Gijang (Corea del sud) – Piove sulle gare del pomeriggio, una pioggerellina fine che si annuncia anche per i prossimi giorni e intanto porta una pioggia di punti in Giappone – Stati Uniti, con i primi che vincono (16-7) e restano l’unica squadra imbattuta dell’intero torneo. Non solo, interrompono la serie vincente degli Usa che in questa manifestazione non perdevano una gara dal 2015, inanellando 18 vittorie consecutive. Va vicina all’impresa la Spagna contro Taipei, però – come contro i giapponesi – gli iberici si fermano a un passo dal sogno, stavolta in rimonta, ed escono ancora battuti (5-4).
Il clou era sul campo principale ma che non fosse un gran giorno per gli Usa si era capito già dall’inno nazionale, inceppatosi due volte prima di poter essere ascoltato. Un segnale che sarà premonitore. Eppure l’avvio è scoppiettante, il lead off Usa Armstrong batte un doppio, c’è una base, poi un k, doppia rubata che riesce alla perfezione, volata di sacrificio, altra base e con gli uomini agli angoli arriva una clamorosa ingenuità: rubata ritardata in seconda, il corridore di terza avanza, c’è una trappola ma riesce a rientrare sulla base dove – nel frattempo – è arrivato e viene eliminato l’altro corridore.
Il Giappone risponde subito: triplo del primo battitore nel box Keito Mori, poi un K, un out interno, ma il quarto in battuta spinge a casa il punto con un doppio. Al terzo attacco nipponico la svolta: due valide di fila, palla mancata, ancora una valida ed è 2-1 con uomini agli angoli, inizia da lì una giostra che porta a segnare altre 4 volte e nonostante Hernandez sia richiamato dal monte per fare posto al rilievo Gordon. Che cede al quarto caricando le basi e concedendo un doppio che vale l’8-1, poi una base e viene rilevato da Hector che non fa meglio: l’attacco giapponese si chiude con altri 3 punti uno forzato e due grazie a un ulteriore doppio. E’ proprio il caso di dire che piove sul bagnato. Per la cronaca l’inning era proseguito grazie alla moviola, chiesta dai giapponesi sul terzo out – chiamato in prima – che al review è stato giustamente giudicato salvo per il distacco del prima base dal sacchetto.
Al quinto basi cariche e zero out per gli Usa che segnano 2 punti e accorciano ulteriormente al sesto, quando tra basi, colpiti, il primo errore nel mondiale del Giappone (a fine serata saranno tre, complici anche le condizioni del terreno) e una volata di sacrificio ne portano a casa 3. Al settimo un doppio, l’ennesimo cambio di lanciatore, un K e subito un triplo portano il risultato sull’11 al 7: ma Izuka ne esce con altri due K. Il fuoricampo di Yokoyama taglia le gambe alla rimonta Usa che all’ottavo mettono comunque due uomini in base con zero out ma non segnano. Cosa che fa il Giappone, dilagando nel successivo attacco con 4 punti e rischiando di chiuderla per manifesta se il corridore a casa non fosse stato il terzo out. Chiude a 1000 in battuta il dh giapponese Takaya Hishikawua
La Spagna, come dicevamo, perde la grande occasione contro Taipei sfiorando la rimonta con 3 punti all’ottavo inning che purtroppo non bastano. Come sono poche le appena tre valide battute contro i lanciatori di Taipei, ben giostrati dal manager avversario. Sotto 4-0 dopo quattro riprese, gli iberici segnano al quinto ma subiscono un altro punto al settimo. La reazione nell’attacco successivo porta a un passo dal pari ma non basta: Yu Chien ottiene la salvezza in 1.1 riprese lanciate con 4 K.
L’Australia vince la seconda partita di fila liquidando senza problemi (13-2) al settimo inning una volenterosa Cina e piazzandosi al primo posto di un girone nel quale, esclusi proprio i cinesi, può ancora succedere di tutto. Nella gara odierna – complice anche un avversario non straordinario – batte 16 valide, più di quelle messe insieme nelle due precedenti. Riesce per la prima volta a rubare (in tre occasioni) ma colleziona il sesto colto rubando. Nel box significativo il 3 su 4 dell’esterno sinistro Jaylin Rae
Sulle gare di domani aleggia il rischio maltempo, si deciderà a seconda del meteo. La pioggia, intanto, ha detto che ora è il Giappone la squadra da battere.