E’ il Vice Presidente della MLB, Chris Marinak, l’uomo che sta supervisionando il processo di pianificazione del calendario 2020. In un’intervista rilasciata a USA TODAY ha tenuto a ricordare tutte le difficoltà che sta affrontando per approntare un programma fattibile che dovrebbe essere disponibile entro i prossimi 14 giorni. La pandemia, il lungo braccio di ferro tra giocatori e proprietà che i tifosi hanno veramente mal digerito, la voglia di tornare a parlare solo di baseball. C’è tutto queste nelle parole di Marinak.
La Major League Baseball, con un esaustivo manuale di oltre 100 pagine su salute e sicurezza, tenterà di diventare il primo grande sport professionistico a tornare attivo negli USA. La data probabile è quella del 23 luglio con due partite trasmesse sulle televisioni nazionali. Dal giorno dopo partirà la stagione per tutte le altre squadre.
Si tratterà della stagione di baseball più breve dal 1878. A contendersi al meglio delle 60 gare la National League, unica lega ufficiale dell’epoca, erano i Boston Red Caps, gli attuali Atlanta Braves, che chiusero in testa con 41 vittorie e 19 sconfitte, i Cincinnati Reds, i Providence Grays, che fallirono per problemi finanziari nel 1885, i Chicago White Stocking, attuali Chicago Cubs, gli Indianapolis Blues, ed i Milwaukee Grays. Queste ultime due franchigie disputarono soltanto quella stagione. Anche allora si disputarono 60 partite, il 37% di quelle che si giocano oggi (162).
Tornando all’attualità, il calendario 2020 sarà formato dal 37% delle gare originariamente previste, è previsto che ogni squadra disputi 40 partite contro franchigie della propria Division e 20 partite di interleague contro il corrispondente girone geografico.
Inizialmente si era valutato di creare gironi diversi, ma poi si è intrapresa la strada della “conservazione”, almeno in questo, e si sono mantenute le Division originali con le rivalità storiche geografiche. Quindi, vedremo ancora affrontarsi in due serie da 3, i New York Yankees contro i Mets, i Los Angeles Dodgers contro gli Angels, i Cubs contro i White Sox, i San Francisco Giants contro gli Oakland A’s, ed i Cleveland Indians contro i Cincinnati Reds.
I fattori che hanno facilitato la stesura dei calendari sono stati l’assenza di pubblico, che ha evitato che alcune franchigie potessero lamentare l’assenza di gare nel week-end oppure un maggior numero di gare in casa quando le scuole sono ancora aperte, e l’obbligo di giocare contro altre squadre relativamente vicine, il che ha azzerato i tempi morti dovuti a viaggi più lunghi. Si è cercato di eliminare quante più trasferte possibili. Le squadre che normalmente si fermano a New York, Chicago, San Francisco o Los Angeles, per una serie di tre partite, ora rimarranno per un’intera settimana. Ci saranno ancora serie da 2, ma la maggior parte sarà sulle 3 e 4 partite.
“Si trattava davvero di cercare di ridurre al minimo i viaggi” afferma Marinak “facendone un numero ridotto e rimanendo nella stessa città per più serie. Nello stilare il calendario abbiamo fatto molte cose cercando di ridurre al minimo i potenziali rischi per la salute. Spero che questo mantenga i ragazzi più freschi’.
Anche l’assenza di concerti ed altri eventi organizzati ha contribuito al buon esito della programmazione. L’unico evento che si è dovuto gestire è stata la Convention democratica di Milwaukee dal 17 al 20 agosto, assicurandosi che i Brewers fossero fuori città per una settimana vista la carenza di camere d’albergo.
Una delle problematiche più urgenti da gestire sono stati i Toronto Blue Jays, che hanno bisogno dell’approvazione del governo canadese per allentare le restrizioni di viaggio. Se i Blue Jays non dovessero ricevere l’OK, è probabile che giocheranno le gare in casa a San Petersburg, in Florida, condividendo la struttura dei Tampa Bay Rays.
Sarà un calendario creato per la TV in prime time, con la più alta percentuale di partite serali nella storia del baseball. La stagione sta quindi per iniziare e si può solo aspettare e pregare che il COVID-19 consentirà di giocare interamente il campionato, addirittura, se le cose dovessero migliorare, con un ingresso limitato di fan negli stadi, secondo il desiderio dei più audaci.
“Penso che la gente smani per il baseball, c’è una domanda repressa”, afferma Marinak. “Possiamo ancora essere il primo grande sport di squadra a riprendere negli Stati Uniti. Avremo un sacco di partite a fine luglio e inizio agosto prima che gli altri sport aumentino. Penso anche che la novità della stagione porterà più attenzione. Forse avremo alcuni battitori che chiuderanno con una media di .400, forse ci saranno lanciatori con una media PGL molto bassa. Potremmo vedere alcune squadre infrangere la percentuale vincente di tutti i tempi. Speriamo solo di non dover fare mai più una cosa del genere, ma penso che questo calendario sia piuttosto interessante” chiude Marinak, senza approfondire se i record di questa stagione, compreso il nome della franchigia del vincitore delle prossime World Series, saranno seguiti dal famoso asterisco, cosa che appare più che probabile.