Da Rimini il silenzio è assoluto. E non è che sia la quiete dopo la tempesta, dopo l’uragano-Pillisio.
Il Rimini baseball è sul punto di sparire e anche sui media locali poco o nulla. E parliamo della squadra che da più anni fa il massimo campionato con lo stesso nome: ininterrottamente dal 1973, dall’arrivo alla presidenza di Rino Zangheri e dall’inaugurazione del nuovo impianto di Via Monaco, il futuro stadio dei Pirati. Parliamo di una storia fatta di 13 scudetti (l’ultimo nel 2017), 3 Coppe dei Campioni (l’ultima nel 1989), 5 Coppe Italia, l’anno scorso uscita in semifinale! Dovremmo parlare di questo e invece siamo quasi all’oblio.
Illuminati si è accasato come manager ai Grizzzlies Torino 48. Quattro giocatori non italiani sono stati già “ufficialmente” annunciati dal Nettuno City. Il 19 aprile, mancano due mesi e mezzo, dovrebbe iniziare il campionato con sull’Adriatico l’esordio in A1 dei Rangers Redipuglia. Ma non ci sono cavalieri bianchi all’orizzonte.
Qualche tentativo, qualche abboccamento ci sarebbe stato, a parte il ritorno sull’Adriatico del presidente “non-ex” per parlare col Comune. Non vediamo neppure qualcuno sulla riva del fiume ad aspettare, che magari già potrebbe essere qualcosa.
Più passano i giorni più aumentano i rischi di un massimo campionato zoppo, e a quota meno di otto squadre.
Ricordo qualcosa di vagamente simile successo a Bologna, fra il 1992 e il 1993. Ricordo anche di averlo detto a qualche presidente, o patron di club, in occasione della prima riunione in cui Pillisio si presentò rappresentando il Rimini e annunciando il ritiro del Novara. La Fortitudo visse poi qualche stagione tribolata: nel 1996 retrocesse, ma nel 1998 era di nuovo in Serie A1 e il seguito lo abbiamo sottocchio, guardando le classifiche dei campionati dal 2001 ad oggi. I tifosi dei Pirati possono forse aggrapparsi a questo per sperare.
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