Conclusa in tre partite l'esperienza World Baseball Classic, e chiusa "l'epoca Mazzieri", per la nazionale di baseball iniziano adesso i tre anni che porteranno alle Olimpiadi. Il punto a cui si deve guardare è chiaramente Tokio 2020. Affidandosi a Mauro Mazzotti? Il presidente Marcon, sull'argomento, resta chiuso a riccio.
"Non ho anticipazioni al momento – ci ha detto – l'8 aprile ci sarà consiglio federale, e lì dovrebbe esserci l'annuncio, oppure in occasione della presentazione dei campionati".
Ma se tutti dicono lo stesso nome, anche se in effetti un contratto a noi non risulta esserci ancora.
"Quello che tutti sanno è il nome del 'più probabile', diciamo".
A livello dunque di ufficialità dobbiamo aspettare. Parliamo perciò dell'avvicinamento alle Olimpiadi
"I contratti, per statuto, non possono essere che annuali, ma il piano di lavoro guarda chiaramente a Tokio 2020".
Un programma che passa prima per il tentativo di qualificarsi. Ma in che modo saranno dati i biglietti per esserci?
"Intanto non sarà il Premier 12, o perlomeno non sarà solo il Premier 12, a stabilire le ammesse ai giochi olimpici. Dalle informazioni che abbiamo avuto, da quel che mi è stato assicurato, sarà garantito un posto a Europa e Africa, assieme".
Quindi non sarà l'Europeo – che peraltro, a quanto abbiamo sentito dire, dovrebbe slittare al 2019 (n.d.r.) – a valere?
"No. La federazione mondiale non ha ancora deciso la formula definitiva che sarà adottata, ma sicuramente sarà attraverso un torneo apposito, che potrebbe essere nei primi mesi del 2020, e credo che l'Italia possa tranquillamente candidarsi ad ospitare la qualificazione olimpica, chiaramente in posti al caldo".
Con quali giocatori, eleggibili intendo, quelli fuori dalla lista dei 40 delle squadre di Major?
"Per il momento la MLB ha dichiarato che è fuori discussione la partecipazione dei suoi giocatori alle Olimpiadi. Ovviamente si spera che di qui ad allora ci sia un cambiamento se si vuol pensare a un baseball confermato anche nel programma olimpico del 2024".
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