Con le prime partite in programma domani – domenica 28 febbraio – prende ufficialmente il via la stagione 2021 della MLB. Signori, ci sono gli spring-training, e tutti si devono far trovare pronti all’appuntamento in cui si prepareranno i roster per l’Opening Day previsto 1° aprile. Il programma delle partite amichevoli scatterà per 28 dei 20 club di Major che compongono la Grapefruit e la Cactus League, in scena come di consueto in Florida ed Arizona, tenuto conto dei principi di salute e sicurezza.
Ciascuna franchigia della Cactus League disputerà 28 partite in 30 giorni. Le squadre della Grapefruit League invece si divideranno in due “sottoleghe”: quelle che si allenano sulla costa orientale della Florida, cioè Astros, Marlins, Mets, Cardinals e Nationals giocheranno 24 partite in 30 giorni tutte esclusivamente tra loro. I club le cui strutture di allenamento primaverile si trovano sulla costa occidentale della Florida saranno ulteriormente divise in due gruppi: in uno, Tigers, Yankees, Phillies e Blue Jays, nell’altro Braves, Red Sox, Twins e Rays che disputeranno 28 partite nell’arco di 30 giorni. Orioles e Pirates giocheranno contro squadre di entrambi i gruppi.
Altra novità del 2021, oltre alle gare in Arizona e Florida, sarà la disputa di alcune sfide di spring-training negli stadi della Major League a partire appunto da domani, mentre i club selezionati giocheranno un’altra partita di spring-training martedì 30 marzo.
C’è molta attesa per vedere all’opera i tre nuovi manager che hanno preso la guida di altrettante franchigie durante queste off-season. I Detroit Tigers, dopo il ritiro di Ron Gardenhire a causa di problemi di salute, si sono rivolti ad A.J. Hinch consolidando il progetto che mira a scegliere manager con esperienza. L’ex-Houston Astros e Arizona Diamondback in 7 stagioni ha ottenuto 570 vittorie e 472 sconfitte (.547), portando Houston a due World Series, vincendole nel 2017 contro i Dodgers e perdendo nel 2019 contro i Nationals, entrambe forzatamente a gara7. Gardenhire ha chiuso le quasi tre stagioni in Michigan con 132 vittorie e 241 sconfitte, senza mai arrivare alle post-season.
A circa una settimana dall’annuncio di Gardenhire, i Red Sox hanno ufficializzato la loro separazione da Ron Roenicke che ha concluso la sua unica stagione da manager di Boston con un record di 24-36 (.400) senza far parte delle postseason. A prendere la guida dei “BoSox”, o meglio a riprenderla, sarà Alex Cora che, dopo aver scontato la sospensione di un anno imposta dalla MLB per il suo ruolo nello scandalo dei “segni rubati” degli Houston Astros, è pronto a riprendere il discorso interrotto prima della sua squalifica. In due stagioni a Boston, Cora aveva un record di 192 vittorie e 132 sconfitte (.593) nelle quali aveva guidato la franchigia a vincere l’anello al primo anno.
L’attesa maggiore però riguarda un grande ritorno nel mondo della MLB. A 76 anni suonati, torna a guidare i Chicago White Sox il grandissimo Tony LaRussa. L’Hall of Fame 2014, aveva già guidato i White Sox tra il 1979 ed il 1986, alla sua prima esperienza da manager, nella quale aveva messo insieme 522 vittorie e 510 sconfitte (.506), con una apparizione ai play-off. Da lì è partita una carriera strepitosa che lo hanno porta a vincere le World Series nel 1989 con gli Oakland Athletics, nel 2006 e nel 2011 con i St. Louis Cardinals. Dopo il 2011 LaRussa non ha più allenato ed ora è stato chiamato a sostituire Rick Renteria che ha chiuso le sue quattro stagioni nel “South Side” con un record di 236–309 (.433) e una apparizione ai playoff. Il 29 ottobre è stato annunciato che Tony La Russa sarebbe tornato ai White Sox come allenatore. La Russa ha diretto i White Sox dal 1979-1986, compilando un 522-510 (.506) e una apparizione ai playoff. All’età di 76 anni, La Russa diventa il manager più anziano delle Major. Non ha diretto nessuna squadra dai St. Louis Cardinals nel 2011.