Gijang (Corea del Sud) Succede quello che nessuno si aspetta al Dream Ballpark. Succede che la super potenza giapponese, quella dei migliori lanciatori visti al mondiale, sbatta contro i pitcher dell’Australia che era all’ultima spiaggia, doveva solo vincere e l’ha fatto (4-1) lasciando appena 3 valide a un attacco che finora ne aveva battute 54. E succede qualcosa che poteva essere, cioè che nella riedizione della finale del 2017 gli Stati Uniti battono ancora la Corea (7-5) e conquistano il diritto a giocarsi per la quinta volta di fila la medaglia d’oro. Affronteranno la Cina Taipei, al di là del risultato contro il Canada, perché anche in caso di sconfitta il record dei cinesi sarebbe di 3 vinte e 2 perse come l’Australia, che però è stata battuta proprio da Taipei. Australia che se la vedrà per il bronzo con la Corea, perché pur con un record di 2 vinte e 3 perse come il Giappone, i padroni di casa hanno vinto lo scontro diretto. Giappone quinto, quindi, Canada sesto, il resto si deciderà nelle finali.
Anche oggi, nonostante il clima non straordinario e le gare rinviate di mezz’ora, partite molto intense. L’Australia prende un punto al primo inning: dopo un out c’è un colpito, una valida, un lancio pazzo e con uomini in seconda e terza la battuta in diamante che porta il corridore a casa. Un’altra battuta interna chiude l’attacco. E sale in cattedra l’Australia che già al primo inning fa vedere a Soda Asata che non è giornata, battendo due valide, poi al secondo mette in fila 3 singoli, ottiene una base, batte un’altra valida, e sul monte sale Mae, ma un errore vale il 4-1 che resterà fino al termine, grazie a Bidois (7 riprese da manuale), Lee e Hall che costringono a battere “scomodo” i giapponesi. Esce così dal lotto delle finaliste una delle favorite della vigilia e una delle squadre che pure aveva impressionato di più finora, soprattutto sul monte.
Vincono gli Usa e lo fanno dopo essere stati sotto di 5 punti. Parte Kangjun Lee per la Corea, quello dei “sottomarini”, viene toccato subito da un singolo e un doppio ma ne esce con una volata interna e due K. Per gli Stati Uniti parte Abel ma i padroni di casa – gasati dalla vittoria di ieri -dopo un out al centro trovano il triplo di Kim (miglior battitore del torneo, finora solo singoli) una valida interna vale l’1-0, c’è una base e riesce un batti e corri che vale il 2-0. Scende Abel, entra Rosario e la partita comincia a cambiare, anche se al secondo – dopo aver chiuso l’attacco Usa con un bel doppio gioco – la Corea segna ancora: singolo, poi un bunt sul quale la difesa commette il quinto errore del mondiale, c’è un doppio gioco su un bunt che è preso al volo dal ricevitore, quattro ball e basi cariche, una facile volata in diamante manda in bambola – causa anche il vento – lanciatore, prima e seconda base ed è 4-0, una valida a destra fa 5-0. Al terzo il fuoricampo di Hassel vale il 5-2 e il cambio di lanciatore. L’attacco coreano da quel momento è imbrigliato, gli Usa crescono inning dopo inning: al quarto singolo, base e un altro singolo valgono il 5-3, c’è un K, entra Bulger come pinch-hitter e il suo singolo fa 5-4, una linea e un K chiudono la ripresa. Va a battere la Corea che dopo un singolo avrà 13 eliminati di fila, mentre gli Usa pareggiano grazie a un tiro sbagliato che porta il corridore in seconda, l’avanzamento e il punto entrambi su battute in diamante. Al sesto attacco il sorpasso, con uomini agli angoli, su valida di un altro pinch hitter: Bowser. Una “trappola” tra terza e casa porta l’out ma uomini in seconda e terza e la volata di sacrificio vale il 7-5. Due out all’ottavo, poi Rosario concede due valide di fila, il pubblico di casa – molto numeroso – spera nel pareggio ma una volata all’esterno sinistro chiude i giochi. Termina, dopo 103 lanci, anche la gara del pitcher. Usa ancora a segno al nono in modo rocambolesco: doppio, cambio di lanciatore, palla mancata, il ricevitore chiede se c’è stato swing all’arbitro di prima ma “dimentica” di andare a prendere la pallina e il corridore segna. Al nono entra Mc Lean che si sposta dall’esterno sinistro: singolo del “solito” Kim, poi tre out di fila: è finale, mentre la Corea deve accontentarsi di quella di consolazione.