Scrivere col cuore o con la testa? Quando arriva l’inizio del campionato ci si trova sempre con l’amletico dilemma. Seguire l’istinto della passione, quella vera, di chi come noi di Baseball.it, continua amorevolmente dal 1998 (già sono proprio 26 anni) a occuparsi di serie A, IBL, serie Nazionale etc. raccontando solo di partite, di roster, di rookie e di oriundi. Oppure agire in modo razionale, per cercare di dare un senso al nostro amato sport attraverso analisi e riflessioni, dal diamante alle tribune, per ripensare il baseball italiano, cercando la via del rilancio. Se, auspicabilmente, ce n’è ancora una.
La serie A 2024 è dunque ai nastri di partenza. 30 squadre suddivise in 5 gironi da sei che si preparano ad andare in campo. Con l’inizio del nuovo campionato, è tempo di fare i conti con la realtà. Qui, non ci interessa entrare sulle questioni tecnico-agonistiche, azzardare pronostici o disquisire su campagne acquisti di cui abbiamo già scritto. Ci sta più a cuore ragionare, porci domande, tante, forse troppe, fare considerazioni sul presente ma soprattutto sul futuro, le opportunità che stiamo perdendo, le sfide che attendono il baseball italiano. Condivido, per stimolare un ragionamento, senza pretesa alcuna. In favore di uno sport che almeno in Itala, mi duole dirlo, sta morendo.
Il baseball ha sempre lottato per conquistarsi un posto di rilievo. Mentre lo sguardo del pubblico è sempre e solo rivolto al calcio e ad altri sport più popolari, noi continuiamo a rimanere nell’ombra, affrontando sfide e ostacoli che minano il nostro sviluppo e la competitività. Calma piatta. Ecco qualche spunto di riflessione.
LA COMUNICAZIONE – Non si può non comunicare perché il baseball italiano ha bisogno di visibilità. Siamo letteralmente spariti dai quotidiani nazionali cartacei o digitali che siano, radio e tv idem. Non vorrei essermela persa, colpa mia, ma quest’anno la FIBS non ha neanche pensato di organizzare una conferenza stampa di presentazione del campionato. Tempo fa, questo ce lo ricordiamo, ce n’erano addirittura due lo stesso giorno, a Roma e Milano, i due poli principali dell’informazione. Girano pochi comunicati, vero che oggi siamo nell’era del digitale e tutto cambia, ma non può essere tutto demandato esclusivamente a Facebook, X, Instagram, Tik Tok e via dicendo. Non si sente più la necessità di utilizzare il caro vecchio comunicato stampa, che poi è la notizia, il contenuto da valorizzare sui canali più opportuni, tradizionali o innovativi, in sinergia con le attività di relazione con i media. Non esiste quasi più, messo da parte da news “mordi e fuggi”, in aumento, da andarsi a cercare sui canali social. E tutto questo a svantaggio di un’adeguata promozione. Anche le società possono e devo fare di più. Attualmente solo 12 su 30 della serie A comunicano puntualmente con Baseball.it in modo efficace.
LA FORMULA – Qualcuno sostiene che, tutto sommato, questa struttura del campionato è la meno peggio. Forse sarebbe meglio pensare al contrario, cercando quando ci si riunisce in inverno la formula vincente e sui cui tutti convergono essere la migliore. Ad esempio, una serie A1 da 6/8 squadre e una serie A2? Occorre rivedere la struttura del campionato, renderla più attrattiva, superando il concetto di girone Elite per favorire una competizione più equilibrata e consentire ai giovani talenti di emergere e svilupparsi.
LO SVILUPPO DEI GIOCATORI ITALIANI – C’è una forte mancanza di giocatori nostrani, si pesca molto dall’estero quando invece occorrerebbe puntare sulla creazione e la realizzazione di programmi sul territorio e regole più precise che incentivino la partecipazione dei giovani atleti italiani e il loro sviluppo a tutti i livelli. Sarebbe una formidabile leva di crescita cui si dovrebbe anche affiancare l’istituzione di una vera accademia nazionale (chiusa la sede di Tirrenia dopo molti anni di servizio) e il rilancio del settore giovanile. E si gioca poco. Oggi ci si chiedeva, ma se guardiamo agli U12 quanti smettono e quanti salgono su? Si “producono” pochi giocatori, quindi, almeno di un livello medio per poter metter su una squadra non da scudetto ma da metà classifica.
LE SQUADRE NAZIONALI – E questo porta conseguenze anche sui risultati delle squadre azzurre. Le statistiche parlano chiaro. L’Italia, a quota 1939 punti, è al 14esimo posto della classifica mondiale del baseball, seconda europea dopo i Paesi Bassi. Ci siamo classificati noni con la Seniores agli ultimi Europei, al quarto posto con l’Under 18 agli Europei 2022, secondi con gli Under 15 Italia agli Europei in Slovacchia e terzi agli Europei con l’Under 12. Mentre crescono Germania, Spagna e altri paesi. Occhi puntati sulla Nazionale Elite e sul progetto Club Italia LA28, con cui gli Azzurri si preparano in vista del prossimo quadriennio olimpico. Qualificarsi e competere alle Olimpiadi fornirebbe una bella spinta allo sviluppo del nostro baseball.
Ripartiamo, quindi, con la serie A esprimendo a tutti l’augurio di buon campionato. Ma dietro il brulicare delle attività sul diamante, si nascondono una serie di sfide e di difficoltà, su cui ci siamo soffermati e che richiedono risposte urgenti. E’ tempo di agire e di tirare fuori il meglio, soluzioni veloci ed efficaci, con spirito collaborativo, ognuno per il proprio ambito di competenza. Perché nonostante gli ostacoli, questo nostro magico sport brilla comunque di potenziale e di speranza.