Domenica al Kennedy c’è il Piacenza, ma soprattutto ci sarà un gran pezzo della storia del Milano. Prima del secondo incontro con gli emiliani, intorno alle 15, scenderanno in campo i “ragazzi del ‘69”, ovvero i protagonisti di quella splendida stagione di 50 anni fa che portò a Milano la prima storica Coppa dei Campioni. L’anniversario esatto sarebbe il 30 di agosto, ma la società presieduta da Alessandro Selmi ha deciso di anticipare l’appuntamento in una domenica di campionato per dargli più visibilità. Anche se in settembre è previsto un altro evento per chiudere la significativa ricorrenza.
Una giornata di grande festa, quindi. Ddomenica al Kennedy sono stati invitati i grandi protagonisti di quella stagione, dal capitano dell’Europhon Angelo Novali a Dario Rossi, da Ivan Cavazzano a Lorenzo De Regny, Teddy Silva, Alberto Spinosa, Tullio Turci, Massimo Monelli, Gheghe Carestiato, Sergio Bianconi e Biro Consonni, oltre al presidente Enrico Zenesini, senza dimenticare chi purtroppo non c’è più come Gigi cameroni, il grande condottiero di quella squadra, Ugo Balzani e Silvano Ambrosioni. Una squadra tutta italiana, perché quell’Europhon del ’69 fu l’unica formazione del nostro baseball ad imporsi in una coppa europea senza nemmeno schierare uno straniero e vincendo la finale a Monaco contro il Cortes Ingles Madrid che invece era imbottito di cubani e dominicani.
Quella Coppa, di fatto, aprì la grande stagione europea del Milano che vincerà tre edizioni consecutive del massimo torneo continentale e perderà la quarta in finale contro il Nettuno nel ’72. Prima di tornare sulla ribalta europea negli anni Novanta con altre due coppe delle Coppe e una Supercoppa.
E per questo sono stati invitati ai festeggiamenti per i 50 anni del primo trofeo anche i protagonisti delle altre vittorie europee che saranno al fianco dei “ragazzi del ‘69” per ricordare gli anni più belli della storia rossoblu. Durante la premiazione, con il Milano del ’69, con gli altri grandi ex e con la prima squadra di oggi, saranno in campo anche le squadre giovanili, proprio per dare un segno di continuità nella tradizione, con la speranza che questi ragazzi, nei prossimi anni, possano rinverdire i fasti del passato.