Due, come sempre, gli obiettivi della Fortitudo: scudetto e European Champions Cup. Con una differenza però questa volta – lo ha detto anche manager Frignani in occasione della presentazione ufficiale della squadra, lui che ha sempre sostenuto che vale molto più un titolo italiano che uno europeo – vincere una Coppa dei Campioni in casa è un’altra cosa. Anche qui però con un “ma”, ovvero vincere in campionato vorrebbe dire fare centro due anni di fila, cosa mai successa nella storia del club bolognese.
Certo l’UnipolSai versione 2019 è molto diversa da quella che ha vinto l’anno scorso. Non ci saranno Robel Garcia (attualmente con i Cubs), Luca Panerati, Gilmer Lampe, Josè Flores, Kevin Moesquit e Giuseppe Mazzanti (tornato a Nettuno, sponda City). Cioè la miglior mazza in regular season, i tre migliori battitori della finale col Parma, tre dei migliori quattro della semifinale col Città di Nettuno: non poco.
Sette i nuovi: Ericson Leonora (esterno, dalla A2, per l’esattezza da Ronchi dei Legionari), Claudio Scotti (lanciatore, nel 2018 col Città Nettuno), Leonardo Ferrini (jolly, dal San Marino), Jarreau Martina (ricevitore/esterno, proveniente dai Twins Oosterhout), Alex Russo Alex (di ritorno dal Padova), Alexander Adriano Rodriguez (prima base, Sta Maria Pirates), Niccolò Clemente (lanciatore, l’anno scorso ad Imola in A2) e Alex Bassani (lanciatore, Rimini).
Sulla carta questa UnipolSai sembrerebbe teoricamente più debole, in attacco, di quella che ha vinto l’anno scorso. Manca il terzo straniero, da affiancare ai confermati Raul Rivero e Osman Marval, ma a Bologna aspettano di capire se ci sarà bisogno più di un lanciatore o di un battitore. Il quarto di straniero, quello “di coppa”, arriverà, certamente un lanciatore, ma destinato, almeno nei piani di oggi, a restare solo lo stretto necessario.
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