La vittoria di Seattle a Washington nella notte appena trascorsa. Non possiamo non iniziare il nostro resoconto settimanale dal 4-2 con cui i Mariners hanno evitato lo sweep contro i Nationals, che chiudono comunque la serie con 2 vittorie ed 1 sconfitta. Un successo dal sapore particolare: si tratta infatti della prima vittoria dei M's al National Park dal 2005, da quando cioè il baseball è tornato nella capitale degli States. La sconfitta non scalfisce la leadership dei Nationals (28-18) nella East Division della National League vista anche la pessima condizione di quelli che avrebbero dovuto essere i maggiori antagonisti per la conquista del pennant, i New York Mets. La franchigia di Terry Collins continua a soffrire sul monte di lancio. Le statistiche dei partenti sono le peggiori della MLB. Il tentativo ostinato del manager dei Metropolitans di proporre nella rotazione Rafael Montero (0-4, 8.24 media ERA), non paga e non sono sufficienti gli infortuni comunque importanti del partente Noah Syndergaard e del closer Jeurys Familia a giustificare il 30esimo ed ultimo posto nel ranking della media PGL (5.09) e della media WHIP (1.49), del monte di lancio. Ad oggi, con 19 vittorie e 26 sconfitte i Mets sono stati sorpassati addirittura dai Braves (20-25), e stazionano a -8.5 dalla vetta. Anche per i Mariners questa vittoria non sposta di molto la situazione nella classifica del suo girone, dove restano fanalino di coda con 21 vittorie e 27 sconfitte. A parte la storica vittoria in casa dei Nationals (non succedeva dal 1969 che la franchigia di Seattle (gli allora Pilots, gli attuali Brewers) non si imponevano a Washington (gli allora Senators, gli attuali Rangers), l'aspetto positivo di questa gara viene dall'attacco che per la prima volta dallo scorso 19 maggio riesce a realizzare più di un punto in una partita. Per il resto la vetta della West Division di American League sembra saldamente nelle mani dei Houston Astros, che con le 32 vittorie e 16 sconfitte fin qui ottenute (.667), restano la squadra con il miglior record della MLB e tengono a debita distanza (-8.0) le seconde del girone, i Rangers e gli Angels appaiate a .500 (rispettivamente a 25-25 e 24-24).
L'unica altra franchigia sopra le 30 vittorie in Major League è quella dei Rockies che, con 31 vittorie e 18 sconfitte (.633), mantengono la vetta della West Division di National League. In questo caso l'impressionante ruolino del roster di Bud Black però non è sufficiente per creare il vuoto che hanno accumulato dietro di loro Astros e Nationals. Dietro Colorado, in grado di vincere 7 delle 10 gare consecutive giocate lontane da Denver, infatti c'è Arizona (-1) e Los Angeles (-2.5), che restano in piena corsa per il pennant. Per dare una dimensione della qualità di questo girone è da segnalare che sia i D-Backs (30-19), che i Dodgers (28-20), sarebbero in testa a qualunque girone che non sia quello di West di AL e quello ovviamente di NL.
Nella vittoria di Boston contro Texas si legge un messaggio importante che i Red Sox hanno inviato alla East Division di AL, ed in particolare in gara3 ad assurgere agli onori delle cronache è salito uno dei reparti più criticati del roster: il monte di lancio. I Rangers arrivavano al Fenway Park come la squadra più in forma della MLB con 11 vittorie in 12 gare, ed i padroni di casa sono riusciti a rifilare un importante sweep che è culminato nella vittoria per 6-2 della notte scorsa quando il partente di casa Drew Pomeranz ha eguagliato il suo record di strike-out in 6 inning lanciati (11), ma soprattutto il bullpen ha continuato a macinare "K", fino a giungere al complessivo di 20 strike-out in una gara. E' la sesta volta che accade nella storia della MLB nelle gare da 9 inning, la terza nella storia dei Bo-Sox (1986 e 1996 i due precedenti entrambe con Roger Clemens come partente. La quarta vittoria consecutiva di Boston (25-21 il record) coincide con la quarta sconfitta consecutiva degli Orioles che a questo punto di fatto vengono raggiunti al secondo posto del girone (Baltimore ha 25-20). La distanza con la vetta, ancora nelle mani degli Yankees (27-17) si riduce a -3, anche perché a New York non si è giocato a causa della pioggia.
Nella Central Division di NL i Cubs si riprendono la vetta del girone grazie alla vittoria nella serie interna da 4 contro i Giants per 3-1. Il roster di Joe Maddon sta ritrovando la brillantezza in fase difensiva e soprattutto un potenziale offensivo di tutto rispetto. I 26 fuoricampo battuti nelle ultime 14 partite (1.8 a partita), rappresentano la seconda miglior produzione di homerun del periodo ed hanno contribuito a far si che Chicago vincesse 7 delle 9 gare interne consecutive disputate. Adesso i Cubs, che sono chiamati alla difficile trasferta ad Ovest con le serie in programma a Los Angeles e San Diego, tengono i sorprendenti Brewers, che sono in serie negativa (quarta sconfitta consecutiva) a -0.5 ed i soliti Cardinals, che hanno racimolato appena 4 vittorie nelle ultime 10 gare, a -1.0. In realtà questo girone resta il più equilibrato visto che anche Cincinnati (-3.0) e Pittsburgh (4.0), che occupano gli ultimi due gradini della classifica, sono di fatto in gioco.
Prosegue invece la favola dei Twins, ancora leader della Central Division di AL. Il roster di Paul Monitor, che ha chiuso il 2016 con 59 vittorie e 103 sconfitte (.364), il peggior record della Majors dello scorso anno, prosegue nella sua corsa e rifila uno sweep agli Orioles al Camden Yards. I Twins, che non realizzavano un cappotto a Baltimore dal 1996, raggiungono le 14 vittorie e 5 sconfitte in trasferta ottenendo il miglior record lontano da casa di tutta la American League. Da considerare che gli Orioles entravano in questa serie come la franchigia con il miglior record della MLB in casa (erano 15-7). Con 25 vittorie e 18 sconfitte Minnesota tiene a 2 lunghezze gli Indians ed a -4.5 i Tigers.
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