S’arricchisce di un nuovo entusiasmante capitolo la bella favola del Bsc Grosseto 1952. La società presieduta da Massimo Ceciarini, dopo aver sfiorato la promozione in serie A2 al primo anno di attività seniores, ha riportato in Maremma uno scudetto tricolore, a distanza di tredici anni dal titolo IBL del Montepaschi Bbc Grosseto e di quello dello Junior tra i Cadetti. Erano invece 23 anni che una squadra grossetana non vinceva un tricolore nella Juniores: nel 1987 primeggiò il Roselle di Angelo Fanara. Un’ultima curiosità: quello di domenica è il terzo scudetto conquistato in Romagna dopo quelli del Bbc in A1 nel 1986 e 1989.
La formazione biancorossa allenata da Stefano Cappuccini si è laureata campione d’Italia della categoria Under 18, al termine di una Final Four straordinaria, per la qualità del livello tecnico sia dei vincitori che dei suoi avversari. In quattordici inning il Villa Croci-Big Mat ha concesso la miseria di una battuta valida, nella semifinale con il Torre Pedrera, mentre nella finalissima contro i New Black Panthers è stata firmata una no-hit combinata. Un’impresa che ha veramente pochi precedenti nelle finali nazionali. I partenti Matteo Sireus e Ion Doba, i rilievi Niccolò Cinelli e Kamran Ali sono stati pressoché perfetti, collezionando complessivamente 25 strike out.
«Sono state partite giocate sul filo del rasoio – commenta il manager Stefano Cappuccini – Lo scudetto under 18 era l’obiettivo della nostra stagione ma, credetemi, è stata durissima contro avversari di rango come Torre Pedrera e Ronchi dei legionari».
Il manager del Bsc Grosseto esulta per il primo scudetto nella storia del Bsc, che lo ripaga di anni di duro lavoro: «Il segreto – dice il tecnico maremmano – è stato aver partecipato al campionato di serie B. Ci doveva servire a giocare più partite e così è stato. Senza un torneo seniores questi ragazzi sarebbero arrivati alle finali nazionali con 4-5 partite disputate a livello regionale e non di qualità. Tra l’altro il Bsc è stato la sorpresa della serie B nella quale si è giocato fino all’ultimo il salto di categoria con l’Academy Nettuno».
Stefano Cappuccini, da ragazzo, ha vinto un titolo Primavera con il Bbc nel 1989, ma «da allenatore è più bello; senti la responsabilità addosso. A 18 o a 21 anni, come è successo a me, non ti rendi conto di quello che hai fatto. E credetemi la nostra è stata un’impresa incredibile. I miei lanciatori hanno concesso una valida in 14 inning e in caso di necessità avevamo altri pitcher pronti a dare la mano. C’è un altro segreto in questo scudetto: il gruppo. Tutti hanno fatto il loro dovere, con una difesa impeccabile. I ragazzi non saltano gli allenamenti per nessuna ragione al mondo: ritrovarsi al campo per loro è felicità, non sacrificio».
Il tricolore del Villa Croci-Big Mat rappresenta un’occasione per rilanciare definitivamente il baseball a Grosseto. «Dobbiamo trovare la maniera – secondo Stefano Cappuccini – per fare una serie A2 o anche una A1. Io voglio tornare a vedere una partita della massima serie allo stadio Roberto Jannella. A mio parere questo gruppo tra 3-4 anni può primeggiare anche in A1. Ho a disposizione giocatori fatti, che fra due anni possono dire la loro contro chiunque».
«Lo scudetto – prosegue il manager Bsc – è un onore ma anche un onere. Dobbiamo dare continuità a questi risultati ed è l’occasione migliore per mettere tutti d’accordo. Questa è la vittoria del baseball della città. Abbiamo i migliori ragazzi in Italia e dobbiamo iniziare a ragionare da grandi. Colgo l’occasione per ringraziare la famiglia Croci, Franco e Alessandro, ma abbiamo fatto felici anche Scarpelli e il Molino Grassi, nostri affezionatissimi sponsor.
I RINGRAZIAMENTI DEL DIRETTORE SANDRO CAPPUCCINI. «In un momento così bello – aggiunge il direttore tecnico e pitching coach Alessandro Cappuccini – mi preme innanzitutto ringraziare il presidente Andrea Marcon e tutto il consiglio federale che hanno permesso di disputare i vari campionati che alla resa dei conti hanno valorizzato giovani italiani. Anche a Rivabella e San Marino si sono visti ragazzi di qualità».
«Lo scudetto – prosegue – era l’obiettivo che avevamo in testa, anche se sarebbe stato un successo anche arrivare alla Final Four. Siamo campioni d’Italia grazie al cuore e alla tecnica dei ragazzi, gli stessi che ci hanno fatto sognare in serie B. La partecipazione al campionato seniores ha dato a tutti un numero di riprese importanti che ha finito per fare la differenza: qualsiasi lanciatore avrebbe fatto la sua figura. Sireus ha nel braccio un contratto americano, ma Doba, Ali, Cinelli, Brzezinski e gli altri pitcher sono cresciuti al punto giusto. In queste due partite ho sofferto quanto loro: è come se avessi lanciato 14 inning».
«Per il Bsc – sottolinea il direttore tecnico maremmano, che nel 1982 ha vinto uno scudetto P.O. – è stata un’avventura dispendiosa e per questo dico grazie agli sponsor che ci hanno dato una mano in questa indimenticabile annata. Il titolo è anche il premio a tecnici, come Galli, Bindi e Toniazzi per citarne alcuni, che ci hanno aiutato in passato. A San Marino abbiamo infatti raccolto quello che abbiamo seminato 6-7 anni fa. Partendo dalla base abbiamo lavorato per riportare il baseball grossetano in futuro nella massima serie. Il Bsc rappresenta una città e questa vittoria può dare gli stimoli giusti per trovare accordi e soluzioni per mettere in piedi una serie A1».
IL TABELLINO DELLA SEMIFINALE CONTRO TORRE PEDRERA
IL TABELLINO DELLA FINALISSIMA CONTRO RONCHI