Il primo lancio di una sfida secca e senza appello è fissato per domani alle ore 15. Sul “Leoni” di Casteldebole, i Thunder’s Five Milano di Adriano Chiesa e la Leonessa Brescia di Salvatore Condorelli si contenderanno lo scudetto del baseball ciechi giunto quest’anno alla sua 23esima stagione. Una finale che per Brescia rappresenta una prima assoluta, mentre i Thunder’s Five Milano si ripresentano dopo un’assenza di sette anni (ultima volta nel 2012, sconfitti dalla Fiorentina).
Un match che mette a confronto due squadre con punti di forza completamente diversi. Da una parte, il baseball muscolare dei bresciani che punta sulla potenza di Ghulam, slugger di origini pachistane stratosferico in semifinale con 7 homerun, Gigi Toigo, veneto di adozione trentina, e il marocchino Omar Asli, tre bomber capaci di collezionare complessivamente 14 homerun nella semifinale vinta a valanga contro i Lampi Milano. Dall’altra, una tra le migliori difese del campionato, quella appunto dei Tuoni, guidata in campo dall’orecchio bionico di Gaetano Casale.
Per accedere alla finale, il Brescia si è sbarazzato (21-9) dei Lampi Milano a colpi appunto di fuoricampo, mentre i Tuoni hanno passeggiato (14-2) sui sorprendenti Tigers Cagliari, protagonisti comunque di un’ottima stagione e prima compagine sarda a qualificarsi alla final Four AIBXC.
Tra le curiosità di quest’attesa finale, una riguarda lo skipper dei Thunder’s Five Milano, Adriano Chiesa, reduce da tre stagioni trionfali con altrettanti scudetti vinti alla guida dei Patrini Malnate. Idem per il “Ministro della Difesa” Gaetano Casale (MVP della regular season) e Giuseppe Rosafio. In definitiva, gli ex-Malnate sono a caccia del quarto titolo tricolore consecutivo.
Ulteriore curiosità: i Tuoni l’anno scorso sono arrivati ultimi nel primo campionato a 11 squadre. Proprio l’innesto di gran parte dell’ossatura Malnate, giocatori e staff, hanno permesso questa trasformazione da ultimi a finalisti.
E Brescia? Dopo lo stentato avvio di stagione con le sconfitte inferte all’esordio dai Lampi e a metà stagione dal Bologna, la Leonessa sembrava tagliata fuori dalle semifinali, prima però di un formidabile scatto di reni e una seconda parte di campionato incredibile, trascinata proprio dai fuoricampo delle tre “bocche da fuoco” citate.
Mentre per questi Tuoni imbattibili, percorso netto al momento, manca la ciliegina sulla torta e la celebrazione finale che riporterebbe sul tetto del mondo alcuni senatori già avvezzi ai titoli nazionali durante l’epopea agli inizi anni 2000, da Francesco Cusati a Fabio scali, da Loredana Ruisi oltre, naturalmente, al manager Chiesa.
Infine, un coach che merita una citazione. Fabio “mago Giurlì” Giurleo, sagace stratega, a cui i panni dell’underdog calzano a pennello. E’ stato protagonista dei due scudetti vinti con i Lampi Milano nel 2013 e 2014, assolutamente contro ogni pronostico. E oggi è tra le fila bresciane.