Alla fine, senza rilevanti novità siamo arrivati al D-Day. L’attuale contratto collettivo di lavoro che regola quasi ogni aspetto del rapporto di lavoro tra i giocatori della Major League Baseball e i proprietari delle squadre, sta scadendo. Quindi se non verrà concordato un nuovo contratto, seppur parziale o condizionale, i proprietari si troveranno costretti a formalizzare l’interruzione del lavoro. Che si tratti di sciopero, quindi di giocatori che per protesta incrociano le braccia, o blocco, cioè le società avviano lo stop, il risultato è il medesimo e così nonostante le trattative tra le due parti siano tuttora in corso, sembra sempre più improbabile che si riesca a trovare un accordo in poche ore e pertanto si prospetta la prima interruzione della MLB dallo sciopero dei giocatori del 1994-95.
In parole povere il blocco comporterebbe il congelamento del processo di free agency, che è nel suo pieno svolgimento, e con alcuni grandi nomi ancora sul mercato. Di riflesso verrebbero bloccate tutte le tipologie di transazioni. Ai giocatori sarebbe vietato l’utilizzo delle strutture della squadra e, nel caso l’interruzione durasse più di pochi giorni, salterebbero a tempo indeterminato i Winter Meetings ed il draft del Rule 5.
A seconda di come procede il rinnovo del contratto a questo punto potrebbe slittare o saltare l’intero programma degli spring training e di conseguenza il regolare avvio del prossimo campionato. Nonostante lo scenario non sia tra i più sereni, e ad oggi non si abbia idea della durata del blocco visto la fluidità della situazione, da entrambe le parti filtra un apparentemente immotivato cauto ottimismo sul fatto che qualcosa si possa fare prima della scadenza dell’attuale contratto, o nelle immediate ore successive. Non trapela nulla, ma questa tendenza fa supporre che ci sia almeno una base di accordo tra le parti. In passato abbiamo avuto esempi di “serrate” di durata inferiore alla settimana, ed altre che si sono protratte per mesi, ma da quello che si percepisce i più sembrano d’accordo nello scongiurare questa seconda ipotesi.
I giocatori da parte loro vorrebbero affrontare il tema della riduzione media degli stipendi ed evitare la riforma dei “free agent” e dell’arbitrato così come disegnata dai proprietari. L’età media dei roster si è abbassata ed il sindacato lotterà per ottenere dei contrati in linea con il reale valore di quei giocatori, cercando anche incentivi per rendere le squadre più competitive. Dal canto loro i proprietari cercheranno probabilmente di mantenere lo status quo, dal momento che il contratto in scadenza ha funzionato in gran parte a loro vantaggio. Tutto sommato quindi, al di là di ogni considerazione, basterà trovare un accordo economico soddisfacente per entrambi per smettere di litigare.
Le chiavi di volta potrebbero essere principalmente due. La famosa e sussurrata espansione delle post-season a 14 squadre ed il cambio di strategia del draft, più simile a quello della NBA. Ciò darebbe a tutte le squadre fuori dai playoff la possibilità di ottenere la prima chiamata, con la squadra con il peggior record che manterrebbe comunque le migliori probabilità di ottenere la prima scelta. Ci sono sicuramente altre cose sul tavolo delle trattative che verranno rivelate man mano che il blocco proseguirà e le due parti cercheranno di trovare un terreno comune.