Ce l'avevano illustrata come una rivoluzione, la Italian baseball league. Un progetto in accordo con la Major e con tanto di "franchigie" delle squadre Usa dalle nostre parti. Una grande illusione. La Ibl ha avuto vita difficile, per una serie di ragioni, e adesso va in archivio. Il baseball italiano torna alla serie A1 (insieme al softball), dimentica mire e progetti che si sono dimostrati inadatti per un livello che non è nemmeno lontano parente di quello delle grandi leghe, e prova per l'ennesima volta a ripartire. Via anche il "brand" Ibl, a questo punto, ammesso abbia mai funzionato.
Lo ha stabilito il consiglio federale di ieri, insieme ai criteri per chiedere di essere ripescati nella massima serie e cioè – tra gli altri – avere l'impianto di illuminazione, non aver chiesto il ripescaggio più di una volta negli ultimi tre anni, aver partecipato ai play off e via discorrendo. Un'autostrada per l'Academy Nettuno, ad esempio, anche perché l'obiettivo dichiarato è quello di "raggiungere le 10 squadre nel 2018 e le 12 nel 2019". A oggi, della defunta Ibl, solo sette avevano confermato la presenza.
Largo ad altri, allora, con tempi strettissimi: chi vuole essere nell'A1 2018 dovrà fare domanda entro il 31 dicembre e cioè in sei giorni lavorativi e nel pieno periodo delle festività, anche se basterà una posta elettronica certificata. La Fibs non ha dubbi: "Le valutazioni verranno fatte a stretto giro dopo il 2 gennaio 2018". Forse la Befana ci porterà la composizione del prossimo campionato. Il softball avrà tempo fino al 15 gennaio e comunque dal 2019 le squadre saranno dieci.
Annunciato ieri anche l'appuntamento con la Convention, iniziata ormai più di 30 anni fa dai tecnici e via via "copiata" da altre componenti, sarà l'occasione per mettere tutti insieme gli appartenenti al movimento. Si svolgerà al PalaRiccione dal 26 al 28 gennaio e avrà come ospite d'onore l'ex manager dei New York Mets Bobby Valentine.
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