Prosegue l'insolito viavai di manager in Major League. Con la stagione non ancora terminata, stanotte gara-3 delle World Series a Houston, sono già sei gli addii alle panchine. Ultime in ordine di tempo le incredibili ed inattese dimissioni di Joe Girardi che abbandona i New York Yankees a nemmeno una settimana dalla sconfitta in gara7 delle American League Championship Series contro gli Astros. Le dimissioni di Girardi succedono di qualche giorno quelle che Dusty Baker ha recapitato ai Washington Nationals, e quelle che Terry Collins ha comunicato ai New York Mets (anche se quest'ultimo resta nell'organizzazione). A questi si aggiunge il non rinnovo del contratto di Brad Ausmus ai Detroit Tigers (la franchigia non si è avvalsa dell'opzione per il 2018), ed il licenziamento di John Farrell da parte dei Boston Red Sox lo scorso 11 ottobre. Ad aprire il "valzer delle panchine" ci avevano pensato i Philadelphia Phillies licenziano lo scorso 29 settembre (a tre partite dal termine della regular season), Pete Mackanin. Non era mai accaduto prima che tre franchigie arrivate alle post-season (Yankees, Red Sox e Nationals), cambiassero i loro manager, ed è dal 1992 che Boston e New York, le due rivali per antonomasia entrambe protagoniste indiscusse della East Division di American League, iniziassero una nuova stagione con nuovi manager. Ma andiamo con ordine e torniamo a parlare di Joe Giradi che chiude 10 anni esatti da manager degli Yankees con 910 vittorie e 710 sconfitte (.562), di cui 28-24 (.538), in gare di post-season. Il 53enne ex catcher, che ha guidato i "Bronx Bombers" alla vittoria delle World Series del 2009, ha conquistato il titolo di Manager of the Year di American League nel 2006, ed è il sesto manager nella storia della franchigia per numero di vittorie dopo Joe McCarthy (1460, tra il 1931 ed il ‘46), Joe Torre (1173 tra il 1996 ed il 2007), Casey Stengel (1149 tra il 1949 ed il ‘60), Miller Huggins (1067 tra il 1918 ed il ‘29) e Ralph Houk (944 dal 1961-63 e dal 1966-73). Oltre all'anello del 2009, agli Yankees restano 3 titoli di East Division di AL (2009, 2011 e 2012) ed altrettante Wild Card (2010, 2015 e 2017). La lista dei candidati alla sostituzione prevede una soluzione interna con Al Pedrique (per il secondo anno consecutivo vincitore del Manager of the Year del Triplo A, il bench coach Tony Pena, ex manager dei Royals dal 2002 al 2005 e della Repubblica Domenicana nel World Baseball Classic del 2013 (vinto con un record complessivo di 8-0). Altre soluzioni interne il coach Rob Thomson ed i manger di singola A Tim Naehring e Josh Paul. Per le soluzioni esterne ci sono rumors che vorrebbero l'ex manager dei Tigers Brad Ausmus o l'attuale manager dei Marlins Don Mattingly, uno dei tre finalisti per rimpiazzare Joe Torre, quando poi venne scelto proprio Girardi. Altra ipotesi riguarda l'hitting coach dell'altra franchigia di New York, Kevin Long passato ai Mets nel 2015 dopo essere stato licenziato proprio dagli Yankees (2007-2014).
A proposito di "Metropolitans" è stato pochi giorni fa annunciato il sostituto di Terry Collins. Si tratta di Mickey Callaway, ex lanciatore di Tampa, Anaheim e Texas (tra il 1999 ed il 2004). Chiusa la carriera da giocatore in Asia tra Corea e Cina (2005-09), ha intrapreso la carriera di "pitching coach" con i Cleveland Indians, prima nel circuito delle Minors e poi, dal 2013 con la franchigia di MLB. Il 42enne, alla sua prima esperienza, diventa il 21esimo manager nella storia dei New York Mets, il più giovane nella storia della franchigia, ed avrà l'arduo compito di rilevare Terry Collins, il più longevo allenatore della squadra (1134 partite dal 2011 al ‘17), molto criticato proprio per la gestione del monte di lancio.
Tornando alla East Division di AL, i Boston Red Sox lo scorso 22 ottobre hanno ufficializzato di aver concluso un accordo treinnale con Alex Cora, attualmente impegnato come bench coach degli Houston Astros nelle attuali World Series. Il 42enne General Manager di Porto Rico al World Baseball Classic 2017 (chiuso al secondo posto), diventa il 47esimo manager nella storia della franchigia, nonostante la sua mancanza di esperienza in questo ruolo, era molto ambito tanto da essere rientrato nelle "short list" di Tigers e Mets. La sua precedente esperienza con la casacca dei BoSox (dal 2005 al 2008, vincendo le World Series del 2007), ne fa il 22esimo manager ex giocatore dei Red Sox, il primo dai tempi di Butch Hobson (1992-'94). Cora avrà il difficile compito di sostituire John Farrell che, nonostante i dissidi di questa ultima stagione, ha guidato la franchigia dal 2013 al 2017 chiudendo lasua esperienza con 432 vittorie e 378 sconfitte (.533) in regular season e 12 vittorie ed 11 sconfitte (.522), in gare di post-season, conquistando l'anello al suo primo anno da manger. Al suo attivo anche 3 pennant di East Division di American League (2013-‘16-‘17), di cui gli ultimi due conquistati nell'ultimo biennio.
I Detroit Tigers hanno invece preferito l'esperienza assumendo l'esperto Ron Gardenhire (triennale per lui), in sostituzione di Brad Ausmus. Il vulcanico ex manager dei Twins, figlio di militari (è nato in una base militare nell'allora Germania Ovest il 24 ottobre del 1957), è uno dei massimi esponenti del baseball "vecchia scuola" e, dopo oltre 20 anni passati nell'organizzazione di Minnesota, rivale di Division dei Tigers, diviene il 38esimo manager della franchigia di Detroit. Ai "Motor City Bengals" porterà sicuramente l'enorme bagaglio che si è creato facendo la gavetta nell'organizzazione dei "Twinkies", di cui è stato manager di Minors (1988-90), coach di terza base (1991-2001), e poi manager (2002-2014). In quest'ultima veste ha conseguito 1074 vittorie e 1060 sconfitte (.503). Nel 2017 è stato assunto come bench coach. Dopo sole 7 partite di regular season, si è assentato per 5 settimane per un intervento chirurgico per un cancro alla prostata, per poi tornare ad occupare il suo ruolo dopo 5 settimane di assenza. Sostituirà Brad Ausmus che dal 2014 al 2017 ha ottenuto un record di 314-332 (.486) in regular season, vincendo il "pennant" di Central Division di AL al suo primo anno da manager. Nelle uniche post-season giocate ha chiuso 0-3 le ALDS contro gli Orioles.
Continua la ricerca del sostituto di Dusty Baker per i Nationals che hanno intervistato il bench coach dei Cubs Dave Martinez, fortemente voluto a Chicago da Joe Maddon con cui aveva lavorato ai tempi di Tampa Il 68enne ex manager di Giants, Cubs e Reds (lo scorso anno il più vecchio manager della MLB), era arrivato nel 2016 e nel biennio a Washington ha vinto due titoli di East Division perdendo sempre le National League Division Series contro i Dodgers nel 2016 e contro i Cubs in questa stagione. Molto diverso il ruolino di marcia dei suoi Nationals in gare di regular season, chiuso con 192 vittorie e 132 sconfitte (.593), ed in gare di post-season dove conquista 4 vittorie e 6 sconfitte (.400). Curioso notare che nessun manager è riuscito a festeggiare i tre anni di attività con questa franchigia da quando si è trasferita a Washington e che il nuovo manager sarà il sesto negli ultimi 10 anni.
Primo giro di interviste concluse invece dai Philadelphia Phillies, ancora alla ricerca del sostituto di Pete Mackanin, alla guida del roster dei "Phils" dal 2015. Con lui sono arrivate complessivamente 174 vittorie e 238 sconfitte (.422) figlie di due ultimi posti (2015-2017), ed un penultimo posto (2016), nella East Division di National League. Per sostituirlo sono stati contattati John Farrell, appena licenziato dai Red Sox, e Gabe Kapler, attuale direttore dello sviluppo dei giocatori dei Dodgers con esperienze di allenatore di Minors nell'organizzazione dei Red Sox. Nella "short list" sono stati compresi anche Chip Hale, attualmente coach di terza base degli Oakland A's e con un biennio da manager dei D-Backs alle spalle (2015-16), e Phil Nevin, la scorsa stagione coach di terza base dei Giants con un passato nelle Minors con l'organizzazione dei Tigers e dei D-Backs. Come soluzione interna si sta vagliando la posizione di Dusty Wathan, attualmente allenatore di Triplo A nell'organizzazione dei Phillies, con forte propensione a lavorare con i giovani. Per la cronaca nella lista era presente anche Mickey Callaway, che poi ha firmato con i Mets.
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