Quanti avrebbero scommesso su un Rimini da tredicesimo scudetto a Ferragosto? Invece ha vinto la sua nona finale con un cappotto, peraltro come due anni fa con Bologna, questa volta "3 a 0".
Rimini ha ribadito col San Marino quanto fatto vedere già con l'Unipolsai in semifinale: semplicemente ha le palle! E ha vinto di nuovo due volte in trasferta, se può definirsi "trasferta", come a Bologna. Un Rimini assolutamente diverso da quello della regular season. E' stata la conferma assoluta che poi i playoff sono un'altra cosa. Nelle ultime sei stagioni solo due volte il titolo di campione d'Italia è andato a chi ha finito davanti la prima fase.
La forma, mentale o fisica che sia, serve al momento giusto. A che serve dominare in regular season? L'importante era arrivare nelle prime quattro. Poi si ricomincia da zero. Volta per volta: da zero prima in semifinale, da zero quindi nella serie di finale. Ceccaroli e i suoi si sono presi le loro belle critiche nella prima parte dell'annata, adesso le hanno ricacciate in gola ai loro detrattori così.
Perché magari hai anche un pacco di lanciatori, ma poi in una partita paghi la difesa colabrodo, nell'altra ti ritrovi con di fronte un Hernandez e un Rosario come quelli di ieri sera che ti fanno 10 più 4 strikeout, con solo quattro giorni per rifiatare, nell'incontro in cui non puoi perdere…
La valida da 2 punti di Bertagnon. Infante grande slam in gara-due, e la presa da major su Ermini in gara-tre. Zappone 2 pbc del 2 a 1 di gara 3. Celli a 5 su 9 con 5 punti battuti a casa. Rimini praticamente non ha sbagliato niente, con uno straniero a meno di mezzo servizio (e fuori in tutta la serie di semifinale). Ceccaroli pure. E ci sta che abbia fatto 13.
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