In definitiva saranno 32 le squadre della serie A 2021, dopo la rinuncia di Bollate all’ultimo istante. Un’uscita di scena che fa male, perché azzoppa improvvisamente il campionato e fa sparire una realtà di lunghissima tradizione.
32 squadre da Bolzano a Paternò, in rappresentanza di 11 regioni italiane (dal Trentino Alto-Adige alla Sicilia) più San Marino. Un’Italia del baseball lunga circa 1.400 chilometri, isole comprese, e suddivisa in otto gironi. Uno – quello con la lettera C e composto da 5 squadre – è già partito da due settimane. Gli altri sette gironi al via da oggi e in campo fino a domenica. Si comincia con Academy of Nettuno vs Nettuno BC 45, un derby in famiglia che se fosse un film sarebbe un po’ “Tutti insieme appassionatamente”.
Dopo lunga attesa, si alza quindi il sipario su tutta la serie A. In un paese di santi, poeti e “allenatori” (anche di baseball), ci permettiamo di condividere qualche commento e alcune riflessioni prima del play-ball. Considerazioni che tengono conto della “vox populi” del movimento, spunti emersi qua a là da chi fedelmente segue Baseball.it dal 1998. Emerge un quadro con più ombre che luci. Potete anche fermarvi qui (con l’augurio di buon campionato) o andare avanti in libera coscienza.
LE LUCI – Il ritorno di alcune grandi città, Milano e Torino in primis, e di piazze storiche come Grosseto, Nettuno, Rimini e Firenze. Fatto estremamente positivo e lo accogliamo con grande entusiasmo.
Altro punto di forza è il forte coinvolgimento del territorio, con la speranza che possa in qualche modo aumentare l’interesse della gente, meglio se neofiti, anche se qualche dubbio potrebbe sorgere sul livello tecnico.
La scelta coraggiosa di abolire una serie A1 ridotta a 6 squadre e che non aveva più alcun senso, visto che ogni anno bisognava “pregare” qualche società di partecipare. Anche se passare da 6 a 32 è un salto persino esagerato sotto molti aspetti, anche perchè di fatto viene a sparire una categoria intermedia tra il vertice e la serie B.
Ma l’allargamento coincide anche con l’ascesa sulla grande ribalta di tanti giovani italiani che altrimenti sarebbero rimasti nell’anonimato. E fa piacere vedere che molte squadre stanno puntando proprio sul vivaio, molto più di quanto si facesse in passato.
E LE OMBRE… Iniziamo dalle squadre partecipanti. 32, fino a ieri 33. Un girone dispari, da 5, altri 6 gironi di numero pari, da 4, uno infine da 3 (il B con Senago, Brescia, Cagliari). Il girone C, come detto, già avanti di due turni.
Formula. Non convinse sin dalla prima versione. Era una finta serie A. Migliorò con l’inserimento le teste di serie. Ma ai più resta di non facile comprensione. Qualificazione, poule scudetto, le restanti in campo tra Champions e poule retrocessione. Può funzionare? Vedremo. Intanto però sarebbe interessante provare a proporla al marketing delle aziende che dovrebbero avvicinarsi al baseball e vedere la loro reazione. Oppure andare a spiegarla alle redazioni dei media tradizionali e digitali.
Ancora. Premesso che nulla è facile ed è difficile portare avanti qualche di strutturato, ma siamo davvero certi che tutte e 32 ci saranno ancora l’anno prossimo? Dal 2020, quando erano solo 6, l’aumento delle squadre è stato del 450%. Ma del doman non v’è certezza.
Ulteriore spunto: il livello tecnico. Verrà davvero garantito “uno spettacolo di altissima qualità” come detto nella conferenza stampa romana di mercoledì?
La durata dei 7 inning. Poteva avere molto senso per accelerare la durata e rendere più piacevole lo svolgimento del match. Nel 2020 ha funzionato con successo sulle tre partite. Non si poteva adottare anche quest’anno dove c’è il rischio del risultato “tanto a poco”? Anche perché i doppi incontri costringeranno giocatori e quel poco pubblico che ci resta a stare 8 ore sotto il sole per poter seguire le partite.
Altra scelta discutibile per una serie A quella di giocare le partite alle 11 della domenica, in piena estate e a temperature proibitive. Chi avrà il coraggio di seguire una partita che magari si concluderà alle 14 o anche più tardi? E’ questo il modo di cercare il pubblico? Oppure si è deciso ormai definitivamente che il baseball non deve andare a “caccia della gente”?
La regola (obbligatoria) degli under 23 non si comprende. Una volta c’era l’under 21 e funzionava benissimo, peraltro con la possibilità di valorizzare le capacità dei rookie prima delle loro definitiva maturazione. Occorre investire sui giovani, meglio se under 21, in serie A e di età anche inferiore (18) nelle altre serie. Anche perché se un ragazzo di 23 anni deve giocare in serie A solo per regolamento è meglio che si dedichi all’amatoriale.
Sponsor. Il più noto è UnipolSai. Ce ne sono anche altri, però non brand così importanti. I grandi nomi non riusciamo ad attrarli. Troppo piccoli per essere attrattivi.
Comunicazione & Marketing. Perdonate la schiettezza, di strada c’è n’è ancora da fare, soprattutto sul fronte dei media. Vecchi o nuovi che siano, serve sempre un approccio adeguato. Altrimenti neanche più nelle brevi.
Capitolo Bilancio. Il 2020 si è chiuso con un utile di un milione e mezzo e con la destinazione a riserva di circa 760mila euro. Va bene risparmiare, ottimizzare spese e chiudere in attivo, ma “cui prodest”? Quei soldini non si poteva o non si può investirli in nuove opportunità, ad esempio nella promozione di cui abbiamo tanto bisogno oppure per sviluppare e rafforzare le attività della Nazionale?
Purtroppo, non vinciamo un Europeo di baseball dal 2012, nelle ultime tre edizioni sul pennone più alto è sventolato il tricolore olandese rosso-bianco-blu. A Tokyo, sarebbe stato bello avere entrambi i nostri sport.
Buon campionato a tutti. Di cuore.