Un 2019 da sogno per la Fortitudo. Dopo la Coppa Campioni arriva il 12° scudetto, per un’accoppiata che in Italia mancava dal 2011. Ci riuscì, guardacaso, San Marino, che esce da queste finali con l’onore delle armi. Quel San Marino che incassa il secondo 3-0 consecutivo in una serie tricolore dopo quella persa con Rimini nel 2017, quel San Marino che in tre finali scudetto è sempre uscito sconfitto contro Bologna. E visto che siamo in tema di numeri, la Fortitudo si conferma campione con sei vittorie consecutive nei play-off, dopo aver visto le streghe nella semifinale con Parma. Lì è svoltata la post season dei biancoblù, bravi a rimontare la truppa di Poma, bravi esattamente come è successo sabato scorso al Falchi, anche se con la preziosa complicità delle scelte sammarinesi.
Garadue ha fatto la differenza, eccome se l’ha fatta nella testa prima che nelle mazze dei titani. Tutti in piedi per Raul Rivero ci mancherebbe e mai premio Mvp delle finali è più che meritato, ma il pitcher della Fortitudo ha ottenuto parecchi dei suoi 12 strike-out sfruttando le debolezze di un line-up svuotato. San Marino ha chiuso i suoi primi due inning d’attacco con altrettanti doppi giochi, ha messo il naso fuori dalla finestra al quinto inning (corridori in prima e seconda) e al settimo (corridori in seconda e terza) sempre con due out, ma è mancata la zampata decisiva.
Quella che ha trovato Paz con il solo-homer alla quarta su Baez, quella che ha trovato Grimaudo all’ottavo inning, un doppio a basi piene contro un Quevedo ormai in riserva e quando lo staff tecnico sammarinese ha inserito Maestri, i buoi erano scappati da un paio di battitori. In totale controllo della partita, Frignani ha dato l’onore di chiudere a Perasklis che l’ha fatto con 2 strike-out, il marchio di fabbrica della Fortitudo stasera a Serravalle. Ah, a proposito di numeri, la Fortitudo per la prima volta ha vinto due scudetti di fila.