L’applauso a fine match rivolto a questa “versione” del 5 luglio 2019 del Nettuno Baseball City l’ha detta lunga su come, perlomeno i tifosi, abbiano capito per bene quello che è successo nelle scorse settimane e soprattutto stasera. Al risultato non è stata data nemmeno troppa importanza, seppur con tanti ruoli inventati e due coach in campo (Masin esterno centro e Ludovisi in prima, i due principali “promotori” del voler giocare a tutti i costi) sino al quarto è stata persino partita vera.
Il boato di soddisfazione al fuoricampo di Vinicio Sparagna, che al secondo pareggiava la partita, ha rotto un silenzio che era carico di significati. Un urlo per caricare un pezzo della squadra che si è trovata orfana nel giro di poco tempo di troppe cose, ma non certo della dignità di uscirne a testa alta. Persino quando Masin, schierato all’esterno centro, dopo essersi infortunato a causa di un po’ troppa ruggine accumulata negli anni ha deciso di continuare comunque, facendosi spostare in prima. Tutto pur di non costringere i suoi al forfait anzitempo.
La cronaca della partita ha visto un botta e risposta al secondo inning col sopraccitato fuoricampo di Vinicio Sparagna a pareggiare i conti, e poi con Garbella sul monte che piano piano cedeva alla distanza all’attacco ospite, che prendeva un distacco rassicurante sino a chiudere sull’11 a 1 al settimo per manifesta inferiorità, come era nelle previsioni.
Conta però l’attualità. La questione Pillisio-stranieri si arricchisce di nuovi interessanti dettagli. Occorre fare un salto indietro sino a mercoledì per comprendere bene come sono andate le cose. Racimolate tutte le risorse possibili, la società era riuscita a estendere una proposta ai giocatori che avrebbe garantito di arrivare a fine stagione, senza però andare a coprire le pendenze passate, quelle relative agli accordi fissati direttamente da Simone Pillisio con il gruppo proveniente da Rimini. Ce n’era insomma per arrivare comunque per chiudere il campionato in maniera dignitosa, come peraltro dichiarato anche in questo articolo e come era nelle intenzioni del City (che non va dimenticato si trova anche privo delle risorse di Salvatore Masala), andando a fare i migliori interessi di ognuno in una situazione inevitabilmente delicata.
Ognuno poteva decidere per sé, la sensazione più che fondata è che ci sia stata una fronda interna, portata avanti da almeno un paio di elementi, per convincere anche gli altri a far fallire di fatto il progetto di salvare una stagione che poteva portare a ben altro per come si era messa. Anche se la partita di domani, con in mezzo una giornata intera per riparlarci su e tentare una mediazione, potrebbe avere protagonisti diversi. Cosa che riguarda in primis Renato Imperiali, assente oggi per un impegno da tempo preso e comunicato alla squadra con larghissimo anticipo, molto prima che la grana scoppiasse.
Stride ovviamente nella lista delle assenze quella del capitano Giuseppe Mazzanti, che non è passata inosservata. Presente al momento del summit pre partita ma in abiti borghesi, quando comunque quel che restava della squadra decideva di giocare il match, ma poi non in campo unendosi di fatto agli ammutinati. La messa fuori squadra sembrerebbe cosa scontata, certo non è escluso che quanto successo non avrà qualche strascico a livello di nazionale, e la Fibs sotto questo punto di vista è chiamata anche a dare un segnale. Perché un capitano che abbandona la nave è sempre una bruttissima storia, da qualsiasi parte la si veda.