Falliti tutti i tentativi di trovare un accordo nonostante i 9 giorni trascorsi al Roger Dean Stadium di Jupiter, in Florida, la MLB e il sindacato giocatori si sono ritirati senza che si sia trovato un accordo prima della scadenza autoimposta dalla Lega. Il Commissioner Rob Manfred ha confermato il lockout ed ha cancellato le prime due serie della stagione, spostando di una settimana l’Opening Day. Visto che l’ultima offerta è pervenuta dalla MLB, Manfred si sente autorizzato ad attendere fin quando il sindacato dei giocatori non torni a riaprire il tavolo delle trattative, ma nel frattempo lo scorrere dei giorni rimane un fattore importante. Per sbloccare una situazione che a questo punto rischia una lunga e dolorosa fase di stallo, con un ritardo che definire colpevole è dire poco, scendono in campo i “pezzi grossi”.
Secondo Evan Drellich di The Athletic, il primo passo dall’interruzione dei colloqui all’inizio di questa settimana è stato fatto dal vice commissario della MLB Dan Halem e dal negoziatore capo della Player Association Bruce Meyer che si sono visti per un incontro informale. Ancora non si ha idea della possibile data dell’Opening Day, ma per portare i giocatori in uno stato di forma accettabile, c’è la convinzione generale che lo spring training debba durare almeno quattro settimane. I nodi che restano sul tavolo sono la definizione delle soglie fiscali sulla Luxury Tax (ad oggi fissata a 210 milioni di dollari), la creazione di un pool di bonus pre-arbitrato e lo stipendio minimo. Il sindacato ha cercato una linea di imposta sul saldo competitivo di 238 milioni di dollari per la stagione 2022 a salire fino a 263 milioni entro l’ultimo anno, mentre la proposta della Lega è ferma a 220 milioni di dollari fino al 2024 per poi crescere a 224 milioni nel 2025 e 230 milioni nel 2026. Su questo tema iniziano peraltro a filtrare alcune indiscrezioni. Sembra infatti che i proprietari Bob Castellini (Reds), Chris Ilitch (Tigers), Ken Kendrick (Diamondbacks) e Arte Moreno (Angels), avrebbero votato contro un incremento della Luxury Tax oltre i 220 milioni e questo potrebbe rivelarsi un bel problema visto che bastano 8 “no” per far deragliare la ratifica di un nuovo accordo contrattuale. Sembra che la MLB abbia tentato di inserire le spese standard come i soldi per i pasti giornalieri nel calcolo della Luxury Tax, il che abbasserebbe artificialmente la soglia poiché si potrebbero spendere meno soldi per gli stipendi dei giocatori e questo avrebbe fatto letteralmente infuriare il sindacato.
Con il bonus pool pre-arbitrato, la Player Association ha abbassato la propria richiesta da 115 milioni a 85 milioni, ma con aumenti annuali di 5 milioni, mentre la MLB è arrivata ad un massimo di 30 milioni di dollari. Infine sullo stipendio minimo i giocatori sono fermi a 725.000 dollari al primo anno per poi salire, mentre i proprietari hanno raggiunto 700.000.
Non sappiamo ancora cosa si sono detti, nè se e quando ripartiranno i colloqui o se la MLB tornerà sui suoi passi per recuperare il ritardo dell’avvio della stagione. Le uniche, poche certezze che dovremmo avere ormai in tasca, sono la possibilità di espandere la post-season (anche se ancora non sappiamo se a 12, come vorrebbero i giocatori, o a 14 squadre, così come vorrebbe la Lega), e l’ingresso definitivo del battitore designato in National League.