzare 89 extra-base in una stagione (2015), e primo terza base rookie a vincere un Gold Glove (2013), a soli 25 anni è l'autentico trascinatore di questo roster. L'innesto del prima base ex Texas Ian Desmond (.267 media battuta, 1095 valide, 132 fuoricampo, 518 punti battuti a casa, 143 basi rubate dal 2009), che torna in National League dopo un anno nel "Junior Circuit" (DAL 2009 AL 2015 era ai Nationals), garantisce solidità difensiva e potenziale offensivo al nuovo manager Bud Black, subentrato all'uscente Walt Weiss che in quattro stagioni in Colorado (2013-2016) ha chiuso la sua esperienza con 283 vittorie e 365 sconfitte (.437), due anni fanalini di coda del girone (2013-2015), uno al penultimo posto (2014), ed uno al terzo posto (2016), senza mai superare le 75 vittorie a stagione. Black arriva ai Rockies con alle spalle 9 anni da manager dei San Diego Padres (2007-2015), chiusi con un record di 649 vittorie e 713 sconfitte (.477 ), ed un titolo di NL Manager of the Year (2010). Lo scorso anno è stato assistente del GM degli Angels Billy Eppler. Il 59enne manager troverà alle sue dipendenze un roster solido e rodato alle spalle di Arenado formato dall'esterno destro Carlos Gonzalez, dal seconda base DJ Lemahieu, dall'esterno centro Charlie Blackmon e dall'autentica rivelazione dell'inizio della scorsa stagione, l'interbase Trevor Story. Il 24enne, nella sua partita d'esordio in Major League, lo scorso 4 aprile, ha realizzato due fuoricampo (uno da tre punti), contro un certo Zach Greinke (solo sei giocatori prima di lui c'erano riusciti), divenendo il sesto giocatore a realizzare due fuoricampo nella partita d'esordio, il primo in National League. Ma le sue prestazioni non si fermarono alla gara d'esordio. Nei giorni successivi arrivò a sbattere la palla fuori dal diamante in altre tre gare consecutive diventando il primo giocatore nella storia della MLB a battere un "home-run" in ciascuna delle sue prime quattro partite. Per sistemare il monte di lancio, il punto debole di questo roster anche la scorsa stagione, è arrivato dai free-agent il mancino ex Marlins Mike Dunn (28-25, 3.54 media PGL, 389 strike-out in 351.0 inning lanciati), ed il closer Greg Holland (18-12, 2.42 media PGL, 430 strike-out, 145 salvezze in 319.2 inning lanciati), reduce dall'intervento al gomito (il classico "Tommy John Surgey"). Sempre dal mercato svincolati prelevato il seconda base ex Padres Alexei Amarista (.230 media battuta, 18 fuoricampo, 150 punti battuti a casa e 38 basi rubate dal 2011), che Bud Black ha avuto a San Diego dal 2012.
Arizona Diamondbacks (69-93) – Dopo la sfarzosa offseason 2015, santificata dall'arrivo di Zack Greinke per 206.5 milioni di dollari in sei anni, molti si aspettavano un'annata da protagonisti per i D-Backs. La totale disfatta che ha accompagnato il 2016 sono costati il posto innanzitutto al GM Dave Stewart ed al manager Chip Hale, che lascia Phoenix dopo due soli anni chiusi con 148 vittorie e 176 sconfitte (.457). A subentrare il duo Mike Hazen (GM) e Torey Lovullo, al suo primo incarico da manager con l'esclusione dell'interim del 2015 ai Red Sox chiuso con 28 vittorie e 21 sconfitte (.571). I due hanno già lavorato insieme a Boston ed a Cleveland, ed ora si propongono di risollevare le sorti dei D-Backs. Tornado a Greinke, arrivato a Phoenix tra squilli di tromba e suoni di campane, il Cy Young Award ha dovuto lottare con qualche problema fisico e forse anche con il peso di un contratto grande quanto il prodotto interno lordo di un piccolo Stato. Passare da 19-3 con 1.66 di media PGL, con cui ha chiuso il suo ultimo anno a LA, al 13-7 con 4.37 di media PGL, la più alta prodotta dal 2005, può essere definito un fallimento. Per lui è arrivata la stagione del riscatto e giusto per dargli una mano, dal mondo free-agent è stato prelevato il closer ex Marlins Fernando Rodney (39-59, 3.69 media PGL, 759 strike-out, 261 salvezze in 765.2 inning lanciati). Insieme al 39enne domenicano, ancora dagli svincolati è arrivato l'ex compagno di squadra Jeff Mathis (.197 media battuta, 45 fuoricampo, 234 punti battuti a casa dal 2005), per sopperire all'addio di Castillo, che attraverso i free-agent è volato a Baltimore. A proposito di ricevitori, ruolo fondamentale per la buona riuscita di un lanciatore, dai free-agent è stato pescato l'ex Mariners Chris Iannetta (.229 media battuta, 652 valide, 107 fuoricampo, 402 punti battuti a casa dal 2006). Per il 33enne si tratta di un ritorno nella West Division di NL dove ha iniziato la sua carriera (dal 2006 al 2011 con i Colorado Rockies). A far compagnia a Iannetta, ancora per il monte di lancio, arriva l'ex-Seattle il 24enne Taijuan Walker (22-22, 4.18 media PGL, 322 strike-out in 357.0 inning lanciati), che garantirà una maggior profondità alla rotazione dei partenti Infine, sempre dagli svincolati, è arrivato l'interno/prima base ex Rockies Daniel DeScalso (.242 media PGL, 23 fuoricampo, 171 punti battuti a casa dal 2010).
San Diego Padres (68-94) – Al suo secondo anno da manager Andy Green si ritrova alla guida di una squadra in piena ricostruzione, ma con un Wil Myers finalmente ritrovato. Spostarlo dall'esterno in prima base sembra stata la mossa azzeccata per salvaguardarlo da un punto di vista fisico, e per la prima volta da quando è nella MLB, il Rookie of the Year 2013 della National League è riuscito a giocare tutta la stagione (157 presenze contro un massimo di 88 nel 2013). Il 26enne ha chiuso la stagione guidando il reparto offensivo californano con 28 fuoricampo ed altrettante basi rubate e se il suo stato di forma si manterrà intatto quest'anno potrebbe entrare nel mitico e ristretto "30-30 Club". Ricacquistato il mancino Clayton Richard, che era approdato nel mondo free-agent, dagli svincolati arrivano i lanciatori ex Angels che Jhoulys Chacin (46-57, 3.94 media PGL, 654 strike-out in 842.2 inning lanciati), che torna nella West di National dopo una stagione passata tra Atlanta e Los Angeles (dal 2009 al 2015 era ai Rockies), e Jared Weaver (150-93, 3.55 media PGL, 1598 strike-out in 2025.0 inning lanciati). Infine, sempre per il monte di lancio, arriva l'ex Cubs Trevor Cahill (69-76, 4.05 media PGL, 820 strike-out in 1149.1 inning lanciati). Anche per lui un passato in questo girone (ai D-Backs dal 2012 al 2014).
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