Al primo match point la T&A San Marino stacca il biglietto per la finale scudetto, superando l'Angel Service Nettuno Baseball City per 8 a 4 in garatre. Ci si aspettava un'altra partita dominata dai lanciatori, ma non è andata esattamente così, e se per questo neanche nella sequenza attesa. Al momento della lettura delle formazioni, infatti, si scopriva che Nanni aveva dato fiducia a Kimborowicz, visto sino a questo momento in regular season per 9,0 riprese collezionate in 7 apparizioni totali. D'Auria dal canto suo confermava partente Jimenez. E la cornice di pubblico era quella delle grandi occasioni, con lo Steno Borghese forte di oltre 2.000 spettatori e pieno quasi al limite della capienza attuale. L'appello del Nettuno Baseball City verso i propri tifosi evidentemente aveva sortito l'effetto desiderato, tanto che si è registrato il record stagionale di incassi dell'Ibl.
L'Angel Service doveva risolvere il problema della poca concretezza, ma già al primo attacco si capiva che la musica almeno inizialmente non sarebbe cambiata. Dopo aver lasciato nelle prime due partite 14 corridori in posizione punto (8 in garauno, 6 in garadue), con basi cariche e due fuori Giordani girava la prima palla per un'innocua rimbalzante sul seconda base.
Al secondo attacco San Marino passava. Con Reginato e Epifano in base per singolo, e due fuori, arrivava un errore grossolano di Giordani all'esterno destro su un'alta volata di Ermini che costava il 2-0. Una disdetta per l'Angel Service, considerato che Jimenez per due volte era riuscito a risalire dal conto di 3-0 su Albanese e Imperiali, lasciandoli al piatto con una dritta bassa di buona efficacia.
Gli ospiti allungavano al quinto. Jimenez concedeva tre basi, una delle quali (su Chiarini e con due out) scatenava le proteste di D'Auria, espulso dall'arbitro di casa Borselli. Albanese, sino a quel momento rimasto al piatto due volte, indovinava un doppio che scavalcava l'esterno sinistro per il 4 a 0.
Finiva la partita del partente nettunese (4,2 rl, 5 bv, 6k, 4 b) ma al momento del cambio, con gli animi in campo che intanto si erano scaldati, arrivava un calo di tensione che faceva spegnere l'impianto di illuminazione dello Steno Borghese. Ci volevano 20 minuti prima della ripresa del gioco e subito Epifano si rendeva autore del singolo che spingeva a punto il 5 a 0, prima dello strike out su Imperiali da parte del subentrante Uviedo.
Nanni alla parte bassa del quinto sostituiva un positivo Kimborowicz (4,0 rl, 2 bv, 5 k, 1 b) con Perez. E il Nettuno Baseball City si risvegliava, con la ripresa che si apriva con un errore dell'interbase, un balk, un singolo di Retrosi a destra per il 5 a 1 e quello sempre a destra di Bermudez che portava i corridori agli angoli. Il 5 a 2 entrava sul secondo balk del pitcher sammarinese, quindi Mazzanti con due out e sul conto di due strike incrociava alla perfezione la dritta di Perez per il fuoricampo del 5 a 4 che sparecchiava le basi. E dire che in garauno proprio Mazzanti, su sei turni, aveva rimediato cinque basi tre delle quali intenzionali.
Per Perez era tempo di lasciare la pedana, ma saltava ancora la corrente del Borghese (in tutto il mese di agosto si sono registrati numerosi problemi di sovraccarico nella zona dello stadio), e al rientro era Nieve a chiudere l'inning. Quindi, ad inizio settimo San Marino chiudeva definitivamente i conti. Uviedo, dopo sei eliminazioni consecutive, concedeva prima un solo homer all'ormai “solito” Reginato, quindi singoli in sequenza a Albanese, Epifano e Imperiali (doppio sulla recinzione) per l'8 a 4. Il match di fatto si chiudeva lì, l'Angel Service non aveva più la forza di reagire e salutava i play off con qualche rammarico di troppo per le occasioni perse che potevano cambiare la storia di questa serie. Per San Marino invece si spalancano le porte della finale, ora c'è da attendere solamente il nome dell'avversaria.
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