Partiamo dal principio e dalla recente pubblicazione di un rapporto di una decina di pagine della MLB nel quale si definisce la sospensione per un anno del manager degli Houston Astros A.J. Hinch, e del GM Jeff Luhnow. Per Alex Cora invece, all’epoca dei fatti bench-coach degli Astros, si richiede un supplemento di indagine per capire se si è reso colpevole di replicare il sistema incriminato anche ai Red Sox nel 2018. Inoltre il Commissioner ha imposto 5 milioni di dollari di multa alla franchigia texana e l’obbligo di non partecipare al primo e secondo turno del draft nel biennio 2020-2021.
Immediate le ripercussioni sulle società in qualche modo interessate. Così a stretto giro sono arrivati i licenziamenti da parte degli Astros di A.J. Hinch e Jeff Luhnow. Il proprietario della squadra Jim Crane aveva subito affermato che si rendeva necessaria un po’ di pulizia: “Dobbiamo andare avanti con la pulizia, e gli Astros diventeranno un’organizzazione ancora più forte”. A seguire sono arrivate anche le dimissioni da manager dei Red Sox di Alex Cora. Il 44enne portoricano, capace di vincere da rookie il campionato del 2018, all’epoca delle World Series incriminate era il bench-coach degli Astros e secondo il report della MLB sarebbe stato l’organizzatore del meccanismo atto a rubare segni tramite monitor video. Così a poche ore dal licenziamento di Hinch e Luhnow dagli Astros, cade anche la terza testa: “Abbiamo deciso che non sarebbe stato possibile per Alex guidare efficacemente il club”, hanno affermato in un comunicato i Red Sox. “Oggi abbiamo concordato sul fatto che separarsi fosse la cosa migliore per l’organizzazione. Non voglio essere una distrazione per i Red Sox” chiosa Alex Cora. “I miei due anni come manager sono stati i migliori della mia vita. È stato un onore gestire questa squadra e aiutare a riportare le World Series a Boston. Sarò per sempre in debito con l’organizzazione e i tifosi che mi hanno supportato come giocatore, manager e nei miei sforzi per aiutare Portorico.”
La vicenda prende in contropiede Boston che fino a due mesi fa, mentre la MLB avviava le sue indagini sugli Astros, non credeva che Cora potesse essere in pericolo, tanto meno che i Red Sox potessero essere accusati di utilizzare un sistema simile. Ora si trovano nelle condizioni di dover trovare un manager prima dell’inizio degli spring-training, al via il prossimo 12 febbraio. A meno che non venga coinvolto nel supplemento di indagini per il 2018 (a questo punto non si esclude nulla), Ron Roenicke, attuale bench-coach dei “BoSox”, è un’opzione valida come possibile manager vista la sua esperienza alla guida dei Brewers dal 2001 al 2015 e visto che da due anni è a Boston nello staff di Cora. Sempre come soluzioni interne una chance per l’allenatore di terza base Carlos Febles e l’ex-capitano della squadra Jason Varitek, oltre a Dustin Pedroia, che ha giocato solo 9 partite nelle ultime due stagioni a causa di un infortunio al ginocchio sinistro, che potrebbe essere utilizzato nel ruolo di manager-giocatore. Tra i “big” senza una squadra da guidare restano Dusty Baker, Bruce Bochy, Mike Scioscia e Buck Showalter, che però hanno un approccio manageriale più “classico” del profilo scelto da Boston che a questo punto potrebbe guardare anche a Brad Ausmus.
Più complessa la situazione in casa Astros visto che la ricerca di un nuovo manager è complicata anche dal fatto che non c’è un General Manager a cui affidarsi. Ieri Crane ha dichiarato che al momento non esiste una lista di candidati, ma gli spring-training si avvicinano e bisognerà muoversi in fretta.