Doriano Bindi si riprende il San Marino

Il manager torna in panchina dopo cinque anni. Mazzotti: “Ha la grande capacità di creare un gruppo”

Diego Gasperoni
Doriano Bindi il manager di 4 scudetti e 3 coppe Campioni a San Marino
© Diego Gasperoni

Il San Marino ci aveva provato, affidandosi a Marco Nanni nel 2017, scegliendo la strada della novità, del vincente che arrivava da Bologna, poi ci ha riprovato affidandosi a Mario Chiarini per tre anni, scegliendo anche in questo caso la strada della novità, il giovane che poteva avanzare. Ma non è andata come la dirigenza biancazzurra si aspettava e quella squadra che dal 2006 al 2014 ha vinto 4 scudetti, 3 coppe dei Campioni e 2 coppe Italia, si è ritrovata a mani vuote nelle ultime sei stagioni, con tre finali scudetto perse, due con Bologna e una con Rimini. Così da fine 2020 è cominciato a circolare il nome di chi tutti questi trofei li ha vinti da manager e mancava solo l’ufficialità per riportare il 62enne Doriano Bindi sulla panchina dei titani.  “Ci siamo lasciati nel 2016 – ha detto Bindi che fu sollevato dall’incarico a stagione iniziata con l’interregno di Mazzotti – ora ci ritroviamo per tornare a vincere. La squadra è buona, ora è necessario ripartire e bisogna farlo in fretta per essere pronti in vista dell’inizio del campionato”.

La re-investitura arriva anche dalle parole del general manager Mauro Mazzotti. “Ripartiamo da Doriano perchè in questo momento c’era bisogno di uno del suo spessore. Forse negli ultimi anni c’è mancato qualcosa sul piano umano, dal punto di vista del gruppo. Ecco il gruppo, questo è sempre stato un punto di forza di Doriano, creare alchimia, far stare bene i giocatori e abbiamo pensato che in questi anni avrà ricaricato le pile. Nello sport non è mai facile restare il tecnico di una squadra per tanti anni e confermarsi continuamente al vertice, anche Bindi ha avuto bisogno di un periodo di stacco ma crediamo che abbia ancora tanto da dare”.

La squadra sarà quella pensata per il campionato dello scorso anno. “Sì, l’ossatura è quella che avremmo voluto mettere in campo nel 2020 prima che arrivasse la pandemia – conferma Mazzotti -. La nostra filosofia è rimasta la stessa, adesso che i giocatori possono tornare in Italia, abbiamo confermato le intenzioni di un anno fa. Quindi rivedremo Quevedo, Mazzocchi, Ferrini, Epifano”. Oltre ai confermati Angulo, Baez, Kourtis e al nutrito gruppo italiano con Albanese, Reginato, Celli, Di Fabio, Pulzetti, Di Raffaele, i fratelli Garbella, il giovane interno Beccari e Lorenzo Morresi, il catcher proveniente da Macerata.  “La nostra intenzione – conclude Mazzotti – è quella di usare Nicola Garbella anche come esterno o battitore designato nella seconda partita visto che quest’anno la gara dei pitcher italiani è la prima. La squadra sembra abbastanza equilibrata, vedremo cammin facendo se avrà bisogno di qualche ritocco”.

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Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.