Mattia Pandolfi nel club delle “triplette”

Domenica in serie B il prima base dei Falcons Torre Pedrera ha battuto tre fuoricampo in una partita

Filippo Brambilla (Traveggole)
Mattia Pandolfi prima base dei Falcons Torre Pedrera
© Filippo Brambilla (Traveggole)

Un paio di anni fa, quando Federico Celli battè tre fuoricampo in una sola partita, si sfogliarono gli album dei record per ritrovare i protagonisti di tale impresa. Domenica nel club dei “tre homer” è entrato anche Mattia Pandolfi. Il palcoscenico non è quello della serie A ma poco importa. Il campo era quello di Rivabella, ultima giornata d’andata del campionato di serie B e i Falcons Torre Pedrera padroni di casa ospitavano Cupramontana. Il prima base della squadra guidata da Willy Lucena ha battuto tre fuoricampo nelle prime tre apparizioni nel box, tutte legnate uscite ben oltre la recinzione, un paio a sinistra, la terza al centro.

“Qualche anno fa mi ero fermato a due – sorride ‘Panda’ – giocavo nel Riccione contro gli Yankees di San Giovanni in Persiceto. E’ già difficile farne uno, figuriamoci tre. Ma l’emozione è sempre la stessa, quando si colpisce bene la palla, si sente quel rumore tipico di una battuta che sta per andare lontano, ma io mi alleno per quello”.

Gli inizi a sette anni nel vecchio campo di Riccione grazie al fratello Simone ex giocatore, poi l’A2 con la franchigia del Rimini, una stagione chiusa con 7 homer e la chiamata di Mauro Mazzotti a San Marino. “Ero nello squadrone che ha vinto l’ultimo scudetto, si giocava poco perchè c’erano grandi giocatori davanti a me, però è stata una bella avventura”. Poi ancora Castenaso, Modena, Ravenna, quindi nel 2016 gli nasce il figlio e torna a casa, scende in B a Riccione dove vince il campionato. Da due anni gioca con i Falcons.

Un 2020 complicato ma un 2021 da protagonista. “L’anno scorso è stata dura – prosegue il prima base della CSARimini.com – la pandemia, ero rimasto a casa dal lavoro, qualche problema fisico e mancava quella concentrazione che nel baseball è un buon 70-80%. Quest’anno invece al lavoro va meglio, la testa è libera, mi sto allenando bene, a volte riesco anche a fare qualche allenamento extra e le medie si sono rialzate”.

Pandolfi è uno dei pochi veterani all’interno dei Falcons. Come si trova all’interno di un gruppo di ragazzi? “Molto bene, c’è lo spirito giusto. Quello che vedo nei loro occhi mi dà la carica, sono consapevole del fatto che loro da me vogliono che porti a casa i punti, che azzecchi la valida al momento giusto, che sia un punto di riferimento nel box, in dug-out, sul pullman quando andiamo in trasferta. E questo mi dà una gran voglia di andare al campo ad allenarmi e giocare”.

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Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.