Nove mesi, e spiccioli, dopo, Unipolsai e Rimini si sono ritrovate sul luogo del "delitto": ovvero al Gianni Falchi, dove i bolognesi si presero alla sesta partita lo scudetto della loro stella, con un 2 a 0 in cinque riprese e pioggia.
Infante e Flores uno sulla sponda dove allora era l'altro; Liverziani, invece che in campo, in tribuna stampa a commentare. Risultato che non è cambiato, con i romagnoli che sono riusciti solo a dimezzare, rispetto ad allora, la differenza in termini di punti: 2 a 1 questa volta il finale.
Un Rosario probabilmente superiore a quel che si era visto prima di Bologna ha vinto nettamente la sfida individuale, fra partenti, con un Owens (espulso dopo il cambio) che a questo punto non è stato semplicemente lasciato "a riposo" la settimana scorsa, ma che dopo la partenza a razzo delle prime giornate, ha chiari problemi. Verosimilmente fisici (gomito?). Chiaro che in Fortitudo di taglio non si parli: non fino alla Coppa dei Campioni, ma dopo?…
Un ragionamento che vale anche, ovviamente, per il team di Ceccaroli, che ha oggi più che mai il Parmaclima, in campo due volte di sabato col Padule, che gli soffia sul collo in classifica.
Il Rimini ha perso battendo due valide in più (3 per fare il punto del provvisorio 1 a 0 al 3°), e con al passivo un errore, ininfluente. Ha perso per un fuoricampo di Sambucci da primo in battuta del sesto inning, su Hernandez, entrato in situazione di basi piene e un out la ripresa precedente (dopo un punto dell'1 a 1 praticamente senza valide dell'Unipolsai). Ha perso contro Rivero: 6 riprese sul monte, 2 valide concesse, nessun punto subito, tre basi ball, 8 strikeout, con 83 lanci.
Onestamente, difficile dire, dovendo rigiocare la partita, a chi sceglierebbe di rinunciare Frignani fra Sambucci (con pure almeno un paio di belle giocate difensive all'attivo) e Rivero.
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