San Marino, mezza finale in tasca

Nettuno due volte sconfitto ma consapevole di potersela giocare alla pari anche al ritorno

Diego Gasperoni
Lorenzo Morresi autore della valida della vittoria sammarinese sabato a Nettuno
© Diego Gasperoni

Per fortuna che c’è stato lo splendido doppio confronto dello “Steno Borghese” a salvare il week-end della Poule Scudetto. Girone A in vacanza per gli impegni europei di Parma e Bologna (ma non sarebbe stato più intelligente programmare Parma-Bologna la settimana della coppa?) e girone B dimezzato dal maltempo che ha impedito a Macerata e Godo di scendere in campo.

Nettuno-San Marino era dunque il primo atto di una finale di “division”. Un pareggio avrebbe lasciato inalterate le possibilità di entrambe, rimandando il verdetto alle due sfide di ritorno sul Titano, ma il 2-0 a favore della squadra di Bindi pone i vice-campioni d’Italia in pole position per raggiungere la finale scudetto. Ma attenzione, con i punteggi strettissimi delle due gare (7-9, 2-3) e il TQB in caso di arrivo alla pari, tutto è ancora in gioco.

La falsa partenza di Pizziconi ha complicato le cose per i tirrenici in garauno, rendendo meno equilibrata una partita che alla vigilia era senza pronostico. San Marino ha vissuto su quel big inning da 7 punti in apertura e non ha rivisto i fantasmi di garacinque dell’ultima finale scudetto quanto sperperò un clamoroso 8-0 facendosi rimontare da Bologna.

Nettuno però storicamente non molla mai e da quella rimonta senza lieto fine (però importante per il TQB) ha trovato fiducia per la seconda sfida. Uno spettacolo sul monte di lancio tra i due partenti Heyer e Centeno, giocate difensive ad alte quote e poi sono saliti in cattedra i solisti: il solo-homer di Lino che sembrava aver indirizzato la partita verso Nettuno e la valida di Morresi (nell’inning cominciato con l’errore decisivo di Mercuri) scelto in extremis da Bindi come pinch-hitter che ha trovato il varco per ribaltare un incontro che vedeva i laziali a due strike dalla vittoria.

Come si diceva, Macerata e Godo sono state bloccate dal maltempo. Ancora non si conosce la data del recupero, sperando che il recupero venga giocato senza appellarsi allo stucchevole ritornello “solo se sarà influente ai fini della classifica”. Sappiamo già che sarà ininfluente, ma si deve giocare per non continuare ad affossare la credibilità del campionato.

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Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.