In teoria, con i risultati di sabato e domenica scorsi, dovremmo avere il quadro della serie A1 2019: Fortitudo Bologna, Parma 1949, Città di Nettuno, Rimini, San Marino, Padova, Padule, Nettuno City, e le promosse Rangers Redipuglia, Castenaso, Redskins Imola e Godo. Stando alle dichiarazioni di inizio stagione oltretutto chi non sale perderebbe anche la A2, ma intanto, di quelle dell'A1 di quest'anno, il City ha avuto già i suoi problemi e il Padova probabilmente rinuncerà. E così saremmo a dieci partenti, con fra le "nuove" Imola e Redipuglia giocano di giorno, e delle ripescabili in regola con le luci ci sarebbero Grizzlies Torino, Macerata e Bollate, non il Senago.
Detto questo, ma lo si sapeva da sempre, tutto passa per la formula. Eravamo rimasti ai due gironi da sei con intergirone: totale in regular season 32 partite (contro le 28 di quest'anno), sempre se due a week end, perché con tre incontri settimanali le squadre resterebbero si e no cinque, al massimo sei. Non sappiamo però se sarà da qui che si ripartirà.
Il vero "scandalo" però è un altro. Capiamo che dire assegnato lo scudetto subito attorno a una tavolo sarebbe stato facile, ma non sarebbe stata la soluzione giusta. Bene aspettare che i play-off dell'A2 dessero tutti i loro verdetti. Però una data e una sede per una riunione dei club aventi diritto al prossimo massimo campionato pensavamo fosse stata pensata da tempo, e che stamattina sarebbe partita la convocazione. Invece ci è stato detto che in federazione stanno lavorando a una consulta generale per tutte le categorie "a novembre". Quando il consiglio federale dello scorso 12 maggio ha deliberato che la chiusura delle iscrizioni per tutte le categorie, serie C esclusa, sarà il 30novembre, e che alla stessa data si chiudo i termini per gli svincoli!
Francamente non riusciamo a capire. Perché sul tavolo ci dovrebbero essere oltre alle questione fondamentale delle due o tre partite, gli Europei, il torneo di qualificazione olimpica, ed eventualmente (dovesse andare bene) Tokio 2020. Smettendola con la favola dei consigli degli avvocati del CONI, e pensando che uno degli incontri vada riservato ai lanciatori di passaporto italiano – "passaporto" – fino al 2020. Poi magari, dopo le Olimpiadi, da pensare se bloccarla sui soli AFI, o piuttosto lasciar perdere. Al contrario, si continua perdere tempo.
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