Pazza idea: il DH sbarca anche in National League?

Una tra le proposte che circolano in questi ultimi giorni riguarda la possibilità di disporre del battitore designato anche nella più antica delle leghe di baseball USA. L’ultimo tentativo risale al 1980 ma non si arrivò al consenso tra i club

Latimes.com (Harry Harris / Associated Press)
Ron Blomberg, primo battitore designato nella storia della MLB
© Latimes.com (Harry Harris / Associated Press)

Si rincorrono febbrilmente in queste ore notizie ed ipotesi sulla possibilità di dare inizio finalmente al campionato di MLB. Ma ci sono anche proposte incredibili che stanno spaccando il mondo del “batti&corri” tra puristi ed innovatori come ad esempio l’introduzione del battitore designato nella National League. Si tratterebbe di una eccezione per questa folle stagione che ancora deve riuscire a partire, ma la sola idea ha suscitato le reazioni più disparate.

Come noto, la più antica delle leghe della MLB non ha mai utilizzato il DH, che invece venne introdotto nella American League nel 1973. Da allora l’uso di utilizzare un giocatore a parte per sostituire il lanciatore nel box di battuta si è diffusa in varie nazioni e a vari livelli. Per ora, a non averlo mai utilizzato, sono soltanto la National League e la Central League della Nippon Professional Baseball League, in Giappone. Ad onor del vero l’idea di avere la possibilità di inserire un DH nel turno di battuta ha origini lontane. I primi tentativi risalgono infatti ufficialmente al manager dei Philadelphia Athletics, Connie Mack, che, nel 1906, diceva che si stancava di guardare “Eddie Plank e Charles Bender agitarsi in campo” quando erano in battuta. La proposta di Mack ricevette scarso sostegno e fu persino criticata dalla stampa come “sbagliata teoricamente”.

L’idea non morì e riprese vigore verso la fine degli anni ’20, quando il presidente della National League, John Heydler, fece una serie di tentativi per introdurre un battitore designato riuscendo quasi a convincere i club della NL a provarlo durante gli allenamenti di primavera del 1929. Il progetto viene di nuovo accantonato e prima di vederlo effettivamente provare in una gara (di spring-training), dobbiamo attendere altri 40 anni. Nella pre-season del 1969 un altro tentativo con il DH, anche se molte franchigie della National League nemmeno lo provarono. Il dibattito intorno a questa variazione del gioco crebbe e alla fine, l’11 gennaio 1973, i proprietari della American League approvarono l’introduzione del DH con 8 voti a favore e 4 contrari. Venne sancito un test per 3 anni: il 6 aprile 1973, Ron Blomberg dei New York Yankees diventò il primo battitore designato nella storia della Major League Baseball, affrontando il lanciatore destro dei Boston Red Sox, Luis Tiant, nella sua prima apparizione in piatto. Il risultato più evidente della prima stagione del DH fu la media battuta più alta rispetto ai colleghi della National, cosa peraltro che è rimasta coerente fino ai giorni nostri.

Il 13 agosto 1980, fu la volta dei presidenti dei club della National League a votare a favore o contro l’adozione del DH nel regolamento del “Senior Circuit”. Per dare il via libera alla sperimentazione era necessario avere il consenso della maggioranza delle 12 squadre. Il conteggio finale vide quattro squadre a favore (Atlanta Braves, New York Mets, St. Louis Cardinals e San Diego Padres), cinque voti contro (Chicago Cubs, Cincinnati Reds, Los Angeles Dodgers, Montreal Expos e San Francisco Giants) e tre astensioni (Philadelphia Phillies, Pittsburgh Pirates e Houston Astros) e il progetto naufragò. In attesa di capire cosa decideranno in merito per la prossima stagione c’è già chi parla di spostare la decisione al 2021.

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.