Continuano serrate le trattative per poter dar inizio alla stagione 2020 della MLB. Sembra imminente la controproposta che la Major League Baseball Players Association (MLBPA) con un’ipotesi di campionato basata su 89 partite a stipendi ripartiti e playoff allargati. Ci sarebbero 25 partite in meno rispetto a quanto inizialmente proposto dalla MLB (114) e 13 partite in più rispetto a quanto recapitato lunedì, che però prevedeva solo il 50% degli stipendi ripartiti, più un altro 25% in caso di completamento delle post-season a 16 squadre.
Il nuovo numero totale di partite porta il punto medio tra le due proposte a 82 gare (che coincide con quanto originariamente pensato dalla lega). La ESPN riporta che la proposta sindacale contiene l’accordo per le post-season a 16 squadre sia per il 2020 che per il 2021, che sicuramente farebbe la gioia delle proprietà, mentre “The Athletic” aggiunge che la quota dei giocatori dipenderebbe dalla possibilità o meno che si possano disputare i playoff in presenza di tifosi (difficile nel 2020, probabile nel 2021).
Sempre secondo ESPN, i giocatori sono anche disposti a impegnarsi ad andare incontro alle esigenze TV sia nella stagione regolare che nei playoff e ciò si tramuterebbe, ad esempio, ad interviste effettuate durante le partite.
L’ultima proposta contiene anche diversi nuovi elementi. Scott Miller del “Bleacher Report” ha twittato che l’All-Star Game e l’Home Run Derby potrebbero svolgersi dopo la conclusione delle World Series, il che potrebbe creare ulteriori entrate per le squadre. Jared Diamond del Wall Street Journal, nel frattempo, ha twittato che la proposta sindacale contiene l’istituzione di un fondo comune da 5 milioni di dollari per sostenere i giocatori delle Minors e promuovere iniziative di giustizia sociale. Intorno alla proposta non circola ottimismo, e sembra difficile immaginare che questo accordo venga accettato dalla MLB.
Il problema più grande, ça va sans dire, non è legato all’ampliamento delle post-season, né al numero di partite da disputare nella stagione regolare, bensì allo stipendio dei giocatori. Il sindacato ha insistito con fermezza su stipendi proporzionati, mentre i proprietari hanno continuato a spingere l’idea che sono necessari ulteriori tagli e si sono anche fermamente rifiutati di prendere in considerazione la possibilità di giocare oltre la fine di ottobre: e questo è sicuramente un altro ostacolo. La EPSN riferisce che la proposta prevede la stagione regolare dal 10 luglio fino all’11 ottobre. Come osserva Diamond, ciò garantirebbe che le post-season MLB non vadano in “conflitto” con i playoff della NBA, che dovrebbero concludersi il 12 ottobre.
Alla luce delle difficoltà tra Lega e Sindacato per trovare un accordo, il Commissioner della MLB Rob Manfred ha rilasciato una dichiarazione che non lascia spazio a fraintendimenti: “Giocheremo a baseball nel 2020. Al cento per cento”. Manfred ha voluto così dare un tono ottimista ma energico alla querelle, forte di quel patto dello scorso marzo che gli ha conferito il potere unilaterale di imporre una stagione ridotta di circa 48 partite in assenza di un accordo. Manfred ha riconosciuto che sarebbe una “delusione” imporre una stagione così ridotta, visto che nessuno dei contendenti vorrebbe una soluzione del genere. E forse anche per questo il Commissioner non ha fissato una scadenza per i negoziati anche se prima o poi una deadline bisognerà fissarla.
“Preferirei negoziare un nuovo accordo con l’MLBPA che ci porti più partite e risolva amichevolmente i problemi che ci hanno separato”, ha dichiarato Manfred a Karl Ravech di ESPN. “Ma alla fine, abbiamo ricordato il diritto negoziato a marzo per iniziare la stagione su una serie di partite che selezioniamo in queste particolari circostanze e, se necessario, eserciteremo tale diritto”.